capitolo 3

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Questa mattina erano le sette in punto quando mi sono svegliata, credo che la camera accanto sia quella di David perchè l'ho sentito imprecare dopo aver sentito un tonfo provenire da oltre la parete pochi minuti fa.

Sono davanti all'armadio e sto cercando di decidere che cosa mettermi.

Dovrebbe essere facile ma per qualche ragione sento di dover dare il meglio di me e non ho idea del perchè.

Di solito non m'importa che cosa pensa la gente ma oggi voglio sentirmi a mio agio visto che è il mio primo giorno di college.

Alla fine prendo una maglietta a mezze maniche bianca e dei jeans aderenti blu scuro, indosso le scarpe da ginnastica nere e vado in bagno.

Mi lavo i denti ed inizio a truccarmi con della matita e del mascara, sicuramente non starò qui a decidere che ombretto mettermi sulle palpebre.

Prendo lo zaino dal fondo del letto che ho preparato ieri prima di cena, non sapevo cosa metterci dentro quindi ho preso un paio di libri di testo, un blocco per gli appunti e il romanzo che sto leggendo in questo periodo.

Dalle scale si può già sentire il forte odore dello sciroppo d'acero per i pancakes, mi piacciono e sono felice che Jenna li abbia cucinati, Catlin ed io ce li preparavamo tutti i sabati mattina prima che morisse.

Scaccio via il pensiero ed entro in cucina, Jenna ha in mano una tazza che si porta lentamente alle labbra, ha la schiena appoggiata contro in ripiano mentre guarda mio padre intento a leggere un giornale seduto accanto all'isola di marmo.

"Buongiorno, Hailey" quando si accorge di me mi regala un bellissimo sorriso che si aggiunge ad una delle ragioni per cui mio padre si è innamorato di lei.

Sorrido di rimando e vado a sedermi accanto a quest'ultimo che mi da il buongiorno a sua volta, prendo un pancake e mi verso del latte caldo che mescolo con del cacao in polvere dentro una tazza rossa.

Sono davvero buoni, Jenna è un'ottima cuoca e mi sento di dire senza problemi che potrebbe battere anche mia madre.

Sempre che possa ancora considerarla mia madre.

Distogliendomi dai miei pensieri in cucina entra David, si passa le mani sugli occhi assonnati da uno che non ha affatto dormito la notte e si siede accanto a me dopo aver baciato la guancia di sua madre.

"Sai, adesso che vivi qui dovresti prenderti una macchina tutta tua" dice portandosi un pezzo di pancake alla bocca, "Non che a me crei dei problemi accompagnarti con la mia" aggiunge subito dopo.

Annuisco scambiandomi una rapida occhiata con mio padre che dall'espressione in viso intuisco essere d'accordo.

"Nel fine settimana andremmo in concessonaria e potrai scegliertene una" dice chiudendo il giornale.

"A dire il vero preferirei pagarmela con i miei soldi" obbietto, "Posso cercarmi un lavoro".

A dire la verità non so se avrò del tempo per lavorare visto che il college occuperà tutte le mie giornate ma non mi piace pensare di essere completamente a carico di mio padre.

La conversazione non procede oltre anche perchè non avrebbe avuto una conclusione visto che io avrei continuato a dire che volevo prenderla con i miei soldi e mio padre a ripetere che me l'avrebbe comperata lui.

David mi fa segno di seguirlo e capisco che è ora di andare così prendo lo zaino e me lo carico in spalla prima di seguirlo fuori dalla porta di casa superando la veranda e il giardino.

Un vicino di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora