capitolo 18

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Il mio cuore batte all'impazzata  mentre la stringo fra le braccia contro questa pietra di marmo che  nasconde il corpo di Catlin.

Non so quanto tempo sia passato, ma so che  noi siamo ancora qui e che non abbiamo alcuna intenzione di lasciarci  andare.

Anche perchè non ne saremmo capaci, credo.

Le passo una mano fra i capelli, sono morbidi e profumano di shampoo  alla fragola - o forse è ciliegia -, lei sospira e piega un po' di più  la testa premendo la fronte contro la mia spalla.

Tira su col naso e se  lo pulisce goffamente con il dorso della mano.

Ha gli occhi gonfi e rossi, non è difficile capire come stia. 

Fortunatamente nessuno dei passanti sembra fare troppo caso a noi, di  certo in un cimitero poco importa di quanto piangano le persone e anche  il custode, un uomo sui settanta che se ne sta all'angolo rivolto verso  di noi, non fa commenti.

L'idea che lei stia piangendo così il giorno del suo compleanno mi  distrugge poco a poco, come un sasso dietro l'altro che mi viene  scagliato contro.

Fa male, ma è un dolore a intermittenza ed è ancora  peggiore di una fucilata alla tempia.

"Non è questo che volevo per te, non oggi" sussurro guardandola negli occhi e lei sorride.

Per un secondo mi sembra che stia per ridere, ma poi abbassa lo sguardo  sulla lapide e i suoi occhi si incupiscono di nuovo.

Posso solo provare  ad immaginare il suo dolore, se qui sotto ci fosse Mitchell non so se  avrei così tanto autocontrollo io.

"Mia madre si starà chiedendo dove siamo finiti" mormora sfiorando la  pietra con i polpastrelli, "Ma sono così stanca da non avere la forza di  vederla e parlarle".

Questa volta sono io a sorridere e a baciarle la fronte.

"Domattina partiamo, promesso".

Hailey mi guarda negli occhi e sorride, sto capendo ora quanto si fidi  davvero di me ed è una sensazione bellissima.

Poche persone hanno avuto  fiducia in me nella mia vita, forse appena un paio - tre se Mitchell  conta qualcosa -.
Orlando mi piace ma anche io non vedo l'ora di tornare a New York  sinceramente, non avrei pensato di dirlo ma mi manca tutto quel baccano. 

E soprattutto mi mancano Erin e Carrick.

Odio essere dipendente da qualcuno
ma con loro è più forte di me, con il  problema della Dottoressa Grey attorno è tutto più difficile e ho  sempre più paura di perderli.

"Questa notte dormiamo sul pick-up" dice di punto in bianco Hailey mentre sale in macchina.

La guardo con la coda dell'occhio mentre avvio il motore, si allaccia la  cintura e incrocia le braccia al petto prima di sfregarsi gli occhi  stanchi con le mani.

"No, stanotte dormiamo in un letto" dico negando con la testa, "E farò l'impossibile perchè tu non-"
"Non dirlo" mi blocca alzando gli occhi al cielo prima di posarli su di me, "Non sei un peso, okay?"
Deglutisco e alla fine annuisco.

"Comunque, non devi preoccuparti di mia madre" aggiunge con una piccola  scrollata di spalle, "Ha incubi tutte le notti da quando è morta Cat".

Resto in silenzio.

Cavolo, mi chiedo cosa si debba provare nel perdere  così un figlio.

Io non so se sarei abbastanza forte da superarlo, con  tutta probabilità mi lascerei scivolare via.

Un vicino di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora