Capitolo 9

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David è sulla soglia della porta, ha le braccia strette al petto e lo sguardo fisso su di me.

Non so dire con esattezza a che cosa stia pensando, è difficile capirlo, i suoi occhi non fanno trasparire niente e si limitano a restare fermi nei miei.

Justin si schiarisce la voce e si alza intralciandomi la visuale.

"Me ne stavo andando, David" dice scandendo ogni singola parola.

Ho quasi la tentazione di fermarlo e dirgli di restare ma riesco a reprimerla, mi sto accorgendo che quando c'è Justin non riesco più a ragionare in modo lucido e non sono più Hailey, ma un fantasma di me stessa.

E' strano come Justin riesca a far venire fuori la parte migliore e peggiore di me.

"Sarà meglio" David annuisce, "Non sapevo nemmeno vi conosceste voi due" osserva facendosi in avanti.

"Amico" sento Justin ridere anche se non lo posso vedere in faccia, "L'ho limonata sopra un ring davanti all'intero college, direi che ci conosciamo" aggiunge infilando le mani nelle tasche.

Avvampo, il ricordo di quella serata mi fa ancora venire i brividi, la sua bocca sulla mia e gli occhi di Rebekah che guardavano la scena, l'intero college ad ammirare il nostro bacio.

"Dimenticavo" ringhia David annuendo, "Buona serata, vicino".

Justin fa una smorfia e lo supera raggiungendo la porta prima di uscire senza girarsi nemmeno per sbaglio nella mia direzione.

Ma cosa mi aspettavo, che sarebbe tornato indietro, che mi avrebbe dato il bacio della buonanotte e poi se ne sarebbe andato?
Mi sento così patetica, a lui non interessano le storie e nemmeno a me.

Non voglio un ragazzo, da sola sto benissimo, noi ragazze non abbiamo bisogno di nessuno, siamo perfettamente in grado di vivere senza dover condividere ogni cosa con un uomo.

David osserva la porta fino a quando questa non si chiude, si toglie la giacca e sospira.

"Scusa" dice senza guardarmi, "Ma voglio sapere cosa diamine ci faceva quel tipo in casa mia?"

Il suo tono mi fa venire i brividi, mi chiedo cosa possa avergli fatto Justin perchè è evidente che lo odi, eppure per quanto mi risultava questi due nemmeno si conoscono.

"Abbiamo cenato" rispondo dopo essermi schirita la voce.

"E adesso stavate pomiciando come in un film?" domanda guardandomi negli occhi.

La sua domanda mi fa venire un brivido che mi scorre sulla spina dorsale e poi fino alle dita dei piedi, non sembra arrabbiato ma nemmeno troppo ragionevole e la cosa mi spaventa perchè non so come prenderlo.

"Non credevo che succedesse" mi mordo il labbro, non devo giustificarmi con lui.

"Già" annuisce, "Spero solo che tu sappia chi è quel tipo" aggiunge puntandomi un indice contro.

"Che cosa può averti fatto?"

David inarca un sopracciglio e si siede accanto a me sul divano in pelle.

"Sei parte della famiglia adesso e mi viene naturale proteggerti" inizia a dire posandomi una mano sul ginocchio, "Non è una bella compagnia, ho sentito cosa terribili sul suo conto e ho ragione di crederci".

"Come?" domando alzando lo sguardo, "Fammi credere che siano fonti affidabili".
David trattiene il respiro, "Ha fatto a pugni il secondo giorno di scuola e non è qui nemmeno da due settimane e già lavora per Jace" dice sgranando gli occhi, sembra che gli faccia strano che io non capisca.

Un vicino di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora