capitolo 10

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Io e Jenna siamo sedute  all'angolo di un bar sulla strada principale, fisso il mio panino ancora  intatto sfiorandolo con la punta delle dita.

Ho lo stomaco chiuso e  sento che se mangiassi vomiterei.

Jenna mi guarda bevendo un  sorso di acqua frizzante dal suo bicchiere, lei e mio padre hanno deciso  che d'ora in poi dovrò incontrare la Dottoressa Grey una volta alla  settimana.

Non so come prendere la  cosa, non sono mai andata da una psicologa dopo la morte di Catlin, a  riguardo mia madre mi aveva capita quando le avevo detto che nessuno  avrebbe potuto aiutarmi.

Eppure, credevo di essermela cavata bene fino ad ora ma evidentemente non è così se hanno deciso di chiamare una psicologa.

Non servirà a nulla e vorrei tanto rifiutarmi, ma Jenna non sembra favorevole a trattare sull'argomento.
"Non vuoi proprio  mangiare?" ha gli occhi di una madre protettiva nei miei confronti  mentre mi guarda da sotto le lunghe ciglia tinte di nero.

"Devo proprio andarci?"Socchiude le labbra e posa  il bicchiere sul tavolo con movimenti meccanici, mi guarda dritta negli  occhi e piega la testa di lato prima di annuire.

"Temo di sì, tuo padre è preuccopato per te" dice in un sussurro."Perchè?" socchiudo gli occhi, "Non ho alcun problema, sto bene" e una parte di me sente che è la verità.

In questo contesto mi trovo spaesata, ma sto meglio di quanto pensassi di stare.

"Pensavamo che tua madre ti  avesse fatto fare della terapia nelle due settimane dopo-" si blocca e  scuote la testa, "Ma non è stato così e quando tuo padre l'ha saputo ha  chiamato la Dottoressa Grey, è un'ottima psicologa e segue i casi più  gravi con i servizi sociali" spiega prendendomi la mano sopra il tavolo.

Sospiro, "Se ti dicessi che non servirà a nulla e che sprecherete tempo e denaro?" è la mia ultima speranza credo.

Jenna sorride prima di scuotere la testa.

"So che non ti rendi conto,  ma hai bisogno di una mano" dice, "Tu-" fa una pausa e stringe le  labbra in un piccolo sorriso, "Puoi superare l'assenza di Catlin".

Sospiro, non so se potrò  mai superare l'assenza di Catlin, mi sembra un concetto dalle  probabilità molto basse.

In quella macchina è morta anche una parte di  me, una parte che non tornerà più proprio come lei.

Non si torna dalla  morte, l'ho appurato ormai.

"Non voglio dimenticarla" sussurro senza accorgermene.

"Non la dimenticherai"  Jenna sgrana gli occhi, "Non vogliamo farti dimenticare tua sorella,  vogliamo solo che tu impari a vivere senza di lei".

Resto in silenzio, non so se riuscirò  a vivere senza di lei ma se imparassi sarebbe un cambiamento radicale per la mia vita.

"Pensavamo di andare ad Orlando questo fine settimana" sussurra poi.

"Cosa?" sgrano gli occhi.

Per un attimo mi domando se sia per mia madre, ma l'opzione svanisce subito.

"Sabato è il vostro  compleanno, Hailey" dice piano, "Io e tuo padre abbiamo pensato che ti  avrebbe fatto piacere-" si blocca e ispira bruscamente, "Farle visita".

Andare al cimitero da Cat, dannazione non ci avevo nemmeno pensato.

"Pensaci, ci sono molti  aerei per Orlando" dice Jenna interrompendo i miei pensieri, "Puoi  andare da sola o con David, con quelle ragazze che hai conosciuto al  campus".

Un vicino di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora