Ronnie's Pov
" Mi viene da vomitare." Dico a Jimin, che prova a farmi un sorriso di conforto, è facile per lui sorridere, è bravissimo, odio che mi abbiano messo con lui, ho paura che se sbaglierò qualcosa ne rimetterà anche in parte la sua valutazione.
" Smettila di ossessionarti, andrà tutto bene, abbiamo provato tantissimo, siamo pronti." Mi abbraccia e io resisto all'impulso di allontanarlo, quando sono stressata l'ultima cosa che voglio è essere toccata, ma è Jimin e probabilmente lo prenderebbe come un rifiuto se lo allontanassi.
Quando ci chiamano Jimin mi lascia andare ed entriamo nella sala.
La nostra insegnate, la direttrice ed un esterno, ci fissano attentamente, ci fanno un paio di domande sulla coreografia a cui risponde Jimin perché io sono troppo nel panico e poi iniziamo, non so come sia possibile, ma nonostante l'agitazione riesco a muovermi benissimo, sarà la presenza rassicurante di Jimin, sarà che davvero l'abbiamo provata un miliardo di volte.
Terminata la coreografia, noto uno sguardo piacevolmente colpito dell'esterno e un sorriso sul viso della nostra insegnante, la direttrice è come al solito impassibile invece.
"Sei stata bravissima!" Dice Jimin abbracciandomi sollevandomi leggermente da terra, non è che lui sia particolarmente alto, ma sono io ad essere particolarmente bassa.
"Ti va di andare a festeggiare la fine della sessione? So che devi essere stanc.."
"Sì, assolutamente, andiamo." Gli rispondo prima che possa finire di parlare.
" Ok, ci vediamo qui fuori fra una ventina di minuti." Dice andando verso gli spogliatoi maschili.
Dopo essermi fatta la doccia, cambiata esco e a differenza di quello che ha detto, me lo trovo di fronte alla porta degli spogliatoi femminili, con un asciugamano in mano.
" Sapevo non te li saresti asciugati." Ride appoggiandomi l'asciugamano sulla nuca.
Mi asciugo i capelli come meglio riesco e anche se comunque non è contento del risultato ottenuto, lo convinco che fuori fa abbastanza caldo e che mi si asciugheranno in fretta.
Prendiamo un frullato di frutta vicino alla caffetteria vicino alla scuola e poi ci avviamo verso la metro.
Scendiamo alla fermata di central park, Jimin non ha idea di dove stiamo andando, ma voglio portarlo in uno dei miei posti preferiti.
Guido Jimin attraverso al parco fino a che non raggiungiamo lo Shakespearean Garden, siamo in un periodo buono per visitarlo, i fiori sono tutti sbocciati e essendo giovedì non c'è nessun matrimonio in corso.
"Vieni qui spesso?" Mi chiede guardandosi intorno.
"Ogni tanto, quando mi sento un po' persa, mi piace pensare che ci sia un posto mio, in un certo senso." Rispondo sedendomi sulla mia solita panchina.
" Anche io a Busan avevo un posto così, mi piace qui, posso prendere in prestito questo posto qualche volta?" Mi chiede.
" Puoi chiamarmi e possiamo sentirci persi insieme." Sorrido guardando a terra.
"Mi piacerebbe moltissimo." Mi solleva il volto con una mano e vedo il suo bellissimo sorriso.
La cosa più bella del sorriso di Jimin, a parte il dente incisivo leggermente sfalsato, è che quando sorride lo fa con tutto il volto.
"Sono davvero contento che siano finiti gli esami, così potremo uscire più spesso." Dice appoggiando la schiena contro lo schienale, ma continuando a tenere il volto verso di me.
"Sì, ne sono felice anche io, anche se ora dovrò iniziami a preparare per la competizione con la crew."
"Giusto, è tornato l'infortunato?"
"Sì, non è come prima, ma piano piano si rimetterà, credo comunque che J-Hope ti chiamerà in questi giorni, mi aveva chiesto il tuo numero."
Il suo sguardo si illumina.
"Davvero? Credi che potrebbe volermi nella vostra crew?" Mi chiede speranzoso.
In realtà non lo so, ma lo spero, anche se J-Hope detesta che ci siano relazioni fra i membri della crew, spero che per lui farà una eccezione, perché è davvero un elemento da non farsi scappare e anche perché sappiamo entrambi che altre crew gli hanno messo gli occhi addosso.
"Spero proprio di sì."
Restiamo un paio di ore a parlare del più e del meno, dei nostri progetti per il futuro, che non sono chiari a nessuno dei due, lui mi parla dei suoi amici e la sua famiglia in Corea, io gli parlo della mia famiglia in Inghilterra.Siamo entrambi lontani da casa, io da più tempo di lui, anche se prima di venire qui non viveva comunque più con i suoi nella sua città da un paio di anni.
Siamo entrambi un po' persi e poco sicuri di noi stessi e del nostro futuro.
In qualche modo sembriamo esserci trovati però e l'uno fa sentire l'altro meno perso, meno solo.
Sul tragitto per tornare verso il mio appartamento non parliamo molto, ma è un silenzio piacevole.
"Tu mi piaci davvero... molto..." Dice, è diventato rosso in volto e se lo compre con le mani.
" Anche tu mi piaci." Gli abbasso le mani e le tengo tra le mie.
" Non guardarmi così." Gli dico.
Lui sposta le mie mani sul mio volto, accarezza i lati del mio volto, poi avvicina il viso al mio e appoggia le sue labbra sulle mie.
Si scosta un po' da me e mi guarda mordendosi il labbro inferiore, lo so che lo fa apposta per vedere se ho il coraggio di baciarlo io per una volta.
Riavvicino il mio volto al suo e lo sento sorridere prima di riprendere il dolce contatto.
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Raining Days// BTS
FanfictionFanfiction sui BTS, principalmente incentrata su V, Suga e Jimin. Suga e V fondatori della band "Long Days" si ritrovano senza cantante e batterista, sarà propio così che conosceranno Amy e Sophia, dall'altro lato Ronnie, ballerina in una scuola pre...