abbracci e odori

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Sentendo la campana, Stiles saltò sul letto e rendendosi conto di che ore fossero il suo pensiero non andò alla divisa stropicciata o al fatto che finalmente dopo anni aveva dormito per una notte intera, no, il suo pensiero andò a Derek e al fatto che per quella notte non si erano incontrati.

Derek per tutta la notte aveva saltato da un punto all'altro della scuola, sperando d'incontrare la creatura della notte prima e con la speranza di farla fuori, stranamente era nervoso e per tutto il tempo non aveva fatto altro che sbuffare in attesa di qualche incontro particolare. Senza rendersene conto era arrivato sopra i dormitori maschili del primo anno.

Poiché si trovava lì sopra, cercò la stanza del ragazzino odioso. Trovata la finestra fece per aprirla però subito si bloccò: il compagno di stanza di Stiles era un lupo come lui, i suoi sensi lo avrebbero percepito subito. Un ringhio basso partì dal fondo della gola, si sporse solamente per vedere se Stiles stesse dormendo e non appena lo vide con la faccia schiacciata sul cuscino e con la divisa, capì che doveva essere davvero esausto.

Annoiato, rientrò per andare a dormire anche lui, o almeno era quello che sperava. Sulla via del ritorno aveva intravisto la creatura uscire dai dormitori degli insegnanti, aveva provato a seguirla ma ad un certo punto la traccia era sparita, Derek arrabbiato andò a dormire, questa volta senza deviazioni.


Stiles per tutta la giornata fu nervoso e distratto, si chiedeva se il lupo avesse notato la sua assenza o se lo avesse cercato, dandosi dello stupido subito dopo per i pensieri che stava facendo, dicendosi che sicuramente Derek non avrebbe mai notato la sua assenza, figurarsi se si sarebbe messo a cercarlo in giro per la scuola nel cuore della notte.

Durante le lezioni extra, Chris lo aveva richiamato più volte per farlo tornare nel mondo dei vivi e mantenerlo attento sulla lezione che anche se teorica era comunque importante. Era una lezione sulle tattiche di attacco a sorpresa e sui vari modi di nascondersi ad un lupo.

Nell'ultima parte della lezione Stiles dedicò tutta la sua attenzione: "nascondersi a un lupo" poteva essere utile da subito, prese appunti e creò il piccolo miscuglio che andava spruzzato sui vestiti. La lozione era un piccolo miscuglio di erbe aromatiche che all'olfatto umano non dava per nulla fastidio.

Il ragazzo non vedeva l'ora di provarlo per prendere alle spalle l'alpha, anche se sapeva che sarebbe stato impossibile. Almeno poteva coglierlo di sorpresa standogli davanti, Derek avrebbe notato subito che qualcosa non andava nel suo odore, per la milionesima volta in quella giornata si ritrovava a pensare al lupo e per la milionesima volta si tirò uno schiaffo sulla fronte con la speranza che andasse via dalla sua testa.



La notte era arrivata e Stiles sgattaiolò fuori dalla stanza come una volpe che esce da un nascondiglio: silenziosamente e guardandosi attentamente intorno. Stretto nella sua felpa rossa su cui aveva spruzzato il miscuglio anti lupo, Stiles andò verso la cappella.

Arrivò con il fiatone, non si era reso conto che a metà strada aveva iniziato a correre per l'impazienza di arrivare lì, in quello che per lui era diventato un punto fisso tutte le sere. Riprese a respirare regolarmente e i suoi battiti si calmarono insieme al respiro mentre si guardava intorno alla ricerca di due occhi verdi o rossi, improvvisamente non aveva più paura di loro.

- Che diavolo hai addosso, cappuccetto rosso? – Derek lo sorprese alle spalle.

- AH! – Stiles perso nei suoi pensieri saltò dallo spavento. - Un esperimento fatto con Chris, perché? -

- Non hai il tuo odore, anzi, non ne hai proprio e quell'uomo ti porta sulla cattiva strada. – Derek era abbastanza seccato, non sentire l'odore di Stiles era parecchio snervante per lui.

- Sapermi difendere non credo sia una cattiva strada. –

- Lo è se ti difendi da me. – il lupo lo guardava ancora arrabbiato.

- Non mi difendo da te. – Stiles quasi si sentì in colpa.

- Allora perché lo tieni addosso adesso? – Con il dito Derek indicò tutta la figura di Stiles.

- Volevo fare un esperimento. –

- Potevi farlo sul tuo compagno di stanza. –

- E dov'è il divertimento? E poi speravo di prenderti di sorpresa. – Si giustificò Stiles mezzo offeso.

- Sul serio? Hai fatto questo per prendermi di sorpresa? – Derek non sapeva come comportarsi in quel momento, se ridere o commuoversi.

- Mi spieghi che problema c'è se non senti il mio odore? –

- Non sono affari che ti riguardano. –

- Parliamo del mio odore. – La voglia di chiamarsi per nome era tanta, ma nessuno dei due lo faceva, come se nel pronunciarlo ci fosse una qualche sorta d'incantesimo e come se farlo troppo spesso lo spezzasse, rompendo quella magia che si stava creando lentamente.

Derek aveva fatto un passo avanti verso il ragazzo che si stringeva nella felpa rossa. Senza dire una sola sillaba con le braccia lo avvolse stringendoselo contro, Stiles in un primo momento rimase di pietra, però poi si sciolse in quell'abbraccio e si mise comodo.

- Stai gelando idiota. –

- Un po', ma tu sei caldo. –

- Mi piace. –

- Cosa? – Stiles aveva chiuso gli occhi beandosi del calore corporeo del moro.

- Il tuo odore. –

- Non lo immaginavo. –

Il ragazzo aveva il battito cardiaco stranamente calmo, come se quell'abbraccio per loro fosse stato un gesto naturale, frutto di una vecchia amicizia o il gesto automatico di una coppia.

- Derek.- Sussurrò Stiles.

- Stiles.- Rispose il lupo con un dolce sorriso che Stiles non vide.

Stettero abbracciati e in silenzio per quasi tutta la notte, Derek aveva persino dimenticato il compito che gli aveva dato lo zio dopo che lui gli aveva riferito da dove uscisse la creatura. Si staccarono quando Derek ritenne che fosse giunta l'ora di rientrare in dormitorio.

Non fissarono un appuntamento per la notte dopo, non ne avevano bisogno, si diedero la buonanotte e poi ognuno prese la sua strada, con la testa vuota di pensieri, vuota da qualsiasi forma ricordo, frasi, parole, qualsiasi cosa che potesse occupare la mente. Nelle loro teste c'era solo una persona: in quella di Derek c'era un ragazzino con il vizio di parlare troppo e in quella di Stiles c'era un lupo che parlava troppo poco, che si arrabbiava facilmente e che non sorrideva mai.
Stiles, prima di tornare in camera sua, passò dalla lavanderia con la speranza che con una lavata la felpa sarebbe tornata al suo odore originale, cosicché Derek potesse nuovamente risentirlo.


Derek s'immerse nel calore del suo letto ripensando al gesto che aveva compiuto, aveva sentito quasi letteralmente le ossa del ragazzo urlare a causa del freddo e il suo corpo si è mosso da solo. Fin lì poteva andare, ma poi gli aveva detto che il suo odore gli piaceva, il freddo aveva dato alla testa pure a lui, non c'era altra spiegazione. Sbuffando prese il cuscino alla sua destra e se lo mise in faccia.

Sotto il cuscino Derek nascose un sorriso ripensando alla voce di Stiles che pronunciava il suo nome, gli piaceva quando quel ragazzino lo faceva, non capiva cosa ci fosse di strano o di speciale o perché diamine il suo cuore perdeva un battito quando lo pronunciava.


In tarda mattinata Derek si alzò dal letto con ancora vivido il ricordo della notte appena trascorsa. Fece una doccia lunghissima tenendo la testa poggiata alle mattonelle, cercava di trovare qualcosa di sbagliato in tutto quello, una qualsiasi cosa che lo facesse tornare in sé.

Non la trovava, per quanto si sforzasse non riusciva a trovare nulla di sbagliato in quello che era accaduto quella notte, ricorda ancora fin troppo bene la rabbia nell'aver notato l'assenza del profumo dolciastro di quel ragazzo, nonostante se lo trovasse davanti.

Aveva creduto che lo avesse nascosto perché aveva paura, che volesse evitarlo, scappare da lui e per un momento si era sentito perso. Non voleva che quel ragazzo si allontanasse o che lo temesse, non avrebbe mai potuto fargli del male, ma non appena Stiles gli aveva detto la vera ragione, tutta la rabbia si era dissolta e tutte quelle paure nate in secondo erano svanite.

Passò dallo studio dello zio, sperando che almeno lui avesse fatto qualche ricerca con Chris, l'uomo che portava su cattiva strada Stiles, il titolo che aveva affibbiato all'uomo era nella sua testa per quanto avesse imparato a fidarsi di lui, non gli andava giù che addestrasse il giovane.

Il motivo era semplice, Stiles essendo addestrato dall'Argent sarebbe diventato un cacciatore capace di cavarsela benissimo da solo, avrebbe acquisito le abilità di atterrare un lupo di una qualsiasi dimensione, perciò non avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di Derek. Oltre a questo, però, sarebbe stato anche capace di batterlo, questo era il vero ragionamento che l'inconscio dell'alpha aveva elaborato.

Arrivato nello studio, trovò lo zio a litigare con Victoria, la moglie di Chris. Quella donna che terrorizzava più di un proiettile di argento imbevuto nello strozza-lupo che puntava dritto al cuore, aiutava il preside nella contabilità e gli faceva da segretaria.

Quando la donna uscì, Derek si fece cautamente da parte per paura che la sua ira potesse essere sfogata su di lui. Chiuse la grande porta, si diresse verso la scrivania e poi si sedette al solito divanetto, in attesa che lo zio gli rivolgesse la parola.

- Scoperto qualcosa ieri sera, nipote? –

- Niente, tu? –

- Sì, forse abbiamo capito di quale creatura si tratta, ma saperne il nome non ha aiutato per nulla, al contrario ha solo reso le cose più difficili. –

- Quanto difficili? –

- È un Kanima. – Peter si massaggiò la fronte con le dita e poi riprese a parlare. – Come il lupo, il Kanima è una creatura sociale, ma a differenza di un lupo che cerca un branco, il Kanima cerca un padrone. –

- Quindi è comandato da qualcuno? –

- Crediamo di sì, ma non è finita. Il Kanima, un'arma di vendetta, è utilizzato per soddisfare i desideri del padrone, in più pare che sia una mutazione del gene licantropo che non può completamente trasformarsi fino a quando non si risolve un problema del suo passato. Il resto è tutto molto confuso. –

- Chi vorrebbe vendicarsi di chi? –

- Pare sia anche indistruttibile e c'è anche un'evoluzione con delle ali alquanto spaventosa.. ah, attento a non farti graffiare, pare abbia un liquido paralizzante. –

Peter aggiornò Derek su tutto quello che aveva scoperto: ogni parola portava solo cattive notizie. Non appena uscì dallo studio, il primo pensiero di Derek fu quello di tenere Stiles al sicuro e non farlo uscire più la notte con il Kanima in giro. Quel ragazzino sembrava avere una sorta di predilezione nello scovare i guai.

Mosse qualche passo in direzione nell'ala dell'edificio in cui si tenevano le lezioni ma poi si bloccò improvvisamente chiedendosi da quando si preoccupava dei ragazzini ficcanaso. Si sentì in colpa, se fosse accaduto qualcosa a Stiles, la colpa sarebbe stata solo sua e di conseguenza non se lo sarebbe mai perdonato.   

St. J.J. Hale High SchoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora