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"H-hyung..?.."
Jimin se ne stava fermo con la schiena contro la porta, dove Yoongi lo aveva lasciato.
Quest'ultimo frugava in mezzo alle scartoffie della scrivania, che erano davvero un mucchio, constatò il minore.

"Hyung?" provò ancora a chiamarlo, ma l'altro non rispose.

Alla fine, dopo minuti eterni, trovò quello che stava cercando e si voltò verso Jimin.
Si avvicinò rapido, e si fermò ad un passo di distanza da lui, tendendogli le mani. Tra esse, tenuto con presa salda, c'era il quadernino nero su cui scriveva sempre durante le lezioni.

Jimin era più confuso che mai "Hyung?"
"Leggilo." Yoongi lo guardava fisso negli occhi, e Jimin ne era quasi intimorito.
Prese il quaderno dalle mani del maggiore, e lo aprì a caso. Si trovò davanti un testo, con a lato riferimenti e alcuni pentagrammi con tanto di note musicali.

Sfogliò qualche pagina, leggendo spezzoni di testi che capì essere canzoni, e melodie, citazioni e alcuni disegnini.

"Cos'è?"
"È la seconda cosa, Jimin."
"La seconda... cosa..."
"La seconda cosa di cui sono geloso: il mio quaderno."
"Oh..."
"Non vuoi sapere perché?" Yoongi gli alzò il viso con due dita;
Jimin divenne rosso, se possibile viola dall'imbarazzo, "C-certo..."

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