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Yoongi non rispondeva, non lo guardava.
Fissava il pavimento e tutto il disordine nella sua stanza, più nel suo mondo che nel nostro.

"Puoi almeno dirmi la terza cosa hyung?" chiese cauto.
Yoongi si riscosse; "La.. terza cosa?"
"Di cui sei geloso... qual'è la terza cosa?"

Di nuovo, le labbra di Yoongi si incresparono in un leggero sorriso: "Aish Jimin, perché devi essere così... così..." Yoongi non riusciva nemmeno a dirlo.

Jimin si spaventò, pensava che il maggiore volesse lanciargli contro un insulto. E lui, l'essere insultato da Yoongi, non l'avrebbe sopportato.
"I-io... s-scusa hyung...i-io..." di nuovo gli occhi gli si lucidarono, e una lacrima scese veloce.

"Aish..." Yoongi gli si avvicinò nuovamente e asciugò la guancia del minore con la mano "Almeno lasciami finire prima di piangere."
Prese il quadernino dalle mani di Jimin e lo lasciò cadere a terra.

Jimin tremava; paura, emozione, ansia, tutto conciliato in un unico tremolio.
"La terza cosa..." ripeté Yoongi "vuoi sapere qual'è la terza cosa..."
Jimin annuì leggermente. Si, voleva saperlo, dio quanto voleva saperlo.
Yoongi si maledisse, e sorrise di nuovo.
"La terza cosa... non è una cosa."

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