sono qui, qui per te

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Claudio è immerso nei suoi pensieri.

E’ sulla scogliera,vicino ai mulini.

Ogni giorno trova un angolo diverso,magico, incantato da immortalare.In due mesi ha scattato migliaia di foto.

Mentre aspetta che imbrunisca un po’ e le luci del tramonto gli offrano anche oggi uno spettacolo diverso e sempre più accattivante, decide di accendersi una sigaretta e mettere la scheda del vecchio numero.

Nel tempo che il telefono si accende si ricorda che oggi non ha nemmeno scattato una Polaroid per il suo diario di bordo.

“dopo la faccio”

Non appena la scheda si è riattivata, il cellulare inizia a vibrare.Claudio butta un occhio.mentre tutti i messaggi si caricano è certo di aver letto il nome di Mario tra i contatti.

“oddio, ma…ma..non ci credo, fammi vedere??”
 
Gli cade l’occhio..li sgrana..si ferma.

Per un attimo anche i gabbiani smettono di fare rumore, le onde non si infrangono.

Ha letto il nome di Mario.

Mario gli ha scritto.anzi ha fatto un audio…più di uno, in giorni differenti.

Le mani tremano, sudano, se le porta alla bocca e le morde come solito fare.

Va sul messaggio whatsapp ricevuto il giorno dell’attentato.qualche ora dopo l’accaduto.E’ incredulo. “mario mi ha cercato…si è preoccupato di me..mi ha mandato un audio..oddio, tutto cambia…”

Sospira.butta la sigaretta.appoggia il telefono sul muretto bianco, si appoggia coi gomiti alla balaustra di pietra, congiunge le mani e ci affonda la testa.

Ascolta…e le lacrime iniziano a scendere.

Da lontano Mario lo vede, lo guarda, lo segue con lo sguardo, non lo abbandona mai.

Questa cosa di spiare Claudio gli piace. Lo riesce a vedere senza filtri…così è completamente se stesso, disarmato e soprattutto disarmante.

Sta trafficando col cellulare, fuma, fa espressioni buffe e tenere.

“Dio quando fuma e si tortura le mani mi fa impazzire….è bello, è un dio greco e questa è la sua terra, la sua dimensione….e quell’uomo è mio…mi ama, ha continuato a farlo nonostante io gli abbia reso la vita davvero impossibile….”

E’ incantato da quel corpo, quelle mani, quei capelli.Si avvicina, ma lentamente.

Claudio ora è appoggiato al muretto di pietra, il cellulare accanto, la testa tra le mani.

La scuote, lentamente, poi si tira su un po’ più dritto e lascia la testa cadere all’indietro.

Sta piangendo

<oddio, perché???che succede?>

Si avvicina e senta la sua stessa voce uscire dal telefono.

Claudio sta ascoltando i suoi messaggi ora.Li ascolta, riascolta, ancora e ancora.

Mario si avvicina ancora di più, è a pochi passi da lui. Sente il suo profumo, le gambe gli cedono.

Claudio ascolta, perso nella voce di Mario, perso nelle pause che fa tra una frase e l’altra perché è scosso, emozionato, spaventato, come lo era lui a terra tra la polvere. Non sentiva la sua voce da mesi, non riesce a smettere di piangere.Sta pronunciando tutte le parole che Claudio vorrebbe sentire da anni.

Per aspera ad astra: attraverso le asperità sino alle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora