XXV - Consiglio di Guerra

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Alla quattordicesima casa erano riuniti tutti i Cavalieri più forti di Athena, i sei Dorati, Ippolito, i due più esperti Argentei e ovviamente i quattro Aesir, esponenti di MU e diretti interessati delle questioni che si sarebbero affrontate durante il dibattito. Neven, neo nominato Gran Sacerdote, sedeva alla fine della sala in un trono degno di un Re, mentre gli Aesir, accanto a lui, erano impazienti di sapere le decisioni che sarebbero state prese. Che la riconquista di MU fosse uno degli obiettivi anche per i Cavalieri di Athena era fuori di dubbio, ma il punto era sapere con quanta forza il Santuario li avrebbe sostenuti. D'altronde, Ares era stato indebolito solo minimamente dalla battaglia al suo Palazzo in Tracia e ciò destava non poche preoccupazioni. Come se ciò non bastasse, sembrava che, per alcune Divinità, Troia fosse il pretesto per scendere in campo senza dichiarare apertamente guerra. Gli ultimi ad arrivare furono proprio Polluce ed Ippolito che avevano avuto un ruolo chiave nella missione al Palazzo di Ares, considerato che solo grazie a loro due i Cavalieri di Athena riuscirono ad infiltrarvisi. Inoltre tutti sapevano del ruolo centrale del biondo figlio di Teseo nella vicenda dell'anello e dell'esplosione che ne seguì.

«Perfetto, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare» – esclamò Neven una volta che il Dioscuro ed Ippolito entrarono nella sala. I due come anche gli altri Dorati non poterono fare a meno di notare che Neven era l'unico seduto, d'altronde ancora non sapevano della sua nomina e sebbene fosse già il Capo dei Cavalieri, essere Gran Sacerdote e quindi fare le veci di Athena era compito ben più importante e di ben più alte responsabilità. Pronti per cominciare, Bor fece apparire dal nulla un tavolo con esattamente quindici posti, Athena, qualora avesse voluto partecipare, i tredici Cavalieri d'oro e il Gran Sacerdote: non era detto che in futuro sarebbe sempre stato uno dei Dorati o che ricoprisse contemporaneamente entrambe le cariche come Neven. C'erano molti posti vuoti considerata la mancanza dei Cavalieri di Toro, Leone, Scorpione, Acquario, Capricorno e Pesci, ma alcuni vennero occupati ovviamente dai quattro Aesir e dagli Argentei presenti.
«Perciò Nobile Neven, perché ci hai radunati?» – chiese Ippolito
«Vi ho radunati per affrontare diverse faccende, a partire dalla decisione della Divina Athena di nominarmi suo Gran Sacerdote, per cui da adesso in poi farò le sue veci»
La notizia sorprese molti dei Cavalieri, soprattutto Ippolito e Kleiros, ma non di certo i Dorati o Chirone.
«Nobile Neven, ciò che cambiamenti comporta?» – chiese Giasone
«Nulla di particolarmente significativo per voi, solo che la Divina Athena si farà vedere molto più di rado, soprattutto in situazioni tese come queste, per cui anche per i suoi decreti sarò io, e chi mi succederà, ad annunciarli» – spiegò
«Capisco» – rispose il Sagittario che iniziò a tossire insistentemente, era palese che non si era ancora ripreso del tutto dall'ultimo combattimento, nonostante le miracolose cure del Dorato che accanto gli sedeva. Asclepio quindi subito poggiò la mano illuminata dal suo Cosmo al fianco posteriore sinistro del parigrado, liberandolo dal fastidio.
«Meglio così?»
«Si grazie, Asclepio, ora sto meglio»
«Riprendendo il discorso» – continuò quindi Neven – «Negli ultimi giorni gli equilibri stanno cambiando, ormai con Ares è guerra aperta e Hades come ci aspettavamo si sta muovendo, rimanendo tuttavia al di fuori del conflitto. Uno dei tre Giudici degli Inferi ha catturato Achille e Patroclo nelle vicinanze della città di Troia. È quanto mai evidente che il sovrano dell'Oltretomba stia muovendo i fili della guerra che lì si combatte, ma dobbiamo ancora capire quali interessi abbia. Inoltre anche se Achille e Patroclo non fanno più parte delle nostre schiere non possiamo lasciarli nelle loro mani. Perciò è necessario mandare subito qualcuno, per chiarire la situazione, senza intraprendere nessun tipo di scontro, considerando che non possiamo permetterci un nemico come Hades in questo frangente»
«Chi pensavate di mandare?» – chiese quindi Polluce, che cercava di nascondere il desiderio di proporsi come volontario
«A dire il vero pensavo di mandare te insieme ad Ippolito ed un altro Cavaliere a tua scelta» – spiegò Neven
«Nobile Neven, con tutto il rispetto, non sarebbe più saggio mandare qualcun altro al posto di Ippolito?» – chiese Kleiros di Altar
«Concordo con Kleiros!» – esclamò Bor – «Non fraintendere Neven, il mio è solo un consiglio. Il ragazzo indossa l'anello di Lios e abbiamo percepito tutti il suo potere distruttivo. Considerando che separarlo dall'anello è decisamente rischioso per la sua vita, lo è altrettanto mandarlo in una missione così delicata, esponendolo all'occhio di Hades, senza contare che Ares potrebbe provare a riprenderselo. Sicuramente qui è più al sicuro, Ares non attaccherebbe mai il Tempio visto che il grosso delle sue forze sta setacciando MU, probabilmente in cerca degli Alberi Gemelli. Inoltre è possibile, anche se improbabile, che Hades non sappia che Ippolito indossi l'anello di Lios, mandarlo in missione a Troia sarebbe come dirglielo e dargli l'occasione di impossessarsene, considerando che i Giudici controllano le sue sponde»
«Nobile Bor, sta forse suggerendo di tenermi recluso?»
«Non offenderti ragazzo, non ho nulla contro di te, me è quella cosa che hai al dito che mi spaventa e mi spaventa quello che farebbero gli Dei per averla, quindi sì per il tuo bene, ma soprattutto per il bene di tutti è consigliabile che tu non ti muova da questo luogo»
«Concordo con il nobile Bor» – si espresse Asclepio, sostenuto anche da Kleiros, Giasone e Keren.
Seguì il silenzio per diversi istanti, mentre Ippolito avrebbe voluto urlare dal profondo del suo animo, d'altronde la missione a Troia poteva significare tanto per lui, ma razionalmente capiva perfettamente le ragioni di Bor.
«Nobile Bor probabilmente lei ha ragione!» – intervenne Polluce – «Mandare in missione Ippolito costituisce un rischio da prendere in considerazione...»
Ippolito rimase quasi attonito nel sentire quelle parole da Polluce, ma prima che egli potesse reagire il Dorato concluse il suo discorso
«...tuttavia... dobbiamo anche considerare che un nostro vecchio nemico è riapparso, ovvero Teseo, nonché suo padre, seguito da guerrieri dotati di Kyoshin, diverse sia dalle nostre sia dalle Hauberks»
«Altre Kyōshin?» – rifletté Bor – «Pensi che ci sia Hades dietro questi guerrieri, dico bene?»
«Kyōshin?» – chiese perplesso Equos
«Le Kyōshin sono le armature capaci di entrare in risonanza con il Cosmo di chi le indossa, ne esistono poche tipologie: in primis le Kamui degli Dei Olimpici, le Ars Magna degli Dei Primordiali, le Soma dei Titani, le nostre, che Athena chiamò Cloth, le Scale dei Marine e le Hauberks dei Berserkers. Quando Ippolito è stato attaccato siamo venuti a conoscenza di quest'altro tipo di Kyōshin, che abbiamo anche percepito indosso ad Eaco nello scontro con Achille» – spiegò Neven
«Sì infatti è certo che tali guerrieri siano seguaci di Hades, pertanto mandare in missione Ippolito potrebbe far uscire allo scoperto Teseo e farci scoprire le sue intenzioni.
Inoltre, in base alle informazioni in nostro possesso, andando a Troia, è molto probabile imbattersi in seguaci di Hades e la battaglia sarebbe dunque inevitabile. Tuttavia, se Hades fosse pronto per una guerra avrebbe di certo aperto già le ostilità! Certamente potrebbe solo voler aspettare l'esito della guerra con Ares, per scontrarsi con l'eventuale vincitore, che sarebbe enormemente indebolito rispetto alla situazione attuale. Inoltre, attaccare Achille e Patroclo, può voler dire che sia interessato alle sorti della guerra di Troia, o che stia cercando guerrieri forti da reclutare, ma le due possibilità non si escludono a vicenda, anzi è probabile che siano entrambe vere. Tirando le conclusioni, mandare Ippolito, a prescindere dall'anello, potrebbe farci capire quanto Hades sia pronto o meno alla guerra. Se Hades sta facendo attenzione alle sorti di questa guerra, e lo sta facendo, sa già che Ippolito possiede l'anello, perché l'esplosione sicuramente non è passata inosservata e il Cosmo di Ippolito era ben percepibile.
Teseo ovviamente lo avrà riconosciuto e lo avrà riferito. Se avesse la forza di riprenderlo sarebbe già intervenuto mentre eravamo disorganizzati. Inoltre credo poco che Ares cerchi di riprenderselo... chiamatelo intuito, ma secondo me quanto è accaduto in Tracia rientrava perfettamente nei suoi piani»
«Effettivamente, padre» – intervenne Odin – «Polluce potrebbe averci visto giusto! Dai racconti del Sommo Efesto, basta poco per far infuriare Ares e quando lo abbiamo affrontato mi è sembrato quasi che si frenasse nel combattimento. Noi siamo forti, ma lui è un Dio e nonostante abbia dimostrato un'enorme superiorità, riflettendo a mente lucida, mi sono accorto che la potenza che ha sprigionato è superiore di poco a quella del Sommo Efesto e lui ha sempre sostenuto, che Ares, in battaglia, è molto più forte di lui!»
«Sospettavo che Ares stesse architettando qualcosa del genere, ma non pensavo che tale possibilità fosse così concreta, però a dire il vero anche il Sommo Efesto mi ha confidato le stesse perplessità» – fece Bor
«Potrebbe essere perché era indebolito dalla mia tecnica?» – pensò Giasone
«No Giasone, per chi ha assistito al combattimento, analizzandolo, è stato quasi lampante! Ed io mi sono perso gran parte della battaglia, ma quel poco che ho potuto vedere è stato sufficiente a darmi la stessa impressione» – rispose Neven
«Quello che non capisco è il perché lasciarci andare via con l'anello?» – chiese Thor
«Credo la questione sia leggermente diversa!» – s'intromise Amida, rimasto in silenzio fino a quel momento
«Ah ci sei pure tu?» – fece Polluce sarcastico
«Falla finita, Polluce» – rispose autoritario Neven
«Che vuoi dire Amida?» – chiese poi Thor
«Vuole dire che Ares non ha lasciato andare via voi con l'anello, ma ha lasciato andare via Ippolito con l'anello» – spiegò Polluce non facendo parlare il parigrado della Vergine
«Esatto» – confermò Amida
«Come fate ad esserne certi?» – domandò Asclepio, visibilmente stranito da tali affermazioni
«Phobos e Deimos, quando si accorsero che Ippolito si trovava nel luogo in cui era nascosto l'anello, erano preoccupati per la capacità particolare di Ippolito, ovvero la Psychonthéa, la vista dell'anima, inoltre hanno affermato di non poterlo raggiungere e fermarlo perché quel luogo sarebbe stato volontariamente raggiungibile solo da Ares in persona, che in quel momento era indebolito dagli effetti dalla tecnica di Giasone, evidentemente era una sceneggiata»
«Ora che ci penso, durante lo scontro sei stato teletrasportato via al momento di un'esplosione ed ero sicuro di non aver fatto in tempo a teletrasportarti» – aggiunse Keren rivolgendosi ad Ippolito – «Poi non percependoti più, pensai che l'esplosione avesse interferito con la mia tecnica portandoti chissà dove, invece non è stato così, ma piuttosto l'esplosione ha mascherato una tecnica di teletrasporto lanciata da Phobos e Deimos, simile alla Starlight Extinction di mio padre, quindi è molto probabile che loro volessero che tu prendessi l'anello usando la Psychonthéa»
«In effetti senza usarla non avrei potuto prendere l'anello, c'era una sorta di meccanismo, che nessuno avrebbe potuto sbloccare senza la mia abilità» – spiegò il giovane biondo
«È quindi più che chiaro che Ares volesse che tu e solo tu prendessi l'anello, ma perché proprio tu? Perché creare un meccanismo simile per accertarsi che solo tu potessi prendere l'anello?» – si chiese quindi Keren
«È probabile che il meccanismo esistesse a protezione dell'anello già da prima e che Ares lo abbia solo sfruttato all'occasione» – suppose Bor
«Ciò spiegherebbe il perché Ares ti ha permesso di infiltrarti nelle sue schiere insieme a Polluce, se non ricordo male, mi avete detto che Ares sembrava essere a conoscenza del vostro doppio gioco, no?» – chiese Neven
«Si è così! Non sembrava per nulla sorpreso del nostro tradimento, anzi ha picchiato la Divina Athena palesemente per provocarci» – rispose Polluce
«Purtroppo non siamo in grado di stabilire il perché di questo sotterfugio, ma non passerà molto prima che la verità venga a galla!» – intervenne Bor
«Siamo quindi d'accordo che Ippolito possa partecipare alla missione per Troia?» – chiese quindi Polluce.
Nessuno obiettò per diversi istanti, fino a quando Asclepio rimasto visibilmente turbato dalla questione si alzò di scatto.
«Vogliate scusarmi, c'è una questione di cui devo occuparmi! Continuate pure senza di me» – disse quindi lasciando la sala, mentre tutti rimasero straniti dall'atteggiamento dell'Ofiuco.
Mentre il Dorato lasciava la sala, tutti notarono che qualcosa alla sua sinistra catturò lo sguardo dell'Ofiuco, come se ci fosse qualcosa dietro la colonna d'ingresso. Solo Ippolito non se ne accorse, preoccupato di essere il responsabile del comportamento di Asclepio
«Asclepio?» – lo chiamò, infatti, dispiaciuto
«Lascialo andare» – intervenne il Gran Sacerdote
«Ma nobile Neven...»
«Tranquillo, non è colpa tua» – lo interruppe Polluce – «Piuttosto chi dovrò portare con me e Ippolito in questa missione? Va bene il ragazzino qui fuori che origlia tutte le nostre conversazioni?»
«Vieni fuori Gyon!» – gli ordinò Neven. 
Così il ragazzo, una volta scoperto, entrò nella sala e tutti rimasero sorpresi nel vedere che indossava la sua armatura, anche se in brandelli.
«Perché indossi l'armatura?» – gli chiese Neven
«Perché non si fida di me!» – esclamò Polluce
«In che senso?» – domandò Bor
«Nel senso che mi ha seguito da quando si è svegliato!» – spiegò Polluce, che vedendo la faccia sorpresa del ragazzo accennò un sorriso – «Cosa? Pensavi che non me ne fossi accorto? O pensavi davvero di origliare questa conversazione senza che nessuno di noi se ne accorgesse?»
«Basta!» – intervenne Neven – «Gyon perché non ti fidi di Polluce?»
«No, non è che non mi fidi, ma c'è qualcosa che non mi convince! Chiamalo intuito!»
«Il ragazzo ha del fegato... usa le mie parole, per prendersi gioco di me, mi piace!» – fece Polluce divertito dall'impertinenza di Gyon sia nei suoi confronti che in quelli di Neven 
«I modi, Cavaliere, ricorda con chi stai parlando!» – s'intromise Keren infastidito dal tono poco rispettoso con cui si rivolgeva a Neven
«Tranquillo Keren, piuttosto, è necessario finire le riparazioni delle armature, puoi cominciare da quella di Gyon che partirà insieme a Polluce e Ippolito in missione per Troia!»
«Come?» – chiese Gyon stranito
«Dai ragazzino! Se davvero non ti fidi di me, dovresti essere contento, ti ha appena dato il permesso di controllarmi a vista in una missione importante!»
«Polluce spero che per te non sia un problema?» – chiese quindi Neven al Dioscuro
«No anzi tutt'altro, l'ho proposto io prima e poi questo sprovveduto mi è simpatico! Ha del potenziale però devo dire che non ha avuto un buon maestro!»
«Sempre il solito, vero?!» – rispose Giasone alla frecciata
«Che permaloso! Piuttosto, Keren la sua armatura ha davvero bisogno di una bella sistemata, cerca di fargliela il più resistente possibile perché da quel che ho visto ne ha davvero bisogno!»
«Ancora...» – fece Giasone, più divertito che infastidito dalle frecciatine.
«Quelle di tutti andrebbero sistemate!» – aggiunse Neven – «Inizia con quelle di Polluce e Gyon ed ovviamente la tua, mentre noi decidiamo chi partirà in missione per MU!»
«Sissignore!»
«Ippolito, la tua armatura? È pronta?» – chiese quindi al giovane
«Si, nobile Neven, è pronta!»
«Perfetto, portala con te! Ora andate» 
Così Keren seguito da Polluce, Ippolito e Gyon, uscì dalla sala dirigendosi alla quarta Casa. «Passiamo ad altre faccende!» – esclamò quindi il Gran Sacerdote
«Equos, Amida, Kleiros scegliete due Cavalieri a testa e recatevi da Keren, poiché anche lui dovrà scegliere due Cavalieri. Odin, Bor e Keren si occuperanno delle riparazioni delle armature in modo tale da ultimarle entro stasera. Domani all'alba partirete per MU, accompagnando i miei cugini e tutti i guerrieri Muriani che potranno portare! Sistemate le questioni al Santuario, vi raggiungerò quanto prima, mentre Chirone e Giasone faranno le mie veci»
«Nobile Neven, non è più saggio che lei rimanga qui?» – chiese Equos – «Capisco che voglia liberare la sua patria natia dall'immonda feccia dei Berserkers, ma, non me ne vogliano Chirone e Giasone, abbiamo bisogno che stia al fianco della Divina Athena ora più che mai!»
«Concordo con Equos» – intervenne Chirone
«Anch'io» – si aggiunse Giasone – «È più saggio aspettare che mi rimetta e mandare me in aiuto aggiunto, non concordate? A detta di Asclepio in pochi giorni con le sue cure dovrei riprendermi perfettamente»
«In effetti non potrei lasciare il Santuario ora che sono diventato Gran Sacerdote, tuttavia la Divina Athena stessa mi ha spinto a partire, prima che io avessi il tempo di pensarci. In ogni caso ha lasciato questa decisione a me e onestamente in cuor mio non posso non andare»
«Si ma il Santuario risulterebbe troppo esposto ad eventuali attacchi, no?» – chiese Equos
«In effetti le nostre forze non sono state mai così esigue!» – constatò Chirone
«I Cavalieri che rimangono saranno in grado di proteggere il Santuario e la Divina Athena!» – rispose secco Neven
«Neven dovresti dargli ascolto...» – disse Odin venendo interrotto dal cugino
«Odin, ho deciso ormai... e la Divina Athena è con me, non serve discuterne ulteriormente!» «Come desideri, in fondo la decisione è tua...» – rispose il cugino

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