Non appena giunti alla quarta casa (del Cancro), Keren si apprestò ad iniziare le riparazioni delle armature, iniziando da quella di Gyon, come richiesto dal padre e Gran Sacerdote.
Tuttavia non c'era molto da riparare: l'armatura di Pegasus era ormai più polvere che altro e, come se non fosse abbastanza, la luce, che fino a qualche tempo prima, le dava vita, era ormai estinta. Gyon, indossandola, aveva subito percepito che qualcosa non andasse bene, anche se non avrebbe saputo spiegarlo a parole, ma Neven e Keren se ne accorsero durante la riunione alla quattordicesima casa, tanto che il talento del Cancro aveva già pensato ad una soluzione che fosse meno pericolosa e più sbrigativa per tutti.Gyon rilasciò i residui dell'armatura che stava indossando e quando si riunirono, formarono solo un'immagine spezzata e mancante del leggendario Cavallo Alato.
«Cosa si può fare?» – chiese così il giovane, speranzoso, al Dorato della quarta casa
«Beh in questi casi non ci sono molte alternative!» – rispose Keren
«Affinché si riaccenda la scintilla che animava la tua armatura, devi cospargere buona parte del tuo sangue su di essa, con una buona probabilità che tu muoia nel farlo»
«Keren ha ragione!» – aggiunse Polluce – «In una situazione meno critica, avrei permesso che tu ci provassi, anche per farti rendere conto che la tua armatura non va usata come un semplice oggetto che ti protegge, ma va preservata e rispettata come se fosse una parte del tuo corpo! Tu, invece, alla prima battaglia che ti sei trovato ad affrontare, hai permesso ai tuoi avversari di distruggerla! Ciò non deve accedere mai più!»
«Su via Polluce, Gyon si è trovato in una situazione che un neo Cavaliere non avrebbe potuto affrontare diversamente, anzi il fatto che ne sia uscito vivo è già di per sé un miracolo!» – intervenne in sua difesa Ippolito
«Effettivamente in altre circostanze anch'io ti avrei fatto una ramanzina simile a quella che ti sta facendo Polluce, ma in questo caso mi trovo più d'accordo con Ippolito! Ciò non toglie che ciò che ha detto Polluce è alla base dell'essere Cavaliere... L'armatura va preservata e rispettata come se fosse un'estensione del tuo corpo! Ricordalo, altrimenti sarà davvero arduo il tuo cammino!»
«Detto questo...» – continuò dopo un sospiro, spazientito dallo sguardo di Gyon, tipico di chi non avesse capito – «... tutti e tre avvicinate le braccia sopra l'armatura e feritevi in modo che il vostro sangue si riversi su di essa. Essendo in tre, il dissanguamento non dovrebbe debilitarvi troppo. Dovreste perdere così circa 3 cotili di sangue a testa... non è troppo, ma potreste sentirvi disorientati»
Il sangue era iniziato a fluire, mentre Keren raccolse un po' di quello di Gyon in una sorta di vaso o una coppa con strani simboli incisi sopra. Prese quindi diverse scaglie di metallo che fuse con il suo Cosmo e le mischiò al sangue insieme ad una strana polvere brillante.
«Cosa sono?» – chiese Gyon incuriosito
«Stardust sand e alcuni metalli come Oricalco e Gammanion, i costituenti principali delle armature»
Mescolò quindi la mistura di sangue, polvere di stelle, Oricalco e Gammanion, dopodiché la riversò sull'armatura di Gyon, o meglio su ciò che di essa rimaneva, mentre dalle tre braccia continuava a fluire sangue in abbondanza.
Keren iniziò ad espandere il proprio Cosmo ed emanando sottili filamenti di energia, che reagirono con l'armatura e la polvere di stelle riversatagli sopra, ricostituì la forma grezza dell'armatura di Gyon, che rifinì poco dopo facendo apparire due strumenti dal nulla, un martello e uno scalpello. In circa dieci minuti l'armatura era di nuovo integra, anche se ancora spenta.
«Wow, è diventata molto più bella!» – esclamò Gyon stupefatto
«Appena la indosserai sentirai anche una certa differenza!»
«Che intendi?»
«Lo vedrai!»
Mentre i due discutevano, Keren continuava a far brillare il proprio Cosmo per rifinire l'armatura e al contempo iniziare il processo che avrebbe riacceso, in essa, la vita. Gyon, tuttavia, già avvertita un po' di annebbiamento contrariamente a Polluce e Ippolito, fisicamente superiori, forti del loro sangue in parte Divino.
«Su Gyon, resisti! Manca poco» – lo incoraggiò Ippolito, percependo l'annebbiamento del giovane
«Non è stanchezza, è impazienza! Non sto più nella pelle» – rispose il giovane, stropicciandosi gli occhi per schiarirsi la vista, suscitando un sorriso in Polluce
"Orgoglioso il ragazzo, ha carattere, mi piace" – pensò il Dioscuro
Pochi istanti dopo una luce abbagliante venne emessa dall'armatura, mentre un'onda di energia rinvigorì Gyon, non appena tale luce lo raggiunse.
Stava indossando la nuova armatura di Pegasus, più splendente e magnifica che mai. A differenze delle altre Bronzee, aveva adesso uno stile più raffinato, più simile ad un'Argentea in tal senso, anche se ovviamente aveva meno Oricalco nella sua composizione.
«È fantastica Keren! Sento una potenza e una risonanza che prima non avrei mai immaginato, grazie!»
«È merito anche di Polluce e Ippolito... non dimenticare che in loro scorre sangue divino, inoltre, il tuo sangue non è servito solo a ridar vita all'armatura, ma ne ho mischiato un po' alla lega che la costituisce, in modo da creare una connessione indissolubile tra te e l'armatura, che ti permetterà di controllarla meglio. È questo che percepisci, l'aumento di risonanza di cui parlavi prima viene proprio da questo!»
«Davvero?! Incredibile, sei un genio!»
«No, non è una mia idea» – spiegò Keren – «Alle prime battaglie in cui furono usate le Armature, contro i Marine di Poseidon, molti neo Cavalieri non sapevano controllarle perfettamente, almeno non quanto i Marine sapevano controllare le loro Scale, d'altronde loro le avevano da molto più tempo, così mio padre sperimentò questa tecnica e ha funzionato»
«Capisco» – fece Gyon quasi disinteressato, preso dalla sua nuova Armatura e dalla potenza che percepiva
«Ora basta!» – spazientito Polluce prese di peso Gyon caricandoselo sulla spalla
«Grazie Keren! Scusa la mia fretta, ma non c'è tempo» – ringraziò il Dorato parigrado dirigendosi verso l'uscita, mentre Gyon si dimenava
«Fammi scendere» – ripeteva
«Scusa il suo atteggiamento, in certi momenti è davvero insopportabile!» – Ippolito, rimasto indietro, si scusò con Keren per l'atteggiamento dell'amico.
«Non preoccuparti, vai adesso altrimenti ti lascia qui!»
«Dai Ippolito, siamo già in ritardo!» – gli urlò Polluce
«Si arrivo» – rispose il giovane biondo raggiungendoli
«Dobbiamo passare da...»
«Si lo so, Ippolito, proprio per questo ti dicevo di sbrigarti» – lo interruppe Polluce – «Dove l'hai nascosta?»
«Non troppo lontano»
«Cosa hai nascosto?» – chiese Gyon ancora sulla spalla di Polluce – «La tua armatura?»
Qualche istante di silenzio calò tra i tre mentre Gyon impaziente continuò
«Va bene non faccio più domande, ma mi metti giù, per favore! Posso camminare anche da solo, grazie!»
Così i tre iniziarono il viaggio verso Troia mentre Keren era di nuovo a lavoro per riparare le armature degli altri Cavalieri che sarebbero partiti con lui in missione per Mu.
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Saint Seiya - Origins
FanfictionAi tempi dell'antica Grecia, era di grandi eroi e di epiche battaglie, l'equilibrio tra le divinità iniziò ad incrinarsi quando la custodia della Terra e della sorte degli esseri umani venne affidata ad Athena. Da sempre quel dominio allettava molt...