XXX - La storia di Pentesilea

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Gyon sveglio per il suo turno di guardia, si alzò per sgranchirsi un po' le gambe.
Fece una breve perlustrazione e la ripeté un paio di volte, cercando di prestare attenzione se ci fossero nemici nelle vicinanze, tuttavia la sua mente inevitabilmente ritornava a quel pensiero avuto prima.
Ad un certo punto qualcosa attirò la sua attenzione, qualcosa che lo fece voltare immediatamente.
"Era solo uno scoiattolo" – percepì sollevato
«I tuoi sensi stanno migliorando!» – si complimentò Polluce – «Tuttavia non mi avevi percepito!»
«Si invece... mi hai seguito anche per tutto il giro precedente!»
«Bravo! Ma non abbassare mai la guardia, soprattutto per le tue preoccupazioni personali!»
In quel momento un brivido fece trasalire i due Cavalieri e d'istinto Polluce spinse via Gyon, facendo al contempo un balzo indietro. Un istante dopo due frecce piombarono sulle precedenti posizioni dei due compagni.

«Siamo circondati!» – constatò Gyon – «Cos'è che dicevi sul non abbassare mai la guardia?»
«Sei lontano da casa, Cavaliere dei Gemelli» – una giovane donna, col viso coperto da una maschera d'oro e lunghissimi capelli castani, emerse come dal nulla, avanzando con spavalderia. La voce soave ma al tempo stesso determinata della guerriera non sembrava familiare al Dorato.
"Sembra che mi conosca, o quantomeno che conosca qualche Cavaliere e che abbia riconosciuto la fattura delle armatura, ma io sono sicuro di non conoscerla" – pensava Polluce
«Chi sei?» – chiese Gyon, in posizione di guardia e stranamente concentrato sul nemico
"Mi sarei aspettato che Gyon attaccasse senza neanche pensarci due volte, ma stavolta sembra giustamente cauto... che stia maturando?!"
«Il mio nome è Pentesilea, Regina delle Amazzoni... siete circondati! Arrendetevi e prometto che non soffrirete»
«Ah» – sghignazzò Gyon, prima di scattare improvvisamente verso l'amazzone.
Allo scatto di Gyon tutte le guerriere rimaste nascoste si avvicinarono allo scontro, rimanendo tuttavia a distanza, vedendo la loro Regina cavarsela egregiamente.
Pentesilea con abile maestria schivò tutti gli attacchi del giovane Pegaso e con estrema semplicità lo atterò con una scivolata, il tutto davanti ad un immobile Polluce.
Quando l'amazzone stava per trafiggere Gyon, con la sua lancia dorata, intervenne Ippolito, comparso in quell'istante dal ventre di Cariddi, che bloccò il braccio di Pentesilea, appena in tempo.
Gyon si vide la punta della lancia sfiorargli il naso e subito si rialzò grazie alla copertura di Ippolito.
«Basta così» – esclamò determinato il giovane figlio di Teseo
«È bello rivederti!» – disse poi sorridente alla bellissima Amazzone
«Ippolito, nipote mio!» – rispose incredula la donna, abbracciandolo subito dopo
«Credevo fossi morto con tuo padre ad Atlantide»
«No, grazie a Polluce mi sono salvato. Ora sono un Cavaliere di Athena!»
«Capisco, vedo il tuo scrigno!»
«Siete lontani dal Tempio di Athena... siete qui per la guerra?»
«No... o meglio non la guerra cui ti riferisci tu»
«Non capisco»
«Potremmo farvi le stesse domande, ma magari parliamone davanti un coppa di vino e non circondati dalle tue guerriere con le lancie puntate su di noi» – intervenne Polluce
«Certamente, seguitemi... possiamo parlare alla nostra base. Non è troppo distante, purtroppo però, abbiamo solo due cavalli liberi» – rispose Pentesilea
«Non fa niente, Gyon verrà con me» – rispose Polluce
«Scusa ma perché io? Non può venire con te Ippolito»
«Fa silenzio!» – urlò Polluce – «Credevo stessi maturando, invece ti comporti sempre come un moccioso, ora sali e non discutere i miei ordini!»
«Sissignore» – rispose demoralizzato
Così Pentesilea e le altre venti amazzoni che la seguivano si misero a Cavallo e condussero i tre Cavalieri al loro accampamento, diverse decine di stadi di stanza.
«È impressione mia o sono tutte donne?» – sussurrò Gyon a Polluce
«Non hai mai sentito parlare delle amazzoni?» – gli chiese Polluce
«Emh no!»
«Sono un popolo guerriero di sole donne, che vivono in Meotide, una regione montuosa del Caucaso. La loro forza è leggendaria, si dice che superi di gran lunga la forza degli uomini, e che il loro addestramento e la loro agilità gli conferiscano un vantaggio ineguagliabile in battaglia»
«E Ippolito come le conosce?»
«Beh vedi Pentesilea è sorella di Antiope, la madre di Ippolito, anch'ella un'amazzone»
«Quindi Ippolito sarebbe il figlio di un'amazzone?» – esclamò Gyon sorpreso
«Si, e non di una qualunque, ma di una regina, che per sfortunati eventi, purtroppo, morì alla festa nuziale di Teseo e Fedra, per mano di Pentesilea stessa...»
«Come per mano di Pentesilea?»
«Beh non so tutti i dettagli, ma pare che scoppiò una rissa tra Pentesilea e alcuni invitati che avrebbero provato ad attentare alle sue virtù con la forza. Antiope intervenne per cercare di sedare gli animi, tuttavia si mise in traiettoria del fendente sferzato dalla sorella.
Pentesilea, per il senso di colpa, pregò Ippolito di prendere la sua vita, ma quel ragazzo è forse una delle persone più buone su questa Terra, figurati se lo avrebbe mai fatto»
«E poi cosa successe?» – chiese quindi Gyon, sempre più interessato alla vicenda
«Beh dopo il rifiuto di Ippolito, Teseo intervenne, disprezzando il figlio per quella che egli riteneva una debolezza e lo insultò più volte... poi prese una spada e con Pentesilea in lacrime e in ginocchio davanti a lui vibrò un fendente che tuttavia venne fermato dalla mano di Ippolito, anch'egli in lacrime, che disse "Ho perso una persona di troppo stasera"... e alla vista di suo figlio così provato anche il cinico Teseo desistette, insultandolo una volta di troppo»
«Uhh, certo che ne ha passate di tragedie...» – commentò Gyon, guardando il giovane biondo alla testa del gruppo ridere con la zia ritrovata.
«Come sai tutte queste cose?» – chiese poi al Dorato – «Eri anche tu un invitato?»
«Io invitato? Ahaha, no... a quel tempo non conoscevo Ippolito... e io e Teseo siamo stati sempre nemici, anche prima della Guerra Sacra contro Poseidon»
«Davvero? Perché?»
«Beh innanzitutto ha rapito mia sorella...»
«Se dovessi considerare nemico chiunque rapisca tua sorella, ti inimicheresti il mondo intero» – continuò, facendo della facile ironia
Polluce non rispose alla battuta di Gyon, tuttavia la cavalcata si faceva lunga e il Dioscuro si rese conto che per raggiungere l'accampamento delle Amazzoni si stavano allontanando da Troia.
Così avanzò alla testa del gruppo raggiungendo la regina delle Amazzoni ed Ippolito.
«Pentesilea... quanto dista il vostro accampamento?»
«Siamo quasi arrivati, non manca molto. Cosa ti preoccupa Cavaliere?»
«Nulla, era solo curiosità»
«Ecco» – esclamò l'Amazzone, pochi istanti dopo – «Siamo arrivati»

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