4-memoria

783 32 1
                                    

Qualcosa mi stringeva la mano, la stanza era illuminata da una flebile luce bloccata dalla tenda, come c'ero arrivata fin li?
L'ultima cosa che ricordavo era il viso di Carl e degli spari, nessun volto e nessun avvenimento, il vuoto totale.
Strinsi quel qualcosa per cercare di capire cosa fosse, mi spaventai appena lo sentii muoversi.
Guardai a fianco al letto e addormentato sul mio braccio c'era Carl che stringeva la mia mano.
Una coperta gli ricadeva sulle spalle, il cappello gli copriva parte del viso, nella stanza c'eravamo solo noi, la riconobbi solo in quel momento, ero dove mi svegliai qualche giorno prima.
Indossavo una camicia non mia, o comunque non da donna, scostai le coperte e la alzai di poco mostrando un gran cerotto dove prima c'era invece strati e strati di bende.
Non faceva male e il cerotto era molto più comodo, con tutte quelle bende mi sentivo una mummia.
Lo sentii mugugnare qualcosa, forse stava sognando, mi coprii con le coperte e lentamente gli spostai il cappello dal viso posandolo sul comodino dove c'erano la mia pistola e una scatola di proiettili.
<Shane...> sussurrò.
Lo guardai non capendo di chi stesse parlando.
<Shane...> la sua espressione cambiò da rilassata qual'era pochi minuti prima a una piena di dolore, ma per cosa?
Mi preoccupai, lo scossi un po', lo chiamai ma non si svegliava.
Mi alzai a sedere e stringendogli la mano lo richiamai.
<Carl?> gli spostai i capelli dagli occhi e gli accarezzai una guancia.
<Carl...> aprì lentamente gli occhi spostando lo sguardo da me al resto della stanza.
<hey...> si stropicciò gli occhi mettendosi più comodo sulla sedia.
<hey Grimes> presi il cappello e glielo misi in testa.
<come ti senti?> chiese facendo un piccolo sorriso.
<stranamente bene> sorrisi di rimando.
Cosa avevo quella mattina? Mi sentivo diversa, felice, ottimista. Carl lo notò, mi guardò non capendo ma non pensai più a quello quando notai che le nostre mani erano ancora intrecciate.
<scusa...mi devo essere addormentato ieri sera> si scusò lasciandomela, sentii un senso di vuoto alla bocca dello stomaco.
<cosa è successo?> domandai, perché ero finita in infermeria?
<cosa?> lui era più confuso di me allora riformulai la domanda <perché sono qui?>
<non te lo ricordi?> chiese preoccupato avvicinandosi.
<cosa dovrei ricordare?>
Mi guardò spaventato, cosa diavolo era successo?
<Carl, cosa è successo?> ora ero io quella spaventata, perché non ricordavo niente?
Non rispose, si alzò facendo un gran rumore con la sedia e andò fuori dalla stanza, lo fissai in ogni suo movimento, era tutto uno scherzo?
Rientrò pochi minuti dopo seguito da Denise, visibilmente preoccupata.
<come ti senti Scarlett?> chiese prendendomi la mano e appoggiando due dita sul mio polso per sentire il battito.
<bene. Ma che sta succedendo?>
<Carl, vai a chiamare Carol e Rick> Carl uscì correndo.
Lei iniziò a farmi degli esami per cercare di capire cosa fosse successo.
La porta venne spalancata pochi minuti dopo, Carol entrò con il fiatone seguita da Carl.
<mio padre è fuori con Glenn e Daryl, per quel che è successo ieri>
<ma che diavolo è successo?! Qualcuno può spiegarmi perché non mi ricordo nulla?> ero sull'orlo di una crisi di nervi.
<segui la biro con gli occhi> Denise ignorò tutti facendomi passare una biro davanti alla faccia.
Poi mi puntò una lucina che mi accecò totalmente e infine controllò il polso segnando i suoi risultati in una cartella.
<non ne ho la più pallida idea. Non mi è mai successa una cosa del genere, dal punto di vista clinico è normale, anzi sta più che bene>
<ma?> intimò Carol, nervosa.
<credo sia sotto shock. Se quel che è successo  ha rievocato altri ricordi o esperienze simili questo darebbe un senso a tutto.
La memoria tornerà. Non posso dirti se un po' alla volta o tutta insieme ma gli eventi non vengono del tutto cancellati, di solito il riposo fa tornare tutto alla mente>
<che conseguenze ci saranno quando mi tornerà la memoria?>
Esitò, guardò i suoi appunti e poi Carol.
<dipenderà dal tuo modo di reagire ma nella maggior parte dei casi potresti diventare un pericolo per te stessa e per gli altri>
Sentii la bocca secca, deglutii sonoramente e la guardai intimorita.
<quindi cosa dovrei fare?>
<riposati e rimani sempre con qualcuno, se poi hai bisogno di qualsiasi cosa puoi venire da me quando vuoi, sono sempre qua>
Annuii, Carol salutò Denise che tornò a leggere uno dei suoi soliti macigni nella stanza accanto.
Mi alzai e presi le scarpe da sotto al letto.
<cosa vuoi fare?> Carol si avvicinò facendomi fermare.
<non c'è la faccio a stare qua dentro un minuto di più> indossai le scarpe e poi la fondina della pistola da cui estrassi tutti i proiettili svuotando il caricatore e mettendo i proiettili in tasca.
Carol stava per chiedermi il perché ma la anticipai.
<pericolo per me stessa e per gli altri, evito di fare danni come mio solito> ripetei ad alta voce.
Infilai la pistola nella fondina e seguii Carol e Carl fuori diretti a casa.
Carl entrò a casa sua, aspettai che oltrepassasse la soglia prima di entrare in quella di Carol.
Salii in camera dove lasciai i proiettili, sul letto giaceva il mio diario, sulla scrivania l'arco e la faretra.
Scesi le scale con solo il blocco da disegno e il diario in mano, mi sedetti al tavolo in soggiorno e come abitudine iniziai a disegnare, quando ero soprappensiero funzionava, schiariva le idee.
Carol si sedette di fianco a me sorseggiando del the.
<sei davvero brava, come hai imparato?>
<non lo so, nessuno me l'ha insegnato. Da piccola ero sempre sola quindi mi mettevo in disparte e disegnavo la famiglia che mi sarebbe piaciuto avere>
<che tipi erano i tuoi genitori?>
<te l'ho detto, non avevo dei genitori>
Rimase in silenzio qualche secondo, spiazzata dalla tranquillità con cui l'avevo detto.
<a usare l'arco invece?>
<l'ho trovato poco prima di lasciare Atlanta qualche anno fa, sbagliando ho imparato ad avere un ottima mira>
<cosa ti piace oltre che disegnare e tirare con l'arco?>
<beh ho fatto equitazione fino a poco prima dell'inizio, l'ultima volta che sono salita su un cavallo è stato quasi un anno fa, poi non mi dispiace leggere e suonare il pianoforte anche se non ho mai preso lezioni>
<puoi ritenerti fortunata allora, qui abbiamo dei cavalli, una biblioteca e a casa di Rick hanno un pianoforte>
Mi girai verso di lei con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
<davvero?>
<si, quando finisci qui posso portarti a fare un giro> rise sonoramente.
<posso continuare dopo, non fa niente!> mi alzai chiudendo il blocco di fogli e lasciando tutto sul tavolo.
Carol mi guidò fino a delle stalle che affiancavano numerosi orti e recinti per pochi animali.
Arrivammo davanti a un box da cui uscì il muso color pece di un bellissimo cavallo.
<come si chiama?> mi avvicinai accarezzandolo.
<Lui è Zeus mentre quella a fianco è Bloody> indicò una cavalla color caramello.
<chi ha dato i nomi deve aver avuto un'ottima fantasia>
<in effetti...vuoi farci un giro?>
<dici che possiamo?> chiesi speranzosa.
<certamente> sorrise aprendo il box di Zeus.
La aiutai a sellarli entrambi, io presi Zeus e lei Bloody.
<sicura di riuscire a tenerlo a bada? A volte fa lo stronzo ed è piuttosto alto> chiese indicando l'animale che tenevo per le redini.
<andremo d'accordo>
Li portammo a mano fino a un prato dietro alle stalle, abbastanza grande per galoppare e saltare qualche tronco lasciato lì apposta.
Misi un piede nella staffa e con un salto mi sedetti sulla sella, mi sentivo tremendamente bene lì sopra.
Facemmo qualche giro al passo, giusto perché non ero per niente abituata ma quel contatto coi cavalli mi mancava terribilmente.
<ti sta iniziando a piacere Alexandria?> interruppe il silenzio.
<si abbastanza, apprezzerei di più se le persone non mi guardassero come se avessi un cartello con scritto 'calciami' sulla schiena, però per il resto non è male>
<ne sono felice, le persone la smetteranno presto, con noi ci sono voluti pochi giorni>
<lo spero, a volte ringrazio il cielo di avere un briciolo di autocontrollo>
Sorrise appena ma vedevo che c'era qualcosa che la turbava.
<mi vuoi chiedere qualcosa?> domandai sorridendo.
<ieri quando Carl ha convinto gli altri a venirti a cercare ha detto che l'hai salvato, lui e Judith> guardammo entrambe dritto davanti a noi.
<già, non mi ricordo nemmeno quanti mesi fa è accaduto. Diluviava a dirotto, stavo cercando riparo quando ho sentito degli spari, volevo ignorarli ma qualcosa mi ha convinta ad andare a dare un occhiata.
Da lontano ho visto Carl con in braccio la bambina, entrambi circondati da un orda.
Ne ho abbattuti un paio da lontano, poi mi sono avvicinata colpendoli da vicino, appena la situazione si è calmata ho ripreso le mie frecce e sono fuggita> raccontai brevemente.
<e ti sei dimenticata una freccia, me lo ricordo bene perché trovai Carl per prima, mi raccontò di un'arciere che gli aveva salvato la vita>
<quella freccia sembra la versione apocalittica della scarpetta di cristallo di cenerentola, un tormento senza fine> scoppiammo a ridere.
<vuoi fare una corsetta?> propose prendendo più saldamente le redini, feci lo stesso sistemandomi sulla sella.
<a chi arriva prima?> indicai il lago in lontananza.
<bene, al 3>
<1...2...3!> esclamammo all'unisono.
Partii a galoppo stando in equilibrio nelle staffe, col vento in faccia e che spostava i capelli, restando in piedi a pochi centimetri dalla sella.
L'adrenalina saliva ogni secondo di più, mi sentivo viva, eravamo una cosa sola.
Insieme alle redini strinsi anche una cioccia della sua criniera nera per non cadere del tutto, qualche persona si era fermata incuriosita dal nitrire dei cavalli e probabilmente anche da noi.
Ormai arrivata alla fine designata tirai le redini e rallentai, continuando con un leggero trotto, coordinandomi con gli sbalzi di Zeus.
<te la cavi davvero bene>
Ci fermammo ai piedi del lago.
<è più facile senza arco e vaganti, ci ho messo settimane per imparare a tirare al trotto, al galoppo rischio di morire ogni volta>
Annuì sorridendo, insieme scendemmo da cavallo per fargli mangiare un po' d'erba e farli riposare.
Aspettai qualche minuto e poi risalii su Zeus, impaziente di fare un'altra corsa come quella di prima.
Carol venne distratta da qualcuno, lo salutò, riuscii a vederlo solo in quel momento perché era coperto dagli alberi, era quel Daryl.
<fra te e l'arciere c'è qualcosa?> chiesi con nonchalance.
Nello stesso momento in cui lo sguardo di Carol si posò su di me, anche quello di Daryl si concentrò sulla mia figura.
<no, siamo come fratelli. Perché?>
<curiosità, ho visto che parla molto di più con te, Rick e il coreano, quindi ho pensato che fra voi due ci fosse qualcosa>
Tornai verso il prato dove rincominciai a correre in sella a Zeus.

Humans Scare Me//Carl Grimes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora