10-a stupid game

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Allenare delle persone si era rivelato più faticoso del previsto.
Passai i tre giorni successivi, mattina e pomeriggio, a spiegare a dei principianti come evitare di uccidersi con il proprio arco.
Non erano neanche messi così male per la verità, al secondo giorno erano riusciti a scoccare le prime frecce centrando i bersagli.
Alle lezioni erano venuti solo membri del gruppo di Rick, persone di cui si fidava ciecamente. Carol, Abraham, Maggie e Rosita, invece Daryl addestrò Glenn e Aaron con delle balestre, di Aaron si fidavano visto che era stato proprio lui a portarli lì ad Alexandria.
Deanna aveva consentito sia a questa piccola spedizione che a quella futura che si sarebbe tenuta di li a due settimane.
La storia delle armi si era conclusa che ognuno poteva tenersi le proprie che però andavano registrate da Olivia ma non tutti vollero tenerne in casa, confidavano molto nella sicurezza d'alexandria e in Rick che di quei tempi aveva preso il comando sotto consenso di Deanna.
Le giornate andavano avanti così: sveglia alle 7, allenamenti dalle 9 alle 12, turno di guardia sulla torretta dove Sasha mi insegnava a sparare, di nuovo allenamenti fino a sera poi una doccia e crollavo sul letto.
Con un po' di fortuna facevo colazione, pranzo e cena, altrimenti saltavo o uno o l'altro per i troppi impegni.
Sasha era un ottima insegnante, in pochi giorni mi fece provare a sparare, ci misi più di quanto pensassi per poter finalmente colpire un vagante in testa però a detta sua ero piuttosto brava.
Carl aveva preso altri impegni o qualcosa del genere, non lo vidi affatto in quei giorni ma d'altronde non vidi nessuno al di fuori dei miei provetti arcieri e Sasha.
Ero sulla torretta, Sasha mi osservava sparare ai vaganti affermando che ormai avevo preso una certa padronanza dell'arma.
Volevo ringraziarla ma l'unica cosa a cui pensavo era il dolore lancinante alla gamba, mi convinsi fosse dovuto ai troppi sforzi di quei giorni e tornai al mio lavoro, trovavo soddisfacente rendermi utile in quel modo.
<dovresti fare una pausa, non ti sei fermata un attimo> disse mettendomi una mano sulla spalla ma in compenso colpii un altro vagante.
<943, perché dovrei? Sto benone> affermai tenendo conto dei vaganti uccisi.
<dai vai a casa, è quasi il tramonto. Oggi sei stata brava, sei migliorata molto soprattutto con la precisione> si complimentò e non potei fare a meno di ringraziarla, era merito suo infondo.
Seguii il suo consiglio e dopo averla salutata scesi dalla torretta per poi andare verso casa.
Percorsi la solita strada che facevo in modo ripetitivo da ormai 4 giorni e arrivai davanti a casa.
Feci appena un gradino e poi mi iniziò a girare la testa all'improvviso e senza un motivo preciso.
Fui costretta a sedermi per non svenire in quello stesso istante, portai le mani sul viso e massaggiai le tempie sperando che la vista tornasse lucida il prima possibile.
<tutto bene?> guardai davanti a me e riconobbi la voce dato che la vista non voleva collaborare.
<certo, solo un po' di stanchezza> sorrisi sperando di convincerlo ma invece di andarsene lui si sedette di fianco a me.
Cosa passasse per la testa di Carl Grimes lo sapeva solo Carl Grimes.
Corrugò la fronte osservandomi da capo a piedi.
<sicura? Non sembra>
Roteai gli occhi al cielo e sospirai.
<si, ho lavorato decisamente troppo in questi giorni e la cosa si fa sentire>
<dovresti riposare allora, ero venuto per chiederti se domani mattina ti andava di venire con me, Enid e Thomas al lago ma se sei troppo stanca possiamo fare un altro giorno>
<no no, mi basterà una dormita e sarò come nuova>
<bene, alle 8 al lago, ci vediamo domani> si alzò e mi salutò con un cenno della mano.
Aspettai ancora qualche istante e poi mi alzai, stavo decisamente meglio e fu un sollievo.
Carol stranamente non era in casa, visto il sonno che mi era venuto rubai un paio di biscotti dalla dispensa e salii direttamente in camera.
Posso assicurarvi che se mai mangerete un biscotto di Carol sarà come avere il paradiso in bocca, quella donna ha un dono, giuro.
Mi cambiai e mi infilai sotto alle coperte, il dolore alla gamba non era passato per niente ma la stanchezza era così forte che mi addormentai lo stesso.
Mi svegliai più volte durante la notte, sentivo caldo e poi freddo, nausea, mal di testa e poi più nulla. Provai ad alzarmi ricadendo ogni volta sul letto, non ero mai stata così stanca in vita mia.
Mi rassegnai e mi lasciai andare al sonno un'altra volta.

Humans Scare Me//Carl Grimes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora