6- spedizione

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<allora sei pronta Killer?> Daryl entrò in casa urlando ai quattro venti.
<per l'amor di Dio non urlare, sono le 7 e mezza di mattina!> lo rimproverai finendo di bere quel poco che rimaneva del mio caffè.
<buongiorno anche a te Daryl> Carol andò ad abbracciarlo passandogli una tazza fumante.
<quindi dove si va di bello?> chiesi all'uomo appena si sedette di fronte a me.
<c'è una piccola cittadina non molto lontano da qui che non abbiamo ancora controllato e secondo la tua cartina non l'hai ancora visitata>
<intendi quella a 30 miglia da qui?>
<esattamente, hai presente quale sia?> chiese per poi portare la tazza alla bocca e prendere un sorso di caffè.
<si si, mi hanno detto che è abbastanza piccola, non ci metteremo molto> portai la tazza vuota in cucina e appena tornai nell'altra stanza Daryl era già in piedi e pieno di energia mentre io mi stavo per addormentare in piedi.
<partiamo alle 8, vedi di metterti qualcosa di comodo perché avremo molto lavoro da fare, oggi ti faccio sgobbare> sogghignò.
<ma quando mai Daryl Dixon da ordini alla gente, proprio non lo so> dissi sarcasticamente mentre salivo le scale.
Mi cambiai in fretta mettendo dei semplici jeans blu scuro, una canottiera nera e una felpa con la zip dello stesso colore, gli anfibi e la cintura con le varie fodere.
Presi la pistola, l'arco e il coltello più comodo che avevo.
Legai i capelli in una coda ben stretta e controllai che i lacci delle scarpe fossero altrettanto stretti.
Scesi le scale dove trovai Carol aspettarmi, notai subito la sua preoccupazione.
Mi chiuse la felpa fino a metà, poi mi accarezzò una guancia sorridendo amorevolmente.
<stai attenta>
<tranquilla, sono con mister Dixon> scherzai facendola ridere.
<allora andiamo>
Uscimmo in strada dove ad attenderci c'era gran parte del suo gruppo, tra tutti risaltò Carl con il suo strambo ma irresistibile cappello nonostante rimanesse in disparte, avvolto da quella nube di mistero che lo seguiva ovunque andasse.
<Dio sembra che dobbiamo andare in guerra, entro sera saremo qui state tranquilli> esordii scaturendo le risate da parte di loro e sorrisi divertiti dagli altri.
<prima di andare però dobbiamo andare in armeria, non ti faccio uscire solo con l'arco e una pistola> Daryl indicò l'arco che tenevo in mano e poi la pistola alla gamba.
<è pure scarica quindi fa te> lo raggiunsi e ci incamminammo verso l'armeria che era davvero vicinissima a casa di Carol.
A gestirla c'era una simpatica donna dai capelli scuri e dagli occhiali gialli davvero stravaganti.
<Olivia prendiamo qualcosa per la spedizione, entro sera riavrai tutto, promesso> Daryl entrò senza tanti convenevoli e mi fece strada, prima d'ora non ci ero mai entrata.
Presi dei proiettili con cui caricai subito la mia pistola, presi anche una scatola di scorta che infilai in tasca e infine un'altro coltello dalla lama piuttosto lunga che infilai con la apposita fodera nella cintura.
<tu invece porti solo quelle?> indicai la balestra e la pistola che aveva.
<abitudine, ora andiamo>
Raggiungemmo gli altri, tutti sorridenti e incoraggianti.
<Dio così armata fai ancora più paura> esclamò Abraham battendomi una mano sulla spalla.
<lo prendo come un complimento>
Io e Daryl arrivammo davanti ai cancelli dove ci aspettava una jeep messa davvero bene rispetto a tutte le auto che avevano usato fino ad allora per le spedizioni.
<pronta Killer?> domandò aprendo la portiera del guidatore e appoggiandosi sopra.
<non vedo l'ora Double D>
<è questa da dove ti è venuta fuori?!> scoppiò a ridere.
<Daryl Dixon, DD, Double D, facile no?>
<hai molto tempo libero, vero?>
<non sai quanto> dissi quasi esasperata di rimanere lì nelle mura.
Appoggiai nei sedili posteriori le armi ingombranti e aprii anch'io la portiera.
Portai lo sguardo verso la piccola folla radunata alle nostre spalle e incontrai gli occhi di Carl che appena si accorse dello scontro visivo mi sorrise salutandomi con un cenno della mano, feci lo stesso e salii a fianco a Daryl con un sorriso che proprio non riuscivo ad assecondare.
Accese il motore, allacciai la cintura e superammo i cancelli mentre dallo specchietto li guardavo diventare sempre più piccoli.
<fra te e il ragazzino c'è qualcosa?> domandò dopo qualche minuto.
<di chi sta parlando?>
In realtà lo sapevo benissimo.
<avanti se ne sono accorti tutti>
<ancora non capisco>
Il rossore sulle mie guance mi tradì facendolo ridere fragorosamente.
<allora è successo qualcosa eh?> ammiccò malizioso.
<no, è solo un amico come lo sono Enid e Mickey>
<e Ron? Lui è un po' più di un amico?>
<sai non ti facevo così pettegolo, potresti battere la signora Mayers. Comunque no, è solo una testa di cazzo>
A quell'affermazione si voltò confuso, Rick era in ottimi rapporti con Jessie forse erano anche troppo intimi contando che lei era sposata e il marito sembrava l'uomo più autoritario e inquietante di tutta Alexandria.
<che ha fatto adesso quel ragazzino?> domandò esasperato.
<perché? È già successo qualcosa in passato?>
Annuì sospirando.
<si è picchiato con un ragazzino che sta dall'altra parte di Alexandria per una cavolata, è stato molto impulsivo>
Poi tornò a guardarmi con aria preoccupata.
<ti ha fatto qualcosa?> domandò serio.
<n-no, abbiamo solo discusso>
Mi studiò a fondo e io distolsi lo sguardo portandolo fuori dal finestrino.
Durante il viaggio sbadigliai più volte e di poco non mi addormentai del tutto, ogni volta sistemandomi meglio sul sedile nella speranza di svegliarmi un po'.
<non hai dormito molto> affermò.
<già. Ancora non mi sono abituata ad avere un letto vero>
<ti ci abituerai>
Tornai a guardare fuori con la mente che vagava per i fatti suoi.
<mi sembra di essere in trappola fra quelle mura> confessai dopo qualche minuto.
<per questo sono sempre fuori, sembra troppo perfetto per essere vero>
<esattamente, quando l'ho detto a Enid mi ha quasi dato della pazza ma il mio istinto mi dice di non abbassare mai la guardia>
<non farlo mai, Killer. Ricordati sempre di quel che c'è là fuori, non saremo mai al sicuro>
La pensavamo allo stesso modo, in tutti i minimi dettagli.
<vogliamo parlare del fatto che Deanna vuole che vada comunque a scuola? Di certo le equazioni algebriche non mi salveranno la vita> sbuffai scocciata, se odiavo una cosa era di certo che mi imponessero di fare o dire qualcosa di cui la pensavo in tutt'altro modo.
<poco ma sicuro>
<davvero spero che mi portiate con voi nelle spedizioni, là dentro potrei veramente impazzire> gesticolai facendolo ridere ancora di più.
<ho un buon presentimento su di te, ci metterò una buona parola se oggi mi stupirai come l'ultima volta>
<non deluderò le tue aspettative, Dixon>

Humans Scare Me//Carl Grimes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora