14.PRE-PARTY

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LARA POV

Non riesco a capacitarmi di come siano passati veloci questi ultimi giorni, per non parlare del fatto che non vedo e non sento Nathan dall'ultimo messaggio subito dopo la chiamata che mi ha fatto, dove mi diceva che il party sarebbe stato di sera. Tra l'altro io sono ancora per negozi a cercare un abito adatto ,senza avere la piena certezza che ci andremo.

Stai diventando oppressiva. Ti pare normale che debba sparire allora? Magari sarà successo qualcosa. Ecco si, mettimi anche ansia, ci manca quella.

Comunque, qui a Londra, sono entrata in ogni genere di negozi, da quelli modesti con cose carine, a quelli strani con cose strane e anche se mi rode, sono consapevole che per trovare quello che cerco devo dirigermi ai grandi negozi di Londra. Non mi piace sperperare il denaro in questo modo. Quando dicevo di non aver bisogno di soldi era vero, ho un patrimonio molto consistente ricevuto alla morte di mia madre e svincolato ai miei diciotto anni ed altri soldi ricevuti da... meglio lasciar perdere. 

Il fatto è che non mi piace usufruirne perché quei soldi sono nati dal mio più grande dolore mentre gli altri mi fanno solamente ribrezzo . Potrei non lavorare, potrei fare la bella vita ma non mi va, voglio guadagnarmi ogni santissima cosa con il sudorevoglio aprirmi la strada da sola senza l'agevolazione di nessuno. Sono una nuova Lara e come tale voglio vivere.
Quando la rossa ha alluso al fatto che potessi essere una profittatrice mi sono girate altamente le scatole, odio chi giudica senza conoscereCerto, non sono stata neanche io tanto leggera con lei ma diciamocelo se l'è cercata.

Dopo aver vagato come un'anima in pena, stremata e confusa, il mio livello di stress è cresciuto così tanto, che la mia testa ha cominciato a mandare SOS in segnali acustici impercettibili all'uomo, onde elettromagnetiche che potevi anche non sentire, ma che percepivi. In pratica, trasmettevo ansia alla gente che mi era intorno non facendo nulla, bastava che rivolgevano il loro sguardo su di me e venivano invasi da una sensazione di  agitazione e malinconia. 

Non ti pare di esagerare adesso? Non ti pare che sia arrivato il momento di sparire e lasciarmi sola con le mie pecche?

Stanca di questa situazione,  ho deciso di correre il rischio e chiamare Nina. Chi meglio di lei, con la sua passione innata per la moda, poteva aiutarmi a superare questo mio blocco fisico ed emotivo? Il problema è stato che non è riuscita a dirmi se sarebbe venuta o meno, causa impegni, ma io più determinata che mai a voler condividere le mie disgrazie, ho deciso di provarci e le ho inviato la mia posizione, con l'aggiunta di una preghiera in suo nome per convincerla.

Dopo circa quindici minuti, in cui non ho fatto altro che decidermi se entrare o meno in questa grande atelier, prendo coraggio e affronto la scalinata titubante, ma coraggiosa.

Devi solo entrare in un negozio. Devo solo entrare in un negozio che non sopporto e per di più devo mettere mani ad una carta di credito che non ho mai usato in vita mia per principio. Rispetta il mio dolore, grazie. Tu stai fuori di testa. E coscienza scoprì l'america.

Appena entrata nel negozio, un sorriso di soddisfazione stava cominciando a spuntare sul mio viso, ero riuscita a superare un ostacolo cavolo, almeno finché il mio sguardo non è entrato in contatto con quello della commessa che d'altro canto pare stia osservando una barbona.

«Prego, come posso esserle utile?» mi chiede squadrandomi da capo a piede.

Io decido di tralasciare quelli che ad occhio nudo potevano sembrare pregiudizio e sfodero uno dei miei sorrisi più gentili. «Salve, avrei bisogno di un abito da sera per un party.»

«Capisco... e vorrebbe prenderlo qui?»

Ma che diamine di domanda mi fa? Se sono entrata in questo diavolo di negozio, dove crede che voglia prendere l'abito? Io sono pronta a picchiare. Adesso non scappi? Ma l'hai vista? Questa la mettiamo al tappeto in un secondo. 

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