44.TU MI DISTUGGI

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🌟 GENTILMENTE, LEGGETE L'ANGOLO AUTRICE A FINE CAPITOLO, GRAZIE.🌟

LARA POV
Il dolore mi scorre nelle vene da anni ormai, ho imparato a convincerci e ad andare avanti e ci stavo anche riuscendo abbastanza bene, almeno finché nella mia vita è comparso lui, Nathan Silver, un'altro uomo nato per demolire le mura di cemento che avevo costruito con tanta fatica.
Sono passati diversi giorni ormai dal nostro ultimo incontro, precisamente una settimana e stranamente sono sopravvissuta, o meglio, ho fatto finta di sopravvivere. Mi alzavo al mattino con il sorriso per cercare di imbrogliare Nina e lei ricambiava con un sorriso altrettanto finto, come per farmi capire di avermi beccata.
L'inaugurazione andò bene, riuscii anche ad arrivare in tempo e nonostante ero  praticamente assente e immersa nel mio mondo, una volta entrata nel locale avevo messo da parte ogni sorta di tristezza, sostituendola  con il sorriso. Avevamo portato avanti questo progetto con tutta la dedizione del mondo e non potevo permettere a nessuno di mandarlo in frantumi.
Mark ci diede una bella mano avendo esperienza nel settore ed Eric diventò parte integrante del White team, ci sapeva fare e sapeva soprattuto come porsi con la clientela. Quali erano le nostre posizioni nel locale? Ovviamente Nina nel laboratorio-cucina a sbizzarrirsi con le sue prelibatezze e al banco quando era libera, Eric ai tavoli ed io mi dividevo tra tavoli, banco e cassa. La prima settimana era andata decisamente bene, molta gente curiosa era entrata ed era rimasta meravigliata quasi quanto me dell'eleganza del posto. Inutile dire che ad ogni complimento ricevuto mi tornava in mente Nathan e il fatto che se il locale godeva di quella eleganza era merito suo. Maledettissima miseria, basta pensarlo, gli ho detto che per me è morto e così deve essere.
Certo però che se non fosse stato per Mark che la fermò, probabilmente sarebbe morto davvero per merito di Nina. Quando la stessa sera a casa le raccontai tutto, partì in quarta, riuscimmo a prenderla per un pelo dall'ascensore e aveva anche rubato le chiavi della macchina di Mark.
Amo il modo che ha di proteggermi, ma deve anche capire che sono in grado di cavarmela da sola. Sono riuscita a dirgli cosa pensavo di lui e credo di essermi fatta valere, non ho bisogno di essere difesa ogni santissima volta...

«Lara non per essere pesante, ma se continui a girare quel latte, come minimo causerai un uragano di lattosio»

Alzo la testa di scatto ed incontro lo sguardo divertito di Nina ancora puntato sulla mia tazza di latte. Sono le cinque del mattino e apriremo la caffetteria tra poco più di un'ora...

«L'uragano sei tu Nina, compari all'imprivviso e spazzi via ogni sorta di tranquillità»

La guardo e le regalo un sorriso tirato, che lei non tarda a ricambiare...

«Dovrei offendermi per questa tua poesia mattutina?»

Avvicina uno sgabello alla penisola della nostra cucina e mi si siede di fianco, versandomi una tazza di caffè che ho preparato poco prima...

«Perchè sei capace di offenderti con me?»

Piego la testa di lato e le faccio lo sguardo da cucciola, ricevendo in cambio uno schiaffo sulla
fronte. Questa ragazza sta prendendo un brutto vizio...

«Io posso fare di tutto, dovresti conoscermi»

Oh, la conosco anche troppo e sono più che certa che le sue parole non siano lanciate a vanvera...

«Ok ok, hai vinto, io vado a prepararmi»

«E' incredibile, vinco sempre»

Mi alzo dallo sgabello e dopo aver riposto la tazza vuota nella lavastoviglie, vado verso la mia stanza, scuotendo la testa per la sua testardaggine. Se solo sapesse il motivo per il quale vince sempre, la gente ha paura di quello che potrebbe fare, quindi a prescindere evita di controbattere. Questa sua onnipotenza le piace da morire e notare gli effetti che ha sulla gente , penso la inciti ancora di più.
Questa mattina mi sono svegliata prestissimo, se svegliata è il termine giusto dato che non ho quasi chiuso occhio e alle tre avevo già gli occhi spalancati, ma dettagli, quantomeno ho avuto il tempo di farmi un bel bagno rilassante e lavarmi questi capelli che giorno dopo giorno mi pesano sempre di più. Dovrei darci un bel taglio, ma non trovo il coraggio, anche se ormai hanno superato il sedere in lunghezza. La verità è che ho paura dei parrucchieri, quelle poche volte in cui ci sono andata, hanno fatto sempre i cavoli loro, non tenendo minimamente in considerazione le mie richieste e c'è anche il legame emotivo che ho per loro, per mia madre.
Quello che mi rimane da fare quindi è vestirmi. Grazie al cielo sono riuscita a convincere Nina a non mettere la divisa nel nostro locale, la mia proposta è stata quella di indossare quantomeno abiti scuri, neri, come il mio morale, andando così in contrasto con il bianco che regna nel locale. Si, proprio come il Silver, ha usato il suo stile anche li dentro, come posso non pensarlo se quel posto trasuda... Silver?
Lego i capelli in una coda alta e infilo una tuta elegante nera con pantalone a palazzo, scollo a cuore e bretelle che sorreggono il balcone che madre natura mi ha dato al posto del seno. Infilo le décolléte che ovviamente toglierò non appena sarò dietro al bancone e infilo la giacca pronta ad andare.
Esco e trovo Nina ancora in pigiama mentre saltella da un lato all'altro della casa come una pazza...

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