2.IL VERDE CHE INCANTA

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LARA POV

"Sono in un tunnel oscuro e sento freddo, un freddo che arriva dritto dentro le ossa. Nell'oscurità totale scorgo due occhi verdi che mi osservano così intensamente da accapponarmi la pelle, non vedo niente se non quegli occhi e non riesco a scollare lo sguardo da essi, almeno finché poi all'improvviso scoppiano le fiamme... sono ardenti ed alte, così alte da terrorizzarmi, stanno per raggiungermi, ho paura di morire bruciata, ma restano sospese a qualche centimetro da me. Il caldo insopportabile, la paura, le braccia di qualcuno che mi stringono e all'improvviso un botto così forte da rivoltarmi lo stomaco... NO!"

Mi sveglio con l'affanno, completamente madida di sudore ed il cuore che pare voglia esplodermi da un momento all'altro.
Questo incubo mi perseguita da anni, quasi tutte le notti torna per scombussolarmi la vita. Mi alzo per la disperazione, sono le 6:09 am, inutile riprovare ad addormentarsi, tanto già so che non riuscirò più a farlo. Vado in cucina per preparare il mio solito latte macchiato e non appena prendo il latte dal frigo il buongiorno di Nina rischia di farmi venire un infarto fulminante, risvegliandomi bruscamente dal mio stato catatonico.

«Maledizione Nina, mi hai fatto sporcare ovunque, vuoi spiegarmi dove eri nascosta? Sbuchi sempre all'improvviso»

Vedo l'espressione divertita di Nina e so per certo che a sento sta trattenendo una risata. «Nervosetta questa mattina? Ho solo detto buongiorno.»

Mi sento quasi in colpa, ma so già che non è una tipa suscettibile e soprattutto conosce benissimo le mie disgrazie caratteriali, così con un panno raccolgo tutto il latte che ho versato sul pavimento e addolcisco di poco la mia espressione, non merita di essere trattata così. «Scusami tesoro, è solo che ho avuto un incubo e sai quanto sono irascibile quando capita.»

Nina mi sorride dolcemente e mi fa segno di sedermi allo sgabello di fianco a lei ed io lo faccio e comincia ad accarezzarmi la mano con movimenti delicati. Sta cercando di tranquillizzarmi e devo ammettere che sta funzionando...

«Il solito?» mi chiede con delicatezza.

Abbasso la testa e punto lo sguardo sulle nostre mani, vorrei evitare questo argomento, ma non posso scappare ogni volta. «Purtroppo sì, credo che mi tormenterà per tutta la vita» dico in maniera forse troppo melodrammatica e la presa della sua mano sulla mia diventa più forte.

«Dai tesoro, ti preparo io la colazione, tu rilassati e cerca di tranquillizzarti.» si alza dallo sgabello e si avvicina ai fornelli.

Cerco di fare come dice ma della tranquillità neanche l'ombra, solo ansia che si accumula ad altra ansia.

Una volta fatta colazione e parlato del più e del meno, decidiamo che ci avrebbe fatto bene una passeggiata e perché no, anche un po' di shopping. Inutile dire che per noi donne lo shopping è una sorta di sciogli nervi, della serie "portateci in un negozio di scarpe e ci rallegrerete la vita".

È appena cominciato l'autunno e le temperature sono meno alte rispetto l'Italia e non so dire se sia un bene o un male.
Certo, in Italia d'estate siamo arrivati a superare anche i quarantacinque gradi, quindi lascio immaginare quanto disagio potessero provocare quelle temperature, anche se io preferisco di gran lunga il caldo al freddo, credo di essere una delle persone più freddolose al mondo.
Oggi qui ci sono sedici gradi, per cui decido di indossare un jeans chiaro e comodo, una magliettina bianca di cotone a manica lunga con lo scollo a "V" e un giacchino di pelle nero, tutto accompagnato dalle mie immancabili e comodissime Adidas superstar.

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