Capitolo 3.

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Sabato, 3 dicembre, 23:35
I tre studenti di medicina era in attesa fuori al Bloody, l'aria era congelata e la musica era così assordante da essere fastidiosa anche per loro, la fila sembrava chilometrica, c'erano persone euforiche solo di stare in fila per quel locale,molti di loro non avevano nemmeno  il pass per entrare ma tentavano lo stesso la fortuna inventatosi mille modi per riuscirete a raggirare i buttafuori. Chen guardò infastidito l'ennesimo tizio inveire furioso contro il buttafuori per non  essere riuscito a passare, gesticolando e gridando un "Voi non sapete chi sono io" per poi spintonare altre persone per andare via. Io proprio non li capisco, ok che è un locale famoso e alla moda, ma mi sembra esagerato fare tanto casino per entrare. Magari qualcuno li loro vorrà andare al mio posto per incontrare Suho e quei 5. Il ventiquattrenne diede un occhiata al suo orologio da polso erano ormai passate le 23 e Suho non si era ancora fatto vivo, nonostante avesse detto di fare trovare fuori di lì e di essere assolutamente puntuali. Guardó i suoi due amici stufi di aspettare ancora proprio come lui .Erano bellissimi in quei abiti  casual ma comunque di classe, probabilmente si erano tirati a lucido per non sfigurare con quei ricconi, ricordando il modo in cui li avevano derisi al loro prima incontro poiché  lui e i suoi senpai non hanno l'abitudine di vestirsi Gucci e Armani per andare a un fottuto incontro tra amici in un insignificante caffetteria. Riflettendoci bene si era un po' pentito di aver scelto una semplice camicia con una giacca di pelle e dei jeans stracciati. Fanculo, fa troppo freddo per vestirsi alla moda. Poi non vedo il motivo per cui io dovrei nascondere il mio orribile modo di vestirmi quando loro non si sforzeranno mai di nascondere quei modi orribili con cui trattano le perone. Dopo altri 5 minuti d'attesa videro il loro amico emergere tra la folla correre  verso di loro e letteralmente volando ad abbracciarli stretti tutti e tre.-Suho lo so che vedere i tuoi bambini dopo così tanto tempo ti emoziona ma se continui così ci spezzi il collo-disse Chen con voce strozzata poiché la stretta del più grande gli impediva di respirare.-Oh scusate e che mi sembra un sogno potervi riabbracciare. Mi siete mancati tanto e non vedo l'ora di farvi vedere il locale, su forza entriamo!- esclamò felice il più grande del gruppo, facendosi spazio tra la folla e arrivando vicino ai buttafuori, che dopo aver dato un'occhiata al choker di Suho , gli fece cenno di entrare tenendo la porta aperta per loro. Titubanti i tre giovani seguirono la figura del loro amico verso l'entrata : se la musica da fuori era assordante dentro il rumore era mille volte peggio, l'ambiente era illuminando da le luci di mille colori, i ragazzi erano concentrati tutti su la pista da ballo e anche se la serata era da poco cominciata già molti di loro era persi nel delirio compiendo azioni imbarazzanti per essere in un luogo pubblico. -Questo posto è diviso in più piani, noi dobbiamo arrivare all'attico che si trova in cima, meglio prendere l'ascensore, troppo scale-grido Suho per farsi sentire al di sopra della musica, guidando nell'ascensore di vetro. I ragazzi restano il silenzio, consapevoli che c'erano troppe domande in sospeso e molte questioni da risolvere, tra cui prima di tutte:Perché il senpai era sparito lasciando loro e sopratutto rifiutando di iniziare il tirocinio in ospedale?.-Sapete che questo silenzio è inquietante? Vi ricordavo più loquaci e incapaci di non sparare cazzate ogni 5 minuti. Se avete domande, avanti!, dite pure- disse Suho.
-In realtà l'unico che devo parlare qui sei tu. Perché ci hai allontano così? E poi il tirocinio? Davvero hai rinunciato a tutto per il tuo ragazzo?-Chanyeol parló velocissimo riempiendo con la sua voce profonda l'ascensore. -Sempre diretto, eh Yoda? Comunque, anche se avrei preferito parlarvene in un altro momento, in realtà il mio allontanamento non è stato volontario: Il mio ragazzo non vuole che io mi allontano da lui o che stia vicino ad altre persone e  non solo perché è una persona  possessivo..io.. io..ho messo il naso in affari pericolosi che non mi riguardano e adesso loro non mi lasciano andare,  dicono che se provo a rompere con  lui o a scappare per me sarebbe la fine.-disse Suho con voce inclinata dalla disperazione, aveva gli occhi lucidi ed era agitato sembrava stesse per avere un attacco di panico.-E a te serve il nostro aiuto per fuggire, giusto?.  Ovvio che noi ti aiuteremo, anzi, questa sera stessa affronteremo quid tizi ,ok?Ci serve solo un piano.-disse Chen, poggiando la sua mano sulla spalla del maggiore, e mentre cercava di rassicuralo non poté non notare dei segni profondi  di denti  e molti  succhiotti ricoprire il suo petto lasciato lievemente scoperto dai bottoni della camicia, dalla grandezza e dal colore violaceo sembravano particolarmente dolorosi. Povero Suho, chissà quei mostri cosa gli hanno fatto. Se solo lo avessi saputo prima.Il maggiore dei tre sorrise a tutti loro e con voce tornata serena disse-Grazie ragazzi,era sicuro di poter contare su di voi . È in verità io un piano già c'è l'avrei, però vi avverto, con quei 5 non si scherza. Loro rispecchiano  appieno il significato di mostro.Stiamo quasi per arrivare, voi lasciate parlare me.-

Quei poveri tre ragazzi quella notte imparano due cose molto importanti: è meglio diffidare di tutti, anche degli amici più stretti, è che una volta entrati all'inferno è impossibile uscirne.

Blood sweat and tearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora