Capitolo 18.

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Suho si svegliò di soprassalto nella sua bianca camera da letto. Era ancora nel suo piccolo appartamento, ma da solo. Non c'era traccia di Yixing e nemmeno dei suoi vestiti.Credette per un secondo che il suo ragazzo se ne fosse andato così, senza dire niente, dopo che la notte scorsa l'aveva scopato duramente tre volte di fila fino a farlo svenire incosciente, ma poi, senti lo scroscio della doccia, e decisamente, sapere che era ancora lì con lui non fu affatto un sollievo. Si odiò per desiderare di volerlo cacciare a calci in culo ma non avere il coraggio e la forza per farlo. Suho guardò la sveglia. Segnava le 7:30 del mattino, decisamente troppo presto per tutto il movimento di ieri notte.
Il ragazzo contemplò seriamente l'idea di tornare a dormire e ignorare l'altro finché questo non se ne fosse andata, ma il dolore all'osso  sacro e alla spalla era troppo, ed aveva decisamente bisogno di medicarsi e pulirsi.
Si fece forza con le braccia e alzò il busto, gli bastò dare un occhiata in basso per vedere la pelle rovinata da succhiotti e morsi.
Strinse le labbra e scostando le coperte, cercò di mettersi in piedi per alzarsi, ma il dolore alla schiena era troppo forte, e  gli fece perdere l'equilibrio. Le sue gambe non erano in grado di reggere il suo stesso peso, ma per fortuna, riuscì a ricadere sul suo letto moribondo.
Il ragazzo cercò di provarci di nuovo, ma fu inutile.
Suho gemette per la frustrazione, pensando di non voler farsi trovare in difficoltà quando l'altro sarebbe trovato.
" Jun?. Cosa stai facendo?."
Si sentì chiamare e capì che era troppo tardi. Allora si rimise fra le coperte evitando ogni contattato visivo con l'altro.
"Allora?. Non dirmi che senti così male da non poter stare in piedi."
Suho avrebbe tanto voluto dire che Lay non aveva centrato il punto dei suoi problemi. Ma non era affatto così.
Lay dovette prendere il suo silenzio come un risposta affermativa, perché gli si avvicinò sedendosi sul letto, che cedette sotto il suo peso. Poteva sentire il suo buon odore per quanto erano vicini.
La mano grande e caldo di Lay trovò posto sulla sua guancia. Le dita lunghe accarezzarono il suo labbro inferiore e anche se i suoi occhi erano puntati in basso, Suho potè sentire i suoi occhi scuri guardarlo intensamente . Il suo tocco era delicato ma al ragazzo sembrò bruciare come l'inferno.
"Subito dopo che ti ho colpito, me ne sono pentito amaramente. Ti ho cacciato via per alleviare i sensi di colpa alla vista di quel livido e del tuo sguardo ferito."
Disse Lay, parlando con tono di voce basso, quasi come se non volesse essere sentito. Prese uno breve pausa, poi continuò.
"Ma non è servito a niente. Sapevo che questa volta ti avevo ferito davvero ma non volevo accettare l'idea che tu avessi tale potere su di me: Non mi sono mai pentito di aver colpito o fatto del male a qualcuno, in tutta la mia vita."  La sua mano adesso aveva iniziato a scendere verso il suo collo, vicino ai succhiotti, poi continuò il suo percorso fino ad arrivare al morso sulla sua spalla. Contornò delicatamente il bordo della cicatrice che si stava formando.
"Tranne che a te. Mi sono dannato per quello schiaffo. Mi sono tormentato per la tua lontananza e dal fatto di non riuscire a trovarti. Poco dopo ho realizzato l'odiosa idea di dipendere da te in qualche modo "
Suho rimase interdetto da quelle parole, più di ogni altra cosa, Yixing odiava esporre i suoi sentimene e soprattutto confessarli. 
"Tu mi rendi debole, Jun,in un modo che neanche io comprendo."Si lasciò scappare un verso sorpreso che diventò presto un gemito di dolore quando Lay piantò le unghie lunghe nella carne della sua ferita, graffiando il profondità. Adesso lo sguardo del suo ragazzo non era più assorto ma nero dalla rabbia.
Suho si chiese quale fosse il fattore per quel veloce cambio di umore. 
"Credermi, ho tentato di bloccare questa cosa ma è stato tutto inutile. Così, ho deciso che se tu sei una delle poche cose che mi rende vulnerabile ti avrei tenuto stretto a me, senza lasciarti scappare mai più. Quindi, non mi interessa chi ti ha mandato i fiori nè se te lo sei portato a letto nè se sei innamorato di lui. Tu sei mio chiaro?."
Finì il suo discorso lasciando in pace il morso che ricominciò a sanguinare. Posò delicatamente le labbra sulla sua guancia. Si alzò, e Suho lo fissò abbottonarsi la camicia e sistemare il suo costoso orologio, senza dire una parola.
Quel discorso lo aveva spiazzato, e non fu capace nemmeno di dire che lui non sapeva nemmeno chi era il tipo del massaggio, figurarsi andarci a letto.
Lay sistemò la giacca del suo completo scuro e poi, dalle tasca di questa estrasse una scatolina, la lasciò sulle coperte, proprio sulle gambe di Suho.
" Indossa questo, e vestiti, torniamo a casa."
E poi lasciò la stanza.
Suho aprì la scatola in velluto nero e al suo interno trovò il familiare  choker con una grande pietra rossa.
La sue dita tremarono mentre sfiorare quel gioiello.
Desiderò ardentemente che lo sconosciuto delle rose bianche venisse lì per proteggerlo, proprio come scritto di quel biglietto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14, 2018 ⏰

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