Jongdae mise l'ultima tazza di caffè sul vassoio, attento a non far cadere nulla di quello ordinato.
"Sicuro di voler andare tu,Chen ?. È compito mio portare loro la colazione, dato che ho preso io le ordinazioni. Non vorrei che si arrabbiassero per questo!".Gli disse il suo amico Soo, seriamente preoccupato della reazione di quei tizi . Perché poi, non lo sapeva,che avrebbe potuto fargli di così terribile?.
"Non preoccuparti Soo! Non ho paura delle loro reazioni, e di certo, non voglio che ci vada tu, dopo che quel tipo strano ti ha detto quelle cose disgustose! ". Chen sorrise al ragazzo di fronte a lui, cercando di rassicurarlo, prese il vassoio e si avvicinò a passo svelto al tavolo. Quei cinque, erano occupati in una fitta conversazione e si accorsero di lui solo quando iniziò a disporre le ordinazioni. Nessuno aveva detto niente,si limitavano a guardarlo, e lui si sentiva tremendamente in soggezione.
Stava per porre l'ultimo caffè davanti al cliente, quando il suo polso fu afferrato prima che potesse ritirarlo.Aveva tenuto lo sguardo basso tutto il tempo, quindi non sapeva a chi appartenesse quella mano pallida, ornata da alcuni anelli, che stringeva forte il suo fragile polso.
" Vedo che hai ancora il mio anello, ragazzino"
Il ragazzo riconobbe subito quella voce delicata ma profonda allo stesso tempo, alzò di scattò la testa, incrociando gli occhi color ghiaccio del ragazzo che lo aveva tenuto nel suo ufficio. Le sue labbra erano incurvate in un sorriso affasciante, la sua mano non smetteva di stringere il suo polso, e questa volta però, degli occhiali rotondi ornavano il suo viso, dandogli quell'aria da serio intellettuale. Per un attimo il suo sguardo cadde su quella labbra carnose che avevano baciato le sue, e il ricordo del metallo freddo dei piercing contro la bocca, lo fece avvampare.
"Allora, non dici niente,ragazzino"Solo in quel momento di accorse di essere rimasta imbambolato a fissare quel biondino, con ancora la sua mano stretta intano al suo polso e con gli occhi di tutto il tavolo su di sè . Con uno strattone liberò il suo braccio, cercando di non pensare al fatto di avere le guance arrossate di brutto, solo per un semplice tocco.
"Non toccarmi!. Pensi che abbia dimenticato cosa è successo l'ultima volta?".Sbraitò contro questi, cercando di tenere le distanze, per evitare un gesto improvviso come quel bacio. Sentì dei sussulti alle sue spalle, addirittura, il frastuono di alcune tazze frantumate a terra. I suoi colleghi non doveva essere per niente abituati a vedere qualcuno alzare la voce con il loro capo. Il silenzio si fece pesante e l'aria era tesa.
"Oh? Perché ti scaldi tanto? Ti basta un bacetto per andare fuori di testa? Forse dovrei avvertirti che ti aspetta di peggio in futuro".
Minseok parlò con voce calda, con quel tono scherzosa come a prenderlo in giro. Il suo volto però era serio, senza ombra di un sorriso, al contrario dei suoi amici seduti al tavolo, che ridacchiavano fra loro per la faccia sconvolta e offeso di Jongdae.
"Yah, Minnie! Non vedi che lo stai mettendo in imbarazzo?!"Lo riprese ridendo Luhan ( se ricordava bene il nome),facendolo solo sentire ancora più a disagio. Era così evidente che volesse fuggire a gambe levate da quella situazione?.
"Tsk, le tue reazioni da verginella alle prime armi sono imbarazzanti. Io volevo solo divertirmi un po' con quel bacetto e invece, temevo che da un momento all'altro di vederlo svenire a terra!."Lo provocò ancora Minseok, sperando di ottenere una reazione più interessante dal cameriere che lo stava servendo. Ma quello si limitava a farsi umiliare, stringendo i pugni e mantenendo il suo sguardo basso. Invece i suoi colleghi seduti con lui sghignazzavano divertiti, guardandolo con occhi maligni. Loro adoravano vedere qualcuno di ceto inferiore venir umiliato, in qualsiasi modo. Gli ricordava perché lottavano ogni giorno per rimanere in alto.
"Beh, se temi di sentirti male ancora per il mio tocco, non preoccuparti, non farò mai più qualcosa di così disgustoso! Altrimenti potrei essere io quello che potrebbe svenire!"
Quella frase lo colpì dritto al petto. Chen si morse la lingua così forte da sentire il sapore del segue. E pensare che a me quel bacio è anche piaciuto, sono così stupido. Lo ferì il modo in cui tutti a quel tavolo lo guardassero con disprezzo e superiorità. Ma infondo, lui veniva da un piccolo paesino di pescatori fuori Tokyo, ed era abituato ad essere guardato in quel modo dalle persone di città. Aveva sopporto di peggio che le risate di stupidì ragazzi ricchi invischiati nella malavita. Sospirò, finendo di servire le ultime cose al tavolo, cercando di non incontrare nemmeno per un attimo lo sguardo di quel biondino, che continuava ancora a ridere di lui, accompagnato da i suoi amici. Suo nonno sarebbe stato fiero del comportamento. Di solito Jongdae era un tipo che agiva sempre di impulso senza pensare alle conseguenze, seguiva l'istinto e l'anziano che gli aveva fatto da padre per tutta la vita, lo riprendeva sempre per questo. "Noi uomini ci distinguiamo dagli animali perché possediamo la ragione, Dae, e quindi, vedi di usarla ogni tanto! O vuoi essere considerato come una bestia selvaggia, eh?!"
Ricordare la voce roca di suoi nonno lo calmò, rendendolo sereno. Si voltò per tornare al bancone quando sentì chiaramente qualcuno chiamarlo
"Non così in fretta, bimbo. Ho voglia di tenerti qui vicino a me, in caso avessi bisogno di te".
Era deciso ad urlargli un grande no in faccia, ma si trattenne e al contrario, chinò il capo in segno di assenso .
"Vieni più vicino. Forza, che non mordo!" gli disse Minseok. Ho i miei dubbi.
Il più giovane fece per avvicinarsi cauto, ma il braccio dell'uomo lo afferrò, trascinandolo sulle sue gambe muscolose.
"Jha! Che sta facendo? Signore, mi lasci!". Chen urlò provocando la risata di tutti quelli al tavolo, e di quel maledetto biondo. Si stava per incazzare sul serio.
" Volevo solo vederti da più vicino. Lo sai che da questa distanza sei più carino?. Strano, per un poveraccio come te ". Lo derise ancora, mentre il suo braccio era stretto intorno al busto del ragazzo, l'altra mano su una sua gamba, tentando di tenerlo fermo. Stava per avere un attacco di panico, e nonostante i toni di voci alti nessuno lo aiutava. Sentì il respiro caldo dell'uomo vicino all'orecchio, e la sua mano vicino alla coscia, stringendola un poco, e un'altra era salita ad accarezzargli le labbra soffici.Minseok parlò direttamente al suo orecchio, malizioso.
"Sei così carino che quasi, quasi, potrei tenerti come animaletto, che ne dici? Avresti anche un bel collare rosso tutto per te? Eh, alettante no?. Ti prometto che quando mi sarò stancato di te,potrai comunque lavorare qui. Sono consapevole che quelli della tua classe sociale hanno bisogno di un lavoro." E quello fu il colmo. Chen giro di poco la testa, e con tutta la forza che aveva, morse quell'uomo sulla mano che giocava con la sua bocca. .Minseok più per la sorpresa che per il dolore, lascio la presa su di lui, lasciandolo libero. Il ragazzo non aspetto un minuto di più, e corse via, verso l'uscita sul retro, lanciando il grembiule dietro di sè. "Ma che diavolo?. Ti appena morso come un cane rabbioso?. Assurdo.." Minseok sentì Baekhyun mormorare incredulo quelle parole, e Kai e Sehun ridere forte ma non ci badò. Era troppo furioso e incredulo per dire qualcosa. Il segno sulla sua mano stretta a pugno iniziò a sanguinare poco. Era passa tanto tempo da quando qualcuno si era permesso di ferirlo . Il pensiero che fosse stata un insulso ragazzino lo fece infiammare dalla rabbia. Me la pagherà, lo giuro.
Kyungsoo guardò da lontano il suo amico Chen che portava le ordinazioni al tavolo dei cinque demoni, preoccupato, che quel biondino avesse qualcosa da dire sul fatto che non era stato lui a servirli, come richiesto. Molti suoi colleghi lo avevano avvertito che era meglio fare ciò che gli veniva ordinato, e molti lo avevo guardato con disprezzo, dicendogli che era stato uno stupido ad rifiutare le avences del capo. Lui si limitò a stringersi nelle spalle, poco gli portava cosa pensassero dei cagnolini ammaestrati, che al primo cenno di quei cinque, erano pronti vendersi. Invece, la cosa che gli interessava più di tutto, era uno dei suoi migliori amici alla mercè di quelle bestie . Lanciò lunghe occhiata al tavolo, tenendo d'occhio la situazione: Chen stava servendo il tavolo, ed quando aveva allungo la mano per porgere la tazza all'ultimo cliente, quello gli aveva afferrato il polso stringendolo. Il ragazzo sentì il suo cuore sussultare a quel gesto.Cosa voleva quel tizio dal suo amico? Lo avrebbe molestato come quel biondo aveva fatto con lui? Dal rossore di Chen e le risatine di quei bastardi, la risposta doveva essere sicuramente si . Girò la testa, cercando lo sguardo di Chanyeol dietro al bancone, ed dal modo inteso in cui ricambiò il suo, capì che anche lui aveva inteso la situazione. Poi portò di nuovo i suoi occhi a quel maledetto tavolo: Chen era rosso da morire ma cercava di non badare agli sguardi della sala su di lui, e rispose a tono a quel biondo, scasando la sua mano. Kyungsoo sentì i respiri di tutti fermarsi, compreso il suo. Non se la prenderanno con lui per quel gesto avventato vero?. Nessuno degli altri camerieri sembrò riprendere il proprio lavoro, troppo impegnati a guardare quella scena, così, il ragazzo non sentì più il bisogno di nascondere il suo tentativo di origliare e fingere di lavorare. Passò ancora del tempo, ed Chen non aveva finito ancora di servirli. Poi accadde qualcosa d' insolito. Il loro amico si sedette sulle gambe di quell'uomo. Probabilmente era stato costretto dato il viso rosso dalla vergogna e dalle proteste . Poi accadde qualcosa di ancora più insolito: Chen dopo un po', morse quell'uomo, si liberò della sua presa e furioso si recò verso l'uscita. Chanyeol e Kyungsoo si scambiarono uno sguardo preoccupato e insieme, lo seguirono.
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Blood sweat and tears
FanfictionNel centro della città di Tokyo é situato uno dei locali notturni più famosi ed esclusivi di tutto il Giappone: Il Bloody. Nessuno sa con precisione cosa succeda ogni notte in quel luogo, ma una cosa é certa, è impossibile per le persone comuni ent...