Non posso lavorare così!

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Alec si passò le mani sulla faccia,frustrato e nervoso. Era entrato in ufficio da poco più di due ore,e già non vedeva l'ora di rientrare a casa e farsi una doccia. Possibilmente gelata. 

Aveva passato la notte insonne per via della notizia che il suo socio Caleb gli aveva dato. Aveva anche cercato di fare mente locale,e provare a capire chi dentro l'azienda,aveva fregato il loro progetto,sostituendolo con uno fasullo e simile. Non poteva credere che lì dentro,in mezzo a loro si nascondesse un traditore. Si erano impegnati per trovare persone semplici,leali e sopratutto di cui potersi fidare,ma evidentemente non avevano fatto un buon lavoro. Era incazzato come non mai Alec,tutto il frutto di quelle notti insonni,di decine e decine di caffè bevuti per stare svegli e realizzare il loro progetto migliore,gli acquirenti acquisiti nel tempo che aspettavano con ansia,la loro nuova creazione,rischiavano di rimanere come loro: con un pugno di merda tra le mani. 

E come se non bastasse c'era lei: l'Agente sexy Béatrice Moreau. 

Aveva pensato anche a lei ieri notte: alle sue lunghe gambe fasciate da dei leggins cosi stretti che Alec gli avrebbe definiti illegali,quella maglietta bianca,dal taglio svasato e il tessuto morbido,nascondeva le sue curve e la rendeva tremendamente sensuale nella sua semplicità. Il viso senza un filo di trucco,pulito e con qualche lentiggine a contornarle il naso e gli zigomi,e quei capelli rossi... quei lunghi capelli rossi legati in uno chignon disordinato,rendevano il suo sguardo ancora più intenso e la forma degli occhi ancora più allungata. Dio,non riusciva a capacitarsi di come quella donna riusciva a farlo uscire fuori di testa. Si era dovuto trattenere nello scoppiare a ridere per via della sua entrata nello studio di Caleb,in grande stile,rimproverandolo per aver "ingravidato la sua migliore amica prima delle nozze". Non lo sapeva come aveva fatto a buttare giù quella risata che gli solleticava la gola,ma c'era riuscito. Alla grande.

Peccato che il divertimento che aveva provato poco tempo prima,fu drasticamente distrutto da Gwen. Non seguì molto la loro conversazione,percepì solo delle frasi,come "dovrai lavorare con noi e cercare di capire cosa diavolo succede",oppure "farai la segretaria di Caleb e Alec,cosi da non dettare sospetti"... ed fù così,che Alec si ritrovò la sua ossessione che girovagava nella sua azienda,da quella mattina. 

Sperò con tutto se stesso appena arrivato in ufficio,che Béatrice ci avesse ripensato e non sarebbe andata,ma si sà,che più speri una cosa e più essa non accade. Così l'aveva trovata nella saletta relax, con una tazza di caffè tra le mani appoggiata al tavolo rotondo al centro della stanza. Maledisse Caleb,Gwen,tutti i santi del paradiso e i demoni dell'inferno,mentre squadrava da capo a piedi la donna a pochi passi da lui. Le lunghe gambe di Béatrice erano racchiuse dentro una gonna a tubino e dalla vita alta,rigorosamente nera,che arrivava poco sopra il ginocchio. Una blusa rossa,con un fiocco legato ad un lato del collo fasciava il suo busto,e il piccolo cerchio al centro,lasciava intravedere il solco tra i seni. Sulle spalle invece,una giacca nera dal taglio moderno ma elegante, mentre ai piedi portava delle semplici scarpe nere e lucide dal tacco alto. Alec non seppe dire esattamente cosa pensò vedendola vestita in quel modo,in fondo era una semplice e sobria tenuta da ufficio; ma seppe dire con certezza la prima parola che gli venne in mente quando portò lo sguardo sul suo viso. 

SESSO. INCREDIBILE E SELVAGGIO SESSO. 

I lunghi capelli rossi erano legati in un morbido chignon,da cui ne fuoriuscivano alcune ciocche. Gli occhi azzurri e intensi,erano messi in evidenza dal mascara che allungava le ciglia,e un leggero ombretto grigio,le labbra... quella labbra carnose che Alec si incantava a guardare ogni volta, erano colorate da un leggero strato di rossetto color corallo. Ma non fù quello a dare il corpo di grazia all'uomo,ma bensì quegli occhiali neri dalla montatura quadrata e spessa,che Béatrice aveva appoggiati al naso. Dio,le sembrava la segretaria in uno di quei film porno che guardava quando era ragazzino,e dovette fuggire a gambe levate fuori da quella stanza,e rintanarsi nel suo ufficio con estrema urgenza,prima che lei si accorgesse del disastro che si ritrovava in mezzo alle gambe. 

- N.E.R.D. - Nata. Emarginata. Rigenerata. Desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora