- Quali sono i suoi fiori preferiti?-
Dall'altra parte della cornetta si sentì una risatina femminile. - Stai scherzando? Se quella ti vede arrivare con i fiori,fa retromarcia e ritorna a casa sua... non ci siamo scimmione. Sorprendila,fai per lei qualcosa di inusuale,di fresco... non seguire la massa,non fare quello che la maggior parte degli uomini fà. Sii te stesso,per lei sarà perfetto. -
Alec si passò una mano tra i capelli,agitato. - Si ma,era un gesto di galanteria... -
- La galanteria con Béatrice non funziona,Alec. -
L'uomo sbuffò,finendo di abbottonarsi la camicia. Erano passati alcuni giorni dal loro ultimo incontro e dal loro bacio,o meglio dai loro baci. Alec aveva lavorato sodo sul progetto che erano riusciti a recuperare,in modo tale da avviarne i lavori prima del matrimonio del suo migliore amico,che ormai si stava avvicinando sempre di più. Béatrice non lavorava più nella loro azienda,e Gwen l'aveva messa ad organizzare il matrimonio per occupare il tempo che aveva a sua disposizione. Aveva pensato a lei ogni giorno,da quella sera. Mattina,pomeriggio,sera e notte,Béatrice era un pensiero fisso e costante nella mente di Alec,e la voglia di rivederla,toccarla e abbracciarla era diventata un ossessione costante,così la sera prima l'aveva chiamata per invitarla a cena. Un appuntamento. Ufficiale.
Ricordava il tono sorpreso con la quale Béatrice aveva risposto al telefono dopo che lui si era fatto riconoscere. Ricordava il tono confuso e sommesso mentre Alec la invitava a mangiare qualcosa con lui,per passare del tempo insieme e imparare a conoscersi. Non sapeva ancora spiegarsi com'era successo,ma quella donna,in poco tempo e senza volerlo,si era insinuata dentro di lui,così in profondità,da far pensare ad Alec che probabilmente quel posto,era stato riservato a lei,da tutta una vita. Era incredibile il modo in cui Béatrice lo facesse sentire giusto,completo,uomo quando era accanto a lui,incredibile il modo in cui quando la guardava non esisteva nient'altro,se non lei. I suoi capelli rossi,la sua pelle diafana che sapeva di zucchero filato,il suo corpo alto e longilineo... e i suoi occhi color del ghiaccio. Alec pensò che se era vero che gli occhi fossero lo specchio dell'anima,lui negli occhi di Béatrice ci vedeva tutto un mondo. Un mondo che lo incantava,stregava,affascinava... negli occhi di Bibì,Alec ci vedeva il mondo che avrebbe voluto scoprire e avere,forse per pochi giorni,forse per pochi anni,o forse per tutta la vita.
Quando lei aveva accettato il suo invito a cena,inizialmente non ci credette. Era rimasto con il cellulare fermo a mezz'aria,incredulo per quello che aveva avuto il coraggio di fare,e per quello che lei aveva risposto. Era sicuro,anzi convinto che Béatrice non avesse ceduto tanto facilmente,ma che l'avesse fatto penare fino a portarlo sull'orlo della pazzia. E la voleva. Cazzo quanto la voleva. Non desiderava altro che avercela spalmata ancora addosso,le sue curve che aderivano perfettamente a lui,le mani che cercavano di toccare quanto più possibile,le labbra che baciavano quelle carnose e succose colline rosate che sapevano di ciliegia,il profumo di zucchero filato a stuzzicargli le narici,inebriandolo.
- Fai qualcosa di vero e speciale, - mormorò la voce di Gwen dall'altoparlante del telefono, - siete entrambi stracotti ormai!- ridacchiò divertita.
Alec alzò gli occhi al cielo. - Certo certo,come dici tu... ora vado biondina,salutami tuo marito- senza aspettare risposta chiuse la chiamata,e continuò a prepararsi.
Aveva prenotato in un ristorante semplice e alla mano che restava nella periferia di Detroit. Alec conosceva i proprietari da svariati anni,erano amici di famiglia e lui adorava andare a mangiare lì,in un luogo che gli ricordava i momenti felici e spensierati che aveva vissuto da bambino,in compagnia della sua famiglia al completo. Era il posto ideale per farsi conoscere da una donna come Béatrice,un posto perfetto per aprire la sua anima e mostrarle chi fosse davvero Alec Harris e com'era stato da bambino.
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- N.E.R.D. - Nata. Emarginata. Rigenerata. Desiderata.
ChickLitBéatrice Moreau,francese puro sangue,era stata estirpata dalla sua amata Parigi,per trasferirsi a Detroit a soli quattordici anni. Non aveva un papà e una mamma,ma addirittura ne aveva quattro! Bibì -chiamata cosi da quando era piccola- aveva fatto...