Un rifiuto che sa di caramelle e zucchero filato

17.2K 684 157
                                    


C'erano momenti in cui Alec sperava di non esistere. Momenti in cui avrebbe potuto continuare la sua vita senza doversi subire le lamentele continue di sua madre.

Corinne Reynold Harris era una donna di cinquantasei anni, dedita alla famiglia,mamma premurosa - per Alec anche troppo- moglie devota e cuoca eccellente. Non ci sarebbe niente di male da dire,eppure Alec per tutto il periodo della sua adolescenza l'aveva odiata. Aveva odiato il suo essere troppo apprensiva,il suo essere debole davanti alle disattenzioni di suo padre,il suo essere eccessiva nel dimostrare affetto,ma solo con il tempo Alec aveva capito cosa sua madre stesse passando: una donna tradita dal marito durante i viaggi di lavoro,vedendo naufragare un matrimonio di ventidue anni per via di una donna più giovane e forse curata meglio di quanto non facesse lei. Una madre sola,che si era ritrovata a crescere tre figli adolescenti e un bambino di sei anni,una madre stanca di dover interpretare entrambi i ruoli da genitore,una madre stanca di non riuscire a capire i propri figli,le loro angosce,i loro pensieri e le loro emozioni. 

Alec l'aveva capito tardi,e aveva cercato di recuperare quel rapporto che sembrava andato perso con gli anni,ma amava quella donna. Amava tutte le donne della sua famiglia e aveva cercato nel suo piccolo di essere una figura presente,una spalla su cui piangere,un fratello protettivo e un figlio di cui essere orgogliosi. Ma c'erano momenti,proprio come quello in cui si trovava ora,in cui detestava sua madre. Davvero. 

- Tesoro avanti,cosa ti costa? Caroline è una donna colta,dolce e determinata... perché non le dai una possibilità?- si lamentò la donna con lo sguardo implorante. 

Alec sbuffò,per l'ennesima volta. - Mamma ne abbiamo già parlato. Non ho bisogno che mi trovi una donna,so farlo benissimo da solo,e credimi in ventotto anni di vita non ho mai avuto problemi,perciò... potresti smetterla?- 

- Io voglio solo il meglio per te Alec,perché non lo capisci?- 

- E perché tu non capisci che il meglio per me,lo posso anche trovare da solo? - quasi urlò esasperato. Corinne abbassò lo sguardo,e Alec addolcì il tono di voce nel vedere la madre rabbuiarsi. - Ascolta mamma,io so che tu vuoi il meglio per me,lo hai sempre voluto,ma devi capire che se ancora in nessuna donna che mi hai presentato, ho trovato quello che cercavo,ci sarà un motivo no? Ti prego,smettiamola con questi appuntamenti ridicoli-

Corinne alzò lo sguardo,una luce di speranza negli occhi. - Non ci vuoi più andare perché hai già trovato una donna?-

Maledizione!

Alec sussultò impercettibilmente sulla poltrona bianca in cui era seduto,e cercò di stamparsi un sorriso sicuro,mentre negava con il capo. Corinne assottigliò lo sguardo,conosceva il suo pollo,e il sorriso finto che Alec aveva stampato sulle labbra non la convinceva per niente. 

- Sputa il rospo Alec Harris,sono tua madre... non potrai ingannarmi cosi- lo accusò,puntandole il dito sul petto. 

L'uomo cercò di restare serio e di non far trasparire nessuna emozione dal suo viso,nonostante dentro stesse ribollendo dalla voglia di raccontare a sua madre di quella donna che lo ossessionava da giorni. Era strano che ne volesse parlare,di solito non affrontava argomenti del genere con sua madre,e sicuramente non avrebbe voluto iniziare in quel momento. Si passò una mano tra i capelli,a disagio,nell'avere lo sguardo della sua genitrice puntato addosso,e resistette all'impulso di mandarla al diavolo. 

La porta d'ingresso si aprì,facendo spazio ad una donna dai corti capelli biondi,sistemati in un caschetto sbarazzino,due occhi neri come la pece e un sorriso luminoso sulle labbra. 

- Non ci credo,il mio dolce fratellone che viene a trovarci!- esclamò,sfilando la giacca dalle spalle. 

Alec alzò gli occhi al cielo. - Smettila Josie,lo sai che se non vengo è perché sono impegnato- 

- N.E.R.D. - Nata. Emarginata. Rigenerata. Desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora