Il silenzio regnava sovrano dentro l'ufficio di Béatrice.
Lei era ancora ferma nella stessa posizione,Alec poco dietro di lei con lo sguardo duro e le braccia incrociate al petto,Caleb si era alzato dalla poltrona e cingeva un fianco di Gwen con la mano. La tensione che si era creata lì dentro si sarebbe potuta tagliare con un dito,e Amanda non si decideva ad aprire bocca; ma Bibì le sue conclusioni le aveva tratte,e anche se la pazza psicopatica non voleva parlare,era chiaro anche ad un cieco,che dietro il furto del progetto ci fosse lei.
Béatrice sbuffò,spazientita. - Hai intenzione di parlare?-.
- Non ho niente da dire- sibilò irritata la donna,muovendo un passo verso la rossa.
- Senti Amanda,- proruppe con voce pacata Bibì, - basta solamente che dici di aver preso tu quel progetto,per fare chissà cosa non si sà... ma ti prometto che non ti succederà niente- cercò di rassicurarla.
Amanda storse la bocca in una smorfia. - E anche se fosse? Se l'avessi preso io quel progetto?-
- Sei stata tu? - si intromise Alec con voce dura, - sei tu che hai fottuto il lavoro di mesi e mesi passati senza dormire e mangiare,per vederlo a Wood?-
Amanda abbassò lo sguardo,un lampo di colpevolezza negli occhi grigi. - Io non... non volevo farlo Alec,credimi! Ma ero così furiosa,e sono così furiosa che ho agito senza pensare... ti prego,cercherò di recuperarlo te lo giuro... lui ancora non ha fatto niente - cercò di scusarsi,gesticolando nervosamente.
Alec serrò la mascella,mentre Béatrice trafficava con il cellulare. Caleb diede un pugno alla scrivania furioso, non voleva credere che proprio Amanda,una degli ingegneri di cui loro si fidavano,gli avesse traditi per... cosa? Gelosia? Vendetta? Pazzia? Gwen le si avvicinò e prese ad accarezzargli la schiena con dolcezza,cercando di infondergli un po di calma.
- Cosa accadrà adesso? - sussurrò Amanda con timore.
Béatrice scosse il capo. - Niente... forse... ma questo si chiama furto Amanda. Hai rubato un bene dell'azienda,vendendolo al miglior offerente,che poi lo avrebbe utilizzato per i suoi scopi. Non è stata poi una bella trovata,o no?-
- E tutta colpa tua!,- l'accuso lei ritrovando un pò di coraggio, - se tu non fossi arrivata prima o poi Alec si sarebbe accorto di me... invece che sbavarti dietro come un idiota!- .
- Bada a come parli,Amanda- ringhiò l'uomo minaccioso.
Un bussare lieve alla porta distrasse tutti i presenti,Béatrice con un sorrisetto sul volto camminò a passo spedito e la spalancò. Nessuno conosceva l'uomo fermo sull'uscio,tranne Béatrice e forse Alec; la rossa sorrise e fece un passo indietro,invitando silenziosamente l'uomo ad entrare nell'ufficio. Si sistemò nuovamente sul bordo della scrivania e fece una panoramica dei presenti dentro la stanza: Gwen e Caleb erano curiosi e un pò straniti,Amanda cercava di capire cosa stesse succedendo e Alec scrutava il volto dell'uomo con insistenza,sopratutto quando si avvicinò a Béatrice e le fece un baciamano.
- A cosa devo la sua richiesta di venire qui,Agente Moreau?- domandò,sorridendo affabilmente.
Béatrice si scostò una ciocca di capelli dal viso,e guardò l'uomo negli occhi con sguardo serio. - Grazie di essere venuto con così poco preavviso Comandante Morrison,- mormorò osservando Amanda sbiancare in volto con la coda dell'occhio, - ma avevo bisogno del suo aiuto -.
Il Comandante non smise di sorridere e guardare Bibì,facendo socchiudere gli occhi ad Alec dal fastidio; incrociò le braccia al petto,mettendo in evidenza i bicipiti scolpiti,e scoccò un occhiata generale alla stanza.
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- N.E.R.D. - Nata. Emarginata. Rigenerata. Desiderata.
ChickLitBéatrice Moreau,francese puro sangue,era stata estirpata dalla sua amata Parigi,per trasferirsi a Detroit a soli quattordici anni. Non aveva un papà e una mamma,ma addirittura ne aveva quattro! Bibì -chiamata cosi da quando era piccola- aveva fatto...