Capitolo 3.

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Scesi in cucina e iniziai a preparare qualcosa.

Dopo non molto mi raggiunse anche Louis

Ovviamente si era rimesso i vestiti che aveva usato per 'dormire'.

Non feci in tempo a dargli il buongiorno che già si era seduto sullo sgabello con il cucchiaio in mano, pronto a bere qualcosa di caldo dato che fuori faceva un freddo incredibile. Versai il caffè latte nelle due tazze e iniziai a buttarci dentro i miei biscotti preferiti. Louis iniziò a guardarmi male e a ridere come un pazzo, mi prendeva in giro solo perché, alla mia età, mangio ancora i biscotti a forma di animali.

Tra risate e chiacchiere si fecero le sette e un quarto. Louis guardò l'orologio e poi fissò il suo sguardo nel mio. Mi persi in quei sui occhi azzurri. Occhi di bambino, occhi di ragazzo, occhi di uomo... ecco cosa erano, occhi che raccontano. Raccontano di un ragazzo a cui basta poco per essere felice, a cui non va ripetuto in continuazione quanto sia bello o simpatico, gli basta avere accanto amici che gli vogliono bene, persone che gli regalano un sorriso sincero. E in quello eravamo molto simili. Rimasi incantata a guardare i suoi occhi fino a che lui non interruppe quel silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi.

L: "Eh.. Andiamo?"

B: "Sicuro? Abbiamo mangiato troppo, siamo sicuri di non stare male?"

Effettivamente non avevamo fatto colazione, ma addirittura un pranzo. Sono stata abituata a offrire agli ospiti tutto quello che ho in casa quindi la tavola assomigliava ad un buffet da matrimonio.

L: "Ti va bene se, invece di correre, ci facciamo una bella passeggiata?"

B: "Certo. Ti porto in un posto fantastico per camminare o fare jogging."

L: "Mi devo fidare?!" Disse cercando di essere serio, ma non gli riusciva bene.

Mi girai e lo fulminai con lo sguardo. Incrociai le braccia facendo la finta arrabbiata. Lui mi prese il viso tra le mani e mi stampò un bel bacio sulla guancia.

L: "Se fai la finta arrabbiata sei più carina?!"

B: "..." Lo guardai perplessa. "Beh, andiamo?"

L: "Si, vai avanti tu? Io non so dove andare!"

Presi le chiavi della macchina e la borsa con dentro acqua e asciugamano, chiusi la casa e salimmo in macchina. Durante il tragitto ascoltammo un pò di radio e, quando c'erano canzoni che sapevamo entrambi, cantavano a squarciagola. Avevo intenzione di portare Louis in un parco appena fuori dal centro, un parco abbastanza isolato, gusto per essere sicura di non avere paparazzi o ragazze impazzite tra i piedi. Arrivati a destinazione spensi la macchina ma non scesi subito, aspettai un commento da parte di Louis che non tardò ad arrivare.

L: "Bellissimo... È stupendo, gigantesco, isolato, lontano dai rumori della città e poi non c'è nessuno! E brava la ragazza... Mi hai stupito, ho fatto bene a fidarmi."

B: "Come siamo simpatici stamattina..."

Louis si mise a ridere rumorosamente.

Scese dalla macchina e iniziò a scaldarsi i muscoli delle gambe, scesi anche io e inizia a correre sul posto.

La scena era abbastanza bizzarra. Decidemmo di fare prima un giro calmo, camminando e parlando del più e del meno, poi avremmo fatto un giro di corsa.

Il primo giro fu abbastanza divertente in quanto lui mi raccontava dei ragazzi e di come fosse divertente vivere con loro.

Il secondo fu abbastanza stancante in quanto lui, che era allenato, correva come un atleta professionista, mentre io, che non andavo a correre tutti i giorni e quindi ero fuori forma, stavo praticamente camminando a passo svelto.

Il pomeriggio passò velocemente. Nonostante la corsa, riuscimmo a parlare e fare discorsi abbastanza seri.

Ogni volte che mi soffermavo sulle cose che stava dicendo, finivo per perdermi nei suoi occhi o le sue labbra. Pendevo letteralmente dalle sue labbra. Seguivo ogni parola, ogni singolo movimento mi faceva sciogliere il cuore. E poi la sua risata ... Era come se il mio stomaco si trasformasse in un prato fiorito, abitato da milioni e milioni di farfalle. Poche volte avevo provato quella sensazione, poche volte mi sono sentita così bene con un ragazzo.

Dopo aver fatto quattro giri del parco, che sono più o meno a 500 metri a giro, decisi di fermarmi. Mi dimenticai però di avvisare Louis che, ovviamente era qualche metro avanti a me.

La scena era piuttosto divertente. Lui che mi racconta qualche episodio in casa One Direction mentre continua a correre e io che mi fermo di colpo senza avvisarlo. Ovviamente, non sentendosi rispondere, si accorse della mia decisione e mi raggiunse.

Ci sdraiammo sul prato. Avevo deciso che quel giorno non avrei pensato al lavoro, ne ai mille problemi, ne a niente altro se non divertirmi e rilassarmi. Solo in quel momento mi fermai a pensare a quanto ero fortunata. Alla fortuna che ho avuto nell'incontrare Louis per caso. Fino al giorno dell'incontro sul treno, mi ero sempre chiesta se e quando avrei mai incontrato i miei idoli. Ed eccolo lì. Ok, non sono i One Direction al completo ma ogni fan pagherebbe oro per averne uno solo affianco anche per 10 secondi, ogni fan farebbe i salti mortali per ricevere la sua attenzione, un suo "ciao" o addirittura uno solo sguardo. Ed io ero lì, sdraiata su un prato di un parco completamente deserto con uno dei miei idoli. In quel momento mi sentivo fortunata, finalmente la ruota della fortuna stava girando anche a mio favore.

Finalmente.

Angolo di Beth:

Ecco il terzo capitolo... e qui c'è, come sempre il link del capitolo su facebook: https://www.facebook.com/LoveForOneDirection/photos/a.708145282581650.1073741835.132541850141999/712324202163758/?type=3&theater

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