Capitolo 4.

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- Il giorno dopo -

'Drin ... driin ... driiiiin'

Apro gli occhi e prendo in mano il telefono credendo che stia suonando. Guardo lo schermo e noto che non mi sta chiamando nessuno. Pensandoci bene, questo è il suono del campanello di casa. Mi alzo, scendo le scale e mi diritto verso la porta, la apro e mi trovo davanti un ragazzo giovane con in mano due grandi valige nere.

X: "La Signorina Elisabetta?"

B: "Si, sono io."

X: "Queste sono sue!"

Non mi da il tempo di dire nulla che mi pianta in mano una penna e un foglio.

X: "Firmi qui."

Mi dice indicandomi dei puntini. Firmo la ricevuta e porto in casa quelle valige giganti. Le apro, dato che non so di che cosa si tratta. Appena apro la prima, che è anche la più piccola, trovo una foto di Louis e Harry, forse una delle prime che hanno fatto. La riconosco, è stata scattata nel backstage di X-Factor. La giro e dietro c'è scritta una frase dolcissima:

"Non importa quello che le persone dicono della nostra amicizia,

di quello che facciamo insieme o di come ci comportiamo davanti alle telecamere.

Sei il mio migliore amico, non dimenticarlo.

Harry xx"

Lascio la valigia aperta sul divano e salgo dirigendomi verso la camera di Louis. Busso ma non ricevo risposta, decido di entrare. Lo trovo ancora nel letto, sta ancora dormendo, sembra un angelo. Mi avvicino e mi siedo sul lato del letto. Lo osservo. Lui si accorge subito della mia presenza e, aprendo un solo occhio, mi sorride.

L: "Buongiorno!"

B: "Buongiorno. Sono arrivate le tue valige... Perché le hai fatte recapitare a mio nome?"

L: "Ieri sera ho chiamato la reception dell'aeroporto e gli ho dato il tuo nome. Sai, se le mie fan vengono a sapere che sono qui inizierebbero a fare accampamenti davanti a casa tua e mi darebbe fastidio, voglio passare le vacanze di Natale in pace. Mi dispiace, dovevo avvisarti!" Disse abbassando lo sguardo.

B: "Tranquillo, non è un problema. Ma se lo avessi saputo, mi sarei svegliata presto."

L: "..."

B: "Beh, ora vieni in piedi e andiamo giù a fare colazione."

L: "Si, basta che non sia abbondante come quella di ieri!!"

Scoppiai a ridere e mi alzai dal letto.

L: "Ehi, ma il bacio del buongiorno non me lo dai?"

B: "Cosa? Da quando esiste il bacio del buongiorno?"

L: "Da ora, l'ho deciso io." Disse autoritario.

Gli diedi un bacio sulla guancia e scesi un cucina.

Dopo neanche dieci minuti lo sentii scendere le scale. Io avevo già iniziato a fare colazione, con la mia bella tazza di caffè latte e i miei buonissimi biscotti al cioccolato. Si mise sullo sgabello e mi fissò.

B: "Guarda che i biscotti non hanno ancora le gambe, non ti vengono incontro!" Scherzai senza nemmeno alzare lo sguardo dalla mia tazza.

L: "Scema, lo so. Era solo che è buffo guardarti mangiare."

A quelle parole, mi cadde il biscotto, schizando latte tutto intorno alla tazza. Sentii il viso prendere fuoco.

B: "Per quale strano motivo?! Non pensavo di essere un alieno sotto osservazione."

Louis si alza e, prendendo la tazza nell'armadio dietro di me, mi diede un pizzicotto sul fianco.

In quel momento sentii la mia faccia prendere fuoco nuovamente e, per nascondere il rossore, iniziai a ridere. Non soffrivo il solletico ma quando un ragazzo mi toccava/sfiorava mi veniva automatico ridere.

Appena si risiede, si versa il latte nella tazza e inizia a buttarci dentro i biscotti, tipo zuppa. Li rompeva in quattro pezzi e li buttava dentro, una volta 'sciolti' li prendeva con il cucchiaio e li mangiava.

Finita la colazione, decidemmo di andare a fare un pochino di spesa. Ero abituata a fare la spesa una volta ogni tre giorni ma con un ospite in casa non è possibile. Andammo ogniuno nella propria stanza, dopo neanche mezz'ora, stranamente ero pronta. Avevo messo le prime cose che avevo trovato aprendo l'armadio: un paio di jeans (un must del mio look) e una di quelle felpe giganti. Dovete sapere che non sono una di quelle ragazze che impiegano ore e ore a vestirsi. Dato il mio fisico abbastanza robusto, non potevo indossare qualsiasi cosa, come ad esempio non potevo mettere gli shorts, minigonne, leggins o jeans stretti, potevo solamente mettere jeans non troppo stretti e maglie non troppo attillate.

Mi vestii e mi precipitai in bagno, prima che lo occupasse Louis. Chiusi la porta dietro di me, dimenticandomi di dare un giro di chiave, aprii la trousse e presi matita e mascara. Non feci in tempo a farmi una riga sulla palpebra superiore che bussarono alla porta.

L: "Heii, posso entrare?"

B: "Vieni, mi sto solo truccando."

L: "Io devo sistemarmi i capelli."

Entrò in bagno con una sorta di trousse nera, tipo quella dei rasoi, la aprii e tirò fuori spazzola, pettine, gel e lacca.

B: "Sei peggio di una donna. Neanche io uso così tante cose contemporaneamente. Ahahah"

L: "Curo molto i miei capelli, li amo."

Lo disse come se stesse elogiando un eroe mitologico. Mancava solo la luce bianca dietro di lui e avrebbe potuto interpretare un vero e proprio eroe mitologico dopo essere sopravvissuto a una dura battaglia. Si spazzolò tutti i capelli in avanti. Prese il pettine e, aiutandosi con la mano, tirò il ciuffo all'insù. Ci mise la lacca e, aiutato sempre dalla mano, li fissò con un pò di gel, giusto per farli stare di lato. Finalmemte eravamo pronti e potemmo uscire.

Era sabato.

Era giorno di mercato.

Diciamo che, nella mia città, il mercato era luogo dove il gossip era l'unico modo per fare conversazione. Fortunatamente, per Louis, il mercato era frequentato solamente da donne con età che andavano dai 45 anni in su. Fortunatamente nessuno lo avrebbe riconosciuto, quindi poteva stare tranquillo, nessuno lo avrebbe fermato per chiedergli foto e autografi.

Passeggiammo tra i vari banchetti, tra scarpe e verdure, tra carne e pentole. Passarono le ore. La campana della chiesa suonò nove volte.

L: "Io ho un pochino di fame. Sono abituato a fare due colazioni."

B: "Sei peggio dei neonato e non mangi a tutte le ore non sei contento?"

L: "Si... Senti... *gli brontola la pancia* ... Io ho fameeee!"

Sembrava un bambino a cui era stata spenta la tv durante il suo cartone animato preferito.

B: "Ok, andiamo. Ti porto in un bar fantastico."

L: "Ci andiamo a piedi?"

B: "No, è un pochino lontano. Ci andiamo in macchina."

Tirai fuori le chiavi della macchina e, non feci in tempo a infilarle nella serratura che Louis me le tolse di mano.

L: "Adesso guido io."

B: "Ma non sai la strada."

L: "Ma ho te. Sarai il mio navigatore personale." Mi disse facendomi l'occhiolino e tirandomi a lui.

B: "Va bene." Dissi dandogli un bacio sulla guancia.

X: "Beth?"

Mi girai. Come immaginavo.

Lui, era lì davanti a me.

Lui, il ragazzo che mi aveva tormentato per anni. Gabriele.

Angolo di Beth:

Eccomi qui... Che dirvi... Vi lascio solamente il link della mia pagina facebook: https://www.facebook.com/LoveForOneDirection/photos/a.708145282581650.1073741835.132541850141999/714847198578125/?type=3&theater

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