Capitolo 5.

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B: "Gabriele?

G: "Quanto tempo... Ma, non mi presenti il tuo nuovo fidanzato?"

Non riuscivo a muovermi. Ero bloccata. La bocca mi si era seccata. Il cervello si era completamente spento. Il cuore aveva smesso di battere.

Fortunatamente Louis aveva capito la mia difficoltà e, tendendo una mano, si presentò.

L: "Piacere, io sono Louis."

G: "Piacere, io sono ...."

L: "... Gabriele!! L'avevo capito..."

B: "E comunque, non è il mio ragazzo!"

Il silenzio scese tra di noi. Il mio sguardo finì sul volto indifferente di Louis.

Lui non sapeva. Lui non conosceva Gabriele. Lui non era a conoscenza del passato tra me e Gabriele. Lo guardai ancora una volta.

B: "Beh, noi dobbiamo andare!!" Dissi, meravigliandomi di me stessa. Dove avevo trovato la voce e il coraggio per rompere il silenzio!?

G: "Allora divertitevi."

L: "Ciao amico. A presto." Disse sarcastico.

Salimmo in macchina. Louis al volante e io sul sedile affianco. Il silenzio, quel giorno, aveva deciso di farmi compagnia. Per uscire da quel momento di totale imbarazzo accesi la radio.

"E ora parliamo di cantanti... precisamente di cantanti emergenti. Parliamo della famosa boy band One Direction. Pare che i componenti della band più amata del pianeta abbiano deciso di passare le vacanze separati. Per la prima volta, ogni singolo membro ha deciso di scegliere un paese e trascorrerci le vacanze, senza il resto del gruppo.

Sarà l'inizio dello scioglimento della band? Questa è la domanda che si pone la maggior parte delle directioner. Speriamo che la risposta sia negativa. Speriamo che sia solo una piccola pausa e non l'inizio della fine..."

Spensi la radio. Guardai Louis con uno sguardo interrogativo, come se avessi un grande punto di domanda sulla testa.

L: "Lo sapevo. Sapevo che avrebbero inventato un sacco di cazzate su questa decisione."

B: "Spero che stia scherzando, giusto? Volete sciogliervi?! ... O meglio, non dovete sciogliervi!"

L: "No no, abbiamo solo deciso di passare le vacanze in cinque posti diversi. Giusto per 'distrarre' i paparazzi e i giornalisti."

B: "Non mi sembra stia funzionando, dato che sanno tutto."

L: "Non è vero. Non sanno che io sono in Italia, Liam è in Francia, Niall è in Irlanda, Zayn è in Germania e Harry è in Spagna. Non sanno quale sia la nostra destinazione. Sanno solo che ci siamo divisi."

B: "Ah, allora ... Ma, ora che sanno che siete in giro separatamente, inizieranno a setacciare ogni piccola città."

L: "Infatti, ognuno di noi, cambierà città ogni tre giorni. Almeno sarà più difficile trovarci."

B: "Aspetta, tu sei qui da tre giorni. Quindi domani devi ripartire?"

L: "Non per forza. Nessuno mi ha ancora riconosciuto. Qui nessuno sa chi sono. Diciamo che posso prolungare la mia sosta in questa città..."

Mi scappò un sorriso. Come se avessi sperato in quella risposta. Come se avessi fatto di tutto per farlo rimanere con me. Come se, con la notizia della "separazione" mi fosse crollato il mondo addosso e, con il suo sorriso e la sua decisione quel mondo si fosse alleggerito. Come se mi avessero consegnato le chiavi per il Paradiso.

Grazie a quella sua decisione mi ero completamente dimenticata della "discussione" avuta con Gabriele pochi minuti prima.

L: "Ma se andassimo a fare una gita?"

B: "Dove?"

L: "Non so. Sei tu la mia guida. Decidi tu, io non conosco nulla. Quindi, dove mi porti?"

B: "... Fammi pensare ... Intanto andiamo verso casa, prendiamo il pranzo e partiamo."

Louis annuì. Accese la macchina e si diresse verso casa. Avevo deciso di portarlo al lago. Precisamente sul lago Maggiore. Era uno dei miei posti preferiti. Anche perché lì avevo una piccola casetta. In realtà era la casa di Francy. Quando veniva a trovarmi con la famiglia, dato che aveva venduto casa sua, andava a stare lì. Invece, quando veniva da sola stava da me.

Saliti in casa, andai a farmi una doccia, Louis si diresse verso la cucina per preparare qualcosa da mangiare. Erano precisamente le 10:30. Per arrivare al lago ci volevano almeno 30 minuti.

B: "Louis? Sei pronto?"

L: "Io si, il pranzo pure, manchi solo tu!"

B: "Io sono pronta." Dissi, scendendo le scale.

Presi la borsa di carta che stava sul tavolo e, cercando di guardarci dentro, mi diressi verso la porta.

L: "No, vietato sbirciare."

B: "Ma è solo il pranzo."

L: "Si ma è una sorpresa."

B: "Okay, allora andiamo."

L: "Guido io?"

B: "No, vietato." Aprii il cassetto delle sciarpe, che stava all'ingresso, e ne tirai fuori una tutta nero. Lo presi per un braccio e, senza dargli il tempo di lamentarsi, gliela legai sugli occhi.

L: "Uuuh, ragazza misteriosa..."

B: "Non voglio rovinarti tutta la meraviglia. Quando arriviamo e toglierai la sciarpa, rimarrai completamente senza parole."

L: "Se lo dici tu. Mi fido!"

B: "Ti conviene, dato che ho io le chiavi della macchina."

Lo accomapagnai verso la macchina, tenendolo per mano. Aveva le mani soffici, come quelle di un bambino.

Devo confessare una mia 'debolezza': amo le mani della gente. È una delle prime cose che guardo di una persona. Spesso mi fermo a fissare le mani delle persone, come sono curate e come le muovono quando parlano. Non so come mai ma saprei descrivervi le mani delle persone con cui entro a contatto quotidianamente. Ovviamente, avevo 'studiato' anche quelle di Louis. Le sue mi hanno colpito molto. Stranamente, per essere un uomo, erano abbastanza curate. Non c'era nemmeno un piccolo graffietto, nemmeno un unghia tagliata male, nemmeno un callo, nemmeno una pellicina tagliata con i denti. Insomma, sembravano le mani di una donna, da quanto erano curate. Erano magre con dita lunghe.

Salimmo in macchina. Anzi, prima feci salire lui. Tolsi il giubbotto e mi misi alla guida.

Dopo qualche minuto di viaggio.

L: "Potresti accendere la radio? Se non fossi bendato, lo avrei fatto io." Disse con un pò di ironia mischiata a un pizzico di rimprovero, come se fosse stanco di avere gli occhi chiusi.

Accesi la radio senza rispondergli, mi limitai ad alzare gli occhi al cielo, come per chiudere aiuto a qualcuno. Come se fossi in cerca di tanta ma tanta pazienza. Quando faceva così era veramente insopportabile. Meno male che c'era la radio. Grazie a lei, Louis smise di lamentarsi e iniziò a cantare ogni singola canzone che passava per quel canale, le conosceva tutte. Iniziammo a cantare insieme. Iniziai anche io a cantare con lui, anche se non ero molto intonata ma, con lui affianco, mi sentivo la cantante più brava di questo mondo.


Angolo di Beth:

Ecco il capitolo e il link della pagina facebook, dove pubblico tutti i capitoli in contemporanea: https://www.facebook.com/LoveForOneDirection/photos/a.708145282581650.1073741835.132541850141999/718704091525769/?type=3&theater

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