capitolo-28

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Damon

La sto cercando in tutta casa.
Ho aperto stanza per stanza, urlato il suo nome, perlustrato il giardino.. ma nulla. Non è da nessuna parte.
Corro in camera, quella camera che doveva essere nostra per stanotte, qualcosa di solo mio e suo.
Entro e mi siedo sul letto. Mi viene il magone, sentendo il suo profumo di cocco, con il quale si lava sempre i suoi morbidissimi capelli.
Non può essere andata davvero! E poi dove? Lei non conosce questo posto.

Prendo le mie cose e corro giù per le scale.

«è inutile che la vai a cercare» mi giro e lo vedo lì, con il suo solito ghigno di chi la vuole sempre sapere fin troppo lunga

«non la lascio là fuori da sola»
Stringo i miei pugni e cerco di trattenermi dal saltargli addosso.
Si avvicina e mi appoggia una mano sulla spalla, la guardo e alzo di nuovo lo sguardo verso il suo.

«figliolo, tu sbagli sempre. Non sai tenerti mai nulla, fai scappare sempre tutti con il tuo carattere strafottente»

«ah io? Io non so tenermi nulla? E tu papà? Tu sai tenerti qualcosa o magari ho preso da te? Hai fatto scappare la mamma, lei se né andata solo per colpa tua, tu sei un fallito non io. Io.. io ci stavo provando con lei, stavo provando a dimostrarli che ci tenevo ma a quanto pare sono arrivato troppo tardi» gli urlo contro

«tua madre se né andata per conto suo, io non l'ho cacciata, io amavo tua madre, ma cosa vuoi capire tu che sei ancora un bambino. Vivi ancora nelle favole, pensi che sia tutto facile nella vita.. no mio caro, nella vita si soffre e anche tanto ma solo a te sta a saper reagire e rialzarti. Io l'ho fatto. Mi sono rialzato e ora sono più forte di prima. Pensi non abbia mai cercato tua madre? Pensi non sia mai andato a prenderla? Ma non l'ho mai trovata, mai.»

«tu non amavi mamma, tu tradivi la mamma con ragazze più giovani.. lei soffriva con te, tutte le notti piangeva.
Quante volte l'ho beccata da sola a letto che piangeva e ogni volta con me faceva finta di nulla. Sei solo un egoista. Tu volevi lei come volevi tutte le altre, era solo per te stesso non perché tenevi davvero a lei o a me. A te non te né frega un cazzo di me.. mi hai chiudo in quella casa fin troppo grande solo per tenermi fuori dai coglioni. Ero troppo ingombrante per te. Vergognati»

Me né vado di casa sbattendo la porta senza  neanche sentire la sua risposta.

Devo andare a cercarla, devo trovarla. Non posso stare senza di lei, anche se è una rompi palle che non smette di fare domande su domande. Ma non mi interessa, non voglio altro che le sue domande per tutta la vita, voglio lei e ora l'ho capito.
Proprio vero quando si dice che capisci di volere una cosa solo quando la perdi.

Nella vita si sbaglia, tutti sbagliano sempre, per rabbia, orgoglio, amore e gelosia. Si sbaglia per poter imparare, imparare a non ripetere più certi sbagli. Si sbaglia per chiedere scusa, che è quello che vorrei fare io ora, chiedergli scusa per tutte quelle volte che l'ho fatta piangere, che l'ho lasciata da sola, che non gli sono stato vicino davvero. Si sbaglia per crescere, io forse lo sto facendo troppo tardi, ma meglio tardi che mai. Nella vita non si è perfetti, siamo tutti umani ed è naturale sbagliare, l'importante è capire lo sbaglio e prenderne atto.

Sono tre ore che giro in macchina, mi sono fermato in vari bar e stazioni di servizio, ma niente. Di lei nessuna traccia.

È natale, sono le due di notte e sono in una stupidissima macchina da solo, a cercare Lily.

Vedo in lontananza un bar molto carino ancora aperto e decido di fermarmi per prendere una bottiglietta d'acqua. Scendo dalla macchina e mi rifugio là..

Appena entro un profumo di brioches appena fatte mi inebria, decido di prenderne una al cioccolato e di sedermi.

Lily

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