capitolo-24

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Ci sono momenti nella vita che non si potranno scordare mai. Momenti in cui penserai di non potercela fare, di non poter affrontare tutto da sola, momenti in cui ti senti vuoto eppure non vuoi farlo vedere, non vuoi mostrarti debole, non vuoi che gli altri pensino che tu voglia fare la vittima. Allora si sta zitti, non si dice nulla e l'unica cosa che facciamo è piangere, bere, fumare, per sentirci vivi, meno soli, più forti, invincibili..

Da quando sono morti i miei, non ho mai voluto festeggiare il mio compleanno, non né sentivo l'esigenza, mi sentivo quasi in colpa, come se io festeggiassi senza di loro potrei deluderli o addirittura ferirli, lo so posso sembrare stupida ma è così.
I miei genitori rimarranno sempre nei miei ricordi, solo le persone che mi hanno fatto nascere, che per tredici anni della mia vita non mi hanno mai fatto mancare nulla e ora che né ho diciannove posso dire che è come se una parte di loro esiste ancora perché io lo so che loro mi sorvegliano sempre.

Ieri è stato bellissimo, dopo esserci svegliati mi ha preparato lui stesso la colazione, ci siamo visti un film, stando tutto il giorno insieme, abbiamo scherzato e giocato, mi sembrava quasi tutto surreale, come un sogno ad occhi aperti che potrebbe finire da un momento all'altro.

Quando mi ha portato all'incontro, mi sono sentita per la prima volta, davvero, parte della sua vita.

Stamattina è entrato in camera mia e mi ha baciato sulla fronte, un bacio casto, ma ogni particella del mio corpo si è attivata, iniziando a farsi filmini di ogni genere, vedendo ogni parte della nostra vita fino alla vecchiaia.
Per questo mi sono alzata e mi sono rifugiata in biblioteca, dove sono tutt'ora, dove sto cercando di leggere, invano, essendo troppo occupata a pensare a lui, al suo profumo, al suo sorriso, ai suoi occhi luminosi, alle sue mani quando mi toccano e alla sensazione di pienezza che mi fa provare.
Le sua labbra carnose, che mi baciano in ogni parte del mio corpo, che mi sfiorano e mi fanno provare milioni di brividi.

"Disturbo?" Sento chiudere la porta, lo percepisco dietro di me e un sorriso involontario mi spunta "no no, stavo leggendo" si posizione sulla poltrona davanti a me e mi guarda, "cosa leggi di bello?" Oddio, non me lo ricordo neanche più, chiudo il libro e leggo il titolo "uno splendido disastro" mi sono salvata per un pelo..
"E di cosa parla?" questi libro mi ricorda lui, ma questo non gli e lo dirò mai "di due ragazzi che passano dall'odiarsi ad essere amici per poi infine non riuscire più a far meno uno dell'altro" come noi caro Damon, che mi eviti ogni due per tre e poi mi fai impazzire il restante delle volte "mmmh è famigliare" e gli spunta un sorriso che mi mozza il fiato, uno di quelli sinceri che non sempre si riesce a vedere.
Si avvicina a me e mi prende le mani, se le porta alle labbra e ci soffia sopra,un soffio leggero, per poi appoggiarci un casto bacio.
"Stasera ti porto a fare un giro, fatti trovare pronta per le 18"

"Dove andiamo?"

"Lo vedrai" sorride e esce dalla biblioteca, guardo il pendolo attaccato al muro che segna le 16.37, dovrei farcela a fare tutto.

Entro in camera mia, prendo l'accappatoio e biancheria abbinata, il reggiseno tinta unita mentre le mutandine un vedo non vedo il tutto color crema.
Entro in doccia e mi inizio a sciacquare.
Chissà dove mi porta?! Il pensiero di solo noi due chissà dove mi fa formicolare le dita dei piedi e si impossessa di me un senso di felicità.

Esco e corro in camera, mi asciugo in fretta e prendo dall'armadio un paio di jeans attillati e una felpa grigia troppo grossa per me, ma che io amo infinitamente, metto le vans bordeaux e mi asciugo i capelli.
Decido di lasciarli sciolti e ondulati.

Scendo le scale e lo vedo in sala impegnato a parlare al cellulare, entro piano per non disturbare.
Si gira e mi fissa. Mi imbarazza quando fa così, non so mai cosa pensa, magari non mi trova bella o non mi sono vestita abbastanza elegante o... dio non lo so.. troppi pensieri si formano nella mia mente, che non riesco a controllare.

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