Neshaavri
(Foresta Amazzonica)2 febbraio, anno ottocentoventi, ultimo giorno dell'era cinque
(Epoca umana 2002 d.C.)Un ciclo al sorgere del sole,
non ero ancora riuscito a prendere sonno quando la terra tremò per la prima volta sotto i nostri piedi.
Quella notte, alloggiavo in uno dei villaggi in pietra della cintura - Serkte, circa dodici chilometri a sud del Castello - ed ero in attesa di ricevere notizie dalla Kimad Naar Afir, la quale avrebbe dovuto dare alla luce un bambino nell'arco di pochi cicli.
Le pareti della casa sussultarono di nuovo, gettandomi fuori dal letto.
Mi accinsi così a uscire, ma la feroce tempesta che imperversava all'esterno scoraggiò molti ibridi come me a lasciare la propria calda abitazione.
Non sapevamo ancora di star buttando al vento quei pochi istanti di quiete che avremmo rimpianto molto presto.
...
Un ciclo e un quarto al sorgere del sole,
le scosse non accennavano a sopirsi: il terreno continuava a contorcersi e convellersi come un grande animale ferito.
Non ci volle molto perché il soffitto della casa iniziasse a cedere, trave dopo trave.
Volente o nolente, mi ritrovai improvvisamente all'esterno, nel cuore della carovana di ibridi in fuga dalle macerie delle proprie abitazioni.
Fuori, l'aria era stranamente elettrica, benché non si fosse sentito il rombo di un singolo tuono durante tutta la notte; un'impercettibile foschia argentata rischiarava i contorni degli alberi, oltre i quali si poteva scorgere l'irremovibile Castello; la pioggia scrosciante, più simile a lattescenti lacrime madreperlacee, bruciava al contatto con la pelle.
Improvvisamente la terra smise di tremare e il boato di un'esplosione mise a tacere la Foresta: l'aria fremette, si tirò e si squarciò in un atroce grido di dolore, mentre fiamme argentee invadevano il cielo sopra il Castello
In meno di un secondo, un muro d'aria si abbattè contro Serkte e calò il buio.
STAI LEGGENDO
NESHAAVRI - Il Risveglio Degli Innaturali (Volume I)
Fantasy(I volume della trilogia NESHAAVRI) La Foresta ha sempre alimentato gli incubi degli esseri umani: nemmeno il più acuto dei loro occhi può scorgere quali oscuri segreti si celano oltre l'intrico di rami e foglie; nemmeno il più fine dei loro orecchi...