Capitolo 27- Il principio di ogni follia

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~ Passato VI ~
Due anni prima, gennaio

"Sapevi di non poter remare contro la tua coscienza e hai deciso di abbandonarti completamente
ad essa. È così, piccola Kimad Naar, che sei diventata ciò che sei ora: un tutt'uno con me e il mio mondo malato, un singolo e inarrestabile ammasso di odio e rabbia che si lascia passivamente annegare tra le onde di questo mare di sangue..."

***

La colazione trascorse lenta e in modo terribilmente deprimente per lo sgangherato trio di amici, scandita dal cantilenante scrosciare della pioggia sui vetri della Sala Mense.

Sharu, sotto le continue minacce di Ruai, mandò giù qualche morso di uno stopposo toast in bianco, gentilmente concessogli da Kation, e tracannó un bicchiere di un misterioso e dolciastro succo di frutta.

Benché lo stomaco fosse concentrato nel tentativo di non cacciar fuori tutto quello di cui era stato crudelmente riempito, la mente continuava a rimanere lontana anni luce dal suo corpo: persa tra i nembi della tempesta a rincorrere Eifir per poi voltarsi all'improvviso nella speranza di rivedere May.

《Allora ragazzi che ne pensate della mia ultima idea?》Il temporale non accennava ad arrestarsi e, tra un fulmine e l'altro, Ruai continuava a speculare e cacciar fuori teorie assurde e strampalate sulla notte dell'intrusione e sul famigerato tomo scritto dal grande Moth,《Sono rimasta a pensarci tutto ieri sera e, in Biblioteca, mi sono documentata!》

Quelle parole rimanevano, però, suoni distanti e incomprensibili alle orecchie a punta del povero Jamail che cercava di destreggiarsi tra la caotica massa dei suoi pensieri.

"Eifir..."
Sembrava che gli si fosse rivoltato tutto contro, portandolo a perdere ogni stratagemma per distrarsi, ogni futilità che lo occupasse a tal punto da inghiottire qualsiasi altra congettura.

"...May ..."
Rimaneva solo quella scelta logorante che l'aveva lasciato spaccato in due: combattuto tra l'impulso sfrenato di abbandonarsi alla bellezza folgorante di Eifir e il bisogno disperato di  continuare ad inseguire l'inafferabile ragazza che gli aveva cambiato la vita.

Pieno di collera, tristezza, furia e rassegnazione, strinse con forza il coltello con il quale aveva sezionato la colazione.
Improvvisamente, come se una delle tante folgori che esplodevano nell'aria avesse deciso di colpire Sharu, una violenta scarica elettrica gli percorese il braccio, facendolo drizzare sulla sua sedia.

《Tutto ok?》chiesero Kation e Ruai quasi all'unisono, interrompendo il loro discorso non appena videro l'amico trasalire.

《Sì...credo di sì.》ripose rapido il ragazzo, osservando confuso i due sconvolti fidanzati.
Lo sguardo, poi, gli cadde sul coltello che aveva in mano.

《Te la cavi bene draghetto!》lo prese in giro Kiaghel, dopo aver parato il micidiale fendente di Sharu.

Le dita del Jamail formicolavano, impazienti di entrare in azione e fremevano di un'energia che scaturiva dall'impugnatura stessa dell'innoquo coltello,

Sharu incalzava lo sfidante con una raffica di rapidi e fulminei fendenti. Poi, sfruttando a suo vantaggio la breccia nella difesa di Kiaghel , gli fece volar via la spada dalla mano.

Aveva trionfato.

"Il duello!" quel ricordo si insinuó nella testa del Jamail e, come una folata di gelido vento, spazzó via le nubi della tempesta dalla sua mente e spedí i pensieri così lontano che a stento riusciva più sentirli.

NESHAAVRI - Il Risveglio Degli Innaturali (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora