capitolo sei

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Quando sollevai di nuovo lo sguardo, notai che lo sguardo di Zayn non era più su di me, ma sembrava guardare altrove oltre le mie spalle con un leggero cipiglio. Sbattei le palpebre, provando a trattenermi prima girarmi per vedere cosa stesse guardando Zayn. Per qualche ragione non ero sorpresa di vedere dei scuri ricci e luminosi occhi verdi ad alcuni metri di distanza da noi, ma quello che fu strano era che improvvisamente mi ricordai del sogno che avevo avuto durante la notte.

Il petalo blu.

Il petalo blu nell'oscuirtà in cui ero stata.

Poteva significare che...

"Heather. Devo andare ora." la voce di Zayn mi riportò alla realtà. Lo fissai velocemente e gli feci un debole sorriso. Lui annuì con un'espressione seria sul volto, prima di voltarsi e dirigersi alla sua prossima classe. Lo seguii con lo sguardo, prima di voltare la testa per guardare Harry, ma il punto dove stava era vuoto. Mi guardai intorno, ma, eccetto per due ragazze che chiacchieravano nelle vicinanze, il corridoio era vuoto. Era scomparso.

Sospirai prima di aggiustarmi la tracolla dello zaino. Ero già in ritardo per la mia lezione di psicologia, ma non mi affrettai. Sapevo che Carine aveva la stessa lezione e probabilmente era confusa per non avermi ancora vista. Io non l'avevo vista stamattina, quindi non sapeva cosa fosse successo a lezione di francese. E non avevo intenzione di dirglielo, piuttosto avrei continuato a nascondere tutto, convincendomi che non era importante che lo sapesse. Ma, nel retro della mia mente, sapevo di aver paura. Paura che si sarebbe schierata con loro, paura che l'avrei persa. Nonostante mi avesse supportata dopo l'incidente di un anno prima, avevi paura che alla fine avrebbe cambiato idea riguardo all'essermi amica.

Alla fine non conosceva neppure tutta la storia dietro a tutto ciò. Non sapeva di cosa ero capace di fare.

Il corridoio ora era completamente vuoto. Sentii voci soffuse da dietro le porte chiuse che si mischiavano all'eco dei miei passi mentre percorrevo il lucente pavimento. Sentii una leggera brezza fare aria sul mio volto e fluttuare tra i miei capelli castano chiaro, qualcuno probabilmente aveva aperto da qualche parte una porta.

La porta.

Mi ci volle un momento a realizzarlo e, quando lo feci, era già troppo tardi. Avevo appena superato l'entrata della scuola quando loro entrarono parlando ad alta voce. Il mio stomaco si chiuse e tutto il sangue svanì dal mio volto. Sapevo per esperienza cosa sarebbe successo se li avessi incontrati da sola, senza nessuno intorno.

Di solito andavano un po' oltre dei semplici insulti.

Provai a velocizzare il passo, ma loro mi avevano già notata. I ghigni non promettevano nulla di buono e la paura scivolò su di me mentre iniziavo a correre, nonostante sapessi fosse inutile. Austin e Boris giocavano a football, ecco perchè erano sempre stati più veloci di me e riuscivano a catturarmi facilmente.

Ciò successe anche questa volta. Prima che avessi anche il tempo di sbattere le palpebre, fui gettata in un'aula vuola e, appena il mio corpo collassò sul duro pavimento e sentii la porta chiudersi con un tonfo, seppi che avevo già perso.

"Quello di stamattina era solo l'inizio, puttana. Dato che non sembri riuscire a prendere l'incentivo a lasciare questa scuola, possiamo aiutarti a ricordare perchè dovresti farlo."

Un fitto colpo sul fianco mi causò un'ondata di dolore e sussultai. In qualche modo ero riuscita ad evitare il calcio successivo alzandomi velocemente. Quando mi voltai, il mio sguarod si bloccò in un paio di occhi blu, che una volta erano amichevoli e vivaci. Ora erano pieni di disgusto e odio, un'espressione che mi diceva direttamente che ero inutile spazzatura.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora