capitolo trentaquattro

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I miei passi echeggiarono nel corridoio vuoto mentre correvo verso le porte principali.

Dovevo uscire prima che qualcuno mi vedesse. I miei occhi erano già pieni di lacrime, nonostante avessi provato a cacciarle via.

Accelerai ulteriormente il passo e, poichè avevo di nuovo la vista annebbiata, non ci vidi bene quando spinsi le pesanti porte esterne e fu allora che urtai qualcuno. Barcollai, cercando di mantenermi in equilibrio, poi sentii delle mani forte sulla mia vita tenermi ferma. Sollevai lo sguardo e sentii il cuore saltare nel petto quando mi trovai a guardare negli occhi di Harry.

"Heth..." sussurrò, guardandomi. Ebbi il tempo di vedere della preoccupazione nei suoi occhi, prima che mi tirasse velocemente in un abbraccio. Avvolsi le braccia tremanti intorno al suo corpo e, nonostante il mio tentativo di evitare di piangere, un singhiozzo scappò dalle mie labbra. La stretta di Harry si rafforzò intorno al mio corpo e lo sentii strofinarmi la schiena con la mano in modo confortante.

E lì, tra le sue braccia, il dolore al cuore finalmente diminuì.

"Harry...mi dispiace così tanto...dovevo andare...Io..." la mia voce era leggermente tremante e le lacrime riempirono nuovamente i miei occhi.

"Shhh...possiamo parlarne dopo. Ora...dobbiamo andare via da qui," Harry mi allontanò leggermente, i suoi occhi verdi mi guardarono con un accenno di tristezza. Sentii il suo pollice asciugarmi una lacrima lungo la guancia, prima di avvolgere un braccio intorno alle spalle e tirarmi vicina mentre iniziavamo ad attraversare il cortile della scuola. Presto notai che Harry si dirigeva verso una motocicletta nera e, quando la raggiungemmo, prese due caschi dal sedile e me ne porse uno.

"Non sapevo che tu avessi una motocicletta." dissi un po' confusa e iniziai a mettermi il casco.

"In realtà non è mia. È di Danny. Me l'ha prestata oggi," Harry scrollò le spalle, sembrando un po' in imbarazzo, ma potei notare qualcosa balenare sul suo volto quando aveva detto quel nome. "Dovevo arrivare qui il più velocemente possibile e sarei arrivato prima se la polizia non mi avesse fermato per aver superato il limite di velocità. Mi hanno fatto una montagna di domande."

Harry si mise il casco nero in testa e strinse il laccio sotto il mento. Poi spinse la gamba oltre la motocicletta e mi fece segno di sedermi dietro di lui. Mi avvicinai e salii dietro di lui, prima di avvolgere attentamente le braccia intorno al suo petto.

"Chi è Danny?" dissi prima di potermi fermare. Non sapevo perchè, ma qualcosa nell'espressione di Harry mi aveva preoccupata e ora, quando potei sentire il corpo di Harry irrigidirsi, immediatamente mi pentii di averlo chiesto.

Per un momento pensai che non avrebbe risposto, ma poi sentii la sua voce leggermente smorzata a causa del casco.

"Era un mio amico. Mi ha lasciato la motocicletta un anno fa prima di trasferirsi. Lui...non è mai tornato a riprendersela."

Era.

Prestai attenzione al tempo passato, ma prima che avessi la possibilità di pensare a una qualsiasi risposta, Harry aveva già avviato la motocicletta, che ruggì. La mia presa intorno al suo corpo si rafforzò e poi ci allontanammo dal cortile della scuola.

***

"Quando ci penso...mio padre è sempre stato un uomo ambizioso. Non l'ho capito pienamente quando ero piccola. Ma dopo l'incontro di oggi...mi è stato chiaro che non sia riuscito a mettere la sua famiglia al primo posto nella sua vita. Probabilmente ci ha provato e forse in qualche modo gli importa di me e di mia madre, altrimenti non mi avrebbe difesa oggi davanti al preside Bradley. Ma comunque...la sua carriera e il suo successo sono per lui molto più importanti ed è pronto a fare qualsiasi cosa purchè li abbia."

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora