capitolo ventidue

1.6K 121 2
                                    

Deglutii nervosamente prima di voltarmi lentamente. Gli occhi verdi di Harry guardavano dritto verso di me e potei vedere qualcosa balenare in essi, prima che spostasse lo sguardo su mia madre. Lei se ne stava stranamente tranquilla a fissare Harry, che se ne stava in piedi a un paio di metri di distanza sembrando più alto del solito. Ero quasi sicura che agli occhi di mia madre lui era molto più grande di quanto fosse in realtà, perchè la vidi guardare velocemente i vestiti neri e le braccia forti, prima di spostare lo sguardo su di me. E quello sguardo mostrava disapporvazione e anche un leggero shock.

"Mamma..." inizia, ma lei mi interruppe velocemente.

"Non voglio sentire altre scuse da te. Fuori di qui. Entrambi."

"Ma..." guardai mia madre supllichevole, ottenendo soltanto uno sguardo duro.

"Hai sentito cosa ho detto, Heather. Non riesco a credere che ora esci con i ragazzi più grandi di te e che, inoltre, sembrano essere appena scappati di prigione. Scommetto che l'unica cosa che vuole è approfittarsene di te, prima di gettarti via come spazzatura."

Guardò di nuovo Harry con uno sguardo di puro disgusto, prima di riportare lo sguardo su di me.

"Non voglio vederti finchè non rinsavisci e finalmente inizi a pensare a cosa stai facendo della tua vita. Ora fuori di qui!"

Sussultai e indietreggiai. Potei già sentire la bruciante sensazione nei mie occhi, ma strinsi i denti, rifiutandomi di piangere.

"Bene, madre." dissi amaramente. "Me ne vado. Ma solo per tua informazione, non aspettarti che torni dopo aver insultato Harry, quando in realtà non sai nulla di lui."

Mi voltai ed, evitando di incontrare lo sguardo di Harry, corsi verso le scale. Avrei preso le mie cose e lasciato questa casa. E non sarei ritornata, decisamente non nel modo in cui mia madre voleva che tornassi.

Ero già a metà delle scale, quando all'improvviso sentii qualcuno afferrarmi per la vita e presto mi trovai nell'abbraccio di Harry. Non lo spinsi via, invece lo guardai, cercando di trattenere le lacrime costanti nei miei occhi. Lo sguardo dolce nei suoi occhi verdi mi confortò un po', nonostante riusciussi ancora a percepire lo sguardo duro di mia madre su di me.

Harry posò un veloce bacio sulla mia fronte, prima di prendermi il volto tra le mani.

"Posso sistemare le cose," sussurrò e guardò verso mia madre.

"No, Harry," scossi la testa, riportando la sua attenzione su di me. "Andiamocene soltanto via di qui."

Aggrottò la fronte, ma fortunatamente non iniziò a discutere. Sembrò capire che l'ultima cosa che volevo ora era che affrontasse mia madre, che sapevo era la persona più testarda. Non avrebbe cambiato idea, non importava cosa le dicevi. E, inoltre, non sarei stata capace di trattenermi se avesse detto ulteriori cose brutte su Harry. Per qualche ragione quello che aveva detto su di lui mi aveva ferito più di quello che aveva detto di me.

Afferrando la mano di Harry, mi diressi verso la camera. Dopo aver trovato la mia vecchia borsa sportiva, iniziai a camminare per la stanza, gettando roba dentro di essa. Harry mi offrì il suo aiuto, ma mormorai un silenzioso no e continuai a impacchettare le mie cose il più velocemente possibile. Alla fine andai in bagno e afferrai i miei articoli da bagno, prima di ritornare in camera mia e posarli nella borsa.

Dopo aver chiuso la cerniera, la sollevai da terra e provai a non fare una smorfia per quanto fosse pesante.

"Per favore, lasciala a me," Harry mi si avvicinò velocemente e questa volta non obbiettai, gli lasciai portare la borsa per me. Si mise la tracolla sulla spalla, prima di guardarmi. Tuttavia, non c'era pietà nei suoi occhi e ne ero grata per questo. La pietà era l'ultima cosa che volevo ora. Invece il suo sguardo era rassicuranete e, quando si avvicinò di nuovo per prendermi la mano, sentii la mia brutta sensazione svanire lentamente.

Mano nella mano, scendemmo al piano inferiore. Non vidi mia madre, nonostante sapessi che fosse ancora in casa. Lasciai vagare lo sguardo lungo le mura familiari e le stanze, ma non sentii nessuna forma di tristezza nello starmene andando. Quasta casa non era casa mia.

Sospirai profondamente, prima di afferrare la mia giacca verde scuro e mettendola sulla mia t-shirt semplice bianca. Poi misi le scarpe ai piedi. Per tutto il tempo, Harry mi aspettò pazientemente e quando gli feci cenno che ero pronta, aprì la porta principale. La sua mano trovò di nuovo la mia e lo sentii stringerla gentilmente, prima di uscire entrambi.

***

"Sicuro che non sarò un problema?" chiesi per, probabilmente, la decima volta mentre cercavo di tenere il passo di Harry. Non camminava veloce, ma le sue gambe lunghe facevano passi molto più lunghi dei miei.

Casa di Harry distava circa quarantacinque minuti dalla mia e noi stavamo camminando da quindici minuti. Potevamo prendere un pullman, ma nessuno dei due era dell'umore per aspettarlo dato che il sabato passava soltanto due volte in un'ora.

"Ne sono assolutamente sicuro. Pensi che ti lasci stare per strada?" Harry mi guardò con le sopracciglia sollevate e quando non dissi nulla, lui rispose per me. "Assolutamente no. Mi importa troppo di te."

Harry sollevò la mia mano, che era ancora nella sua, e posò un veloce bacio sul dorso, prima di farmi un piccolo sorriso. Quel piccolo gesto mi riscaldò il cuore e gli sorrisi, prima di poggiarmi alla sua spalla. Rimosse velocemente la mano dalla mia per avvolgerla intorno alle mie spalle e mi avvicinò mentre continuavamo a camminare.

"Mi dispiace che tu abbia dovuto sentire la nostra conversazione," dissi dopo un po'. "Mia madre ed io...non andiamo più tanto d'accordo da quando avevo dodici anni."

I ricordi iniziarono a ritornarmi in mente e dovetti deglutire il nodo che avevo in gola. Focalizzai lo sguardo in avanti, osservando la strada tranqulla e la fila di piccole case che erano in parte dietro i grandi alberi. Sapevo che questa area era conosciuta come la più tranquilla nella nostra città e in quel momento ero sollevata che la stessimo percorrendo.

"Non devi scusarti, Heather."

Con la coda dell'occhio, vidi Harry guardarmi, ma io non incontrai il suo sguardo. Una strana sensazione di vergogna e tristezza mi inondarono mentre i flashback della mia vita precedente continuavano a riempirmi la mente. Tuttavia, il giorno in cui tutto era iniziato fu quello che spinse tutto nel retro della mia mente. Se il braccio di Harry non fosse stato intorno alle mie spalle, mantendomi protettivamente, mi sarei già spezzata.

"Vuoi parlarne?" sentii Harry chiedere piano. Doveva aver percepito che improvvisamente il mio umore si era rabbuiato.

Lasciai uscire un profondo respiro, non avevo mai convidiviso molto del mio passato con nessuno, incluso cose che erano successe nella mia famiglia. In realtà non avevo mai detto a nessuno cosa era successo dentro la casa che avevo appena lasciato. Non mi fidavo delle persone.

Ma Harry era diverso. Con lui mi sentivo al sicuro.

Guardai il cielo coperto dalle nuvole grigie. Qualche uccello solitario lo attraversò, prima di nascondersi tra gli alberi. E fu allora che iniziai a raccontare.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora