capitolo sette

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"Cosa hai fatto?"

Furono le prime parole che lasciarono la mia bocca dopo quella che sembrò un'eternità. Non volevo sembrare dura, ma c'era un po' di biasimo nel mio tono che probabilmente Harry notò. Non sapevo ancora come fosse riuscito a fare andare via tutti dalla classe, ma tutto quello che sapevo era che non avrebbe dovuto farlo. Non avrebbe dovuto salvarmi.

Lo guardai e lo vidi accigliarsi, prima di spostare i luminosi occhi verdi su di me. Non mi rispose immediatamente, mi osservò soltanto col suo intenso sguardo. Poi lentamente fece un passo verso di me, facendomi accelerare un po' il battito del cuore.

"La domanda giusta è perchè l'ho fatto."

Le parole uscirono dalla sua bocca lentamente e a abssa voce. La sfumatura dei suoi occhi si fece più chiara mentre continuava a guardarmi. Deglutii, provando a non sembrare nervosa, c'era qualcosa negli occhi di Harry che mi faceva sentire completamente esposta e non riuscivo a scacciare quella sensazione, non importava quanto duramente ci provassi.

"Perchè l'hai fatto allora?" chiesi piano. Harry rimase in silenzio per un momento, prima di rispondere.

"Mi hai aiutato in classe mentre stavamo guardando quel video e non mi sparli alle spalle come fanno quasi tutti in questa scuola," si fermò per un momento prima di avvicinarmisi ulteriormente. Un cenno di blu balenò nei suoi occhi verdi, ma svanì velocemente prima che avessi il tempo di capire se l'avessi soltanto immaginato.

"Ma la ragione principale è che so che tutto quello che è successo quella notte e non è stata tutta colpa tua. Non voglio vederti soffrire e assumertene la responsabilità."

Ora era proprio di fronte a me, ma non riuscivo a indietreggiare. Abbassò lo sguardo, perforando il mio, e notai della risolutezza in essi.

"Non mi conosci neppure. Non sai cosa è successo quella notte." dissi velocemente, smebrando quasi senza fiato. Improvvisamente la mente mi si iniziò a riempire di flashback e un'ondata di tristezza scivolò su di me. Potevo vedere gli innocenti occhi castani di Alyson pieni di paura e disperazione, sentire la sua voce pregarci di lasciarla andare, le risate sguaiate dei ragazzi.

Chiusi gli occhi e indietreggiai, sentendomi improvvisamente stordita. Mi si strinse il petto e, mentre annaspavo in cerca d'aria disperatamente, capii che non c'era via d'uscita da ciò. Dovevo lasciarlo fare di nuovo, dovevo lasciare che la mia mente prendesse il controllo. Non ero più nell'aula, stavo camminando lungo la strada con una bottiglia di qualche bibita in mano. Il braccio di Austin colpì casualmente la mia spalla e potei sentire me stessa ridacchiare per qualcosa che mi aveva detto all'orecchio. Audrina, Callie, Fay e Stella camminavano davanti a me, gridando e ridendo ad alta voce.

"No. Non di nuovo. No," continuai a scuotere la testa, provando a scacciare l'immagine e a ritornare alla realtà, ma non mi aiutò. Vidi l'alta figura di Harry provare ad avvicinarmisi, poi sentii la sua voce mentre mi chiamava.

Non volevo che mi vedesse in questo stato, quindi provai a scappare via, ma sbattei contro un banco. L'oscurità mi inghiottì e forti voci riempirono le mie orecchie. Immagini di Alyson stesa per terra coperta di sangue balenarono davanti ai miei occhi . Sentii suonare le sirene.

Era colpa tua, Heather. Colpa tua. L'hai uccisa tu.

"Sì. Sì, lo so che sono stata io!" dissi piangendo mentre cadevo sulle ginocchia. Le lacrime iniziarono a scivolare lungo le guancie, prima che le spazzassi via velocemente. Tutto il mio corpo tremava violentemente e le mani erano strette in due pugni. Finchè non sentii qualcuno afferrarmi per le spalle e mettermi gentilmente, ma con fermezza, in piedi. Il mio sguardo incontrò quello di Harry, ma, quando provai a spostare lo sguardo, mi voltò il mento così che non avessi altra opzione che guardarlo negli occhi verdi.

Proprio quando sembrava star per dire qualcosa, la porta venne aperta e una professoressa di matematica entro con una pila di fogli. Quando ci notò, ero pronta ad afforntare qualche ramanzina, ma per qualche ragione mi sorrise.

"Va tutto bene?" chiese mentre si avvicinava alla cattedra. Mi asciugai velocemente gli occhi e deglutii.

"Sì. Stavamo soltando parlando." mormorai. La professoressa guardò Harry, poi me.

"Bene, puoi sempre dirlo a me se è qualcosa di importante e sicuramente ti aiuterò."

"Grazie," le sorrisi prima di uscire dalla classe con Harry al mio fianco. Il corridoio era già pieno di studenti, indicando che le lezioni erano appena finite e velocemente addocchiai Carine con Liam non molto lontana. Non mi notò neppure, la sua attenzione era pienamente su Liam,c he continuava a parlare con un grande sorriso sul volto e facendola ridacchiare.

Spostai lo sguardo senza neanche preoccuparmi di salutarla, perchè sapevo che probabilmente non mi aveva neppure notata. Harry era ancora accanto a me, le mani nelle tasche, e mi osservava con il suo intenso sguardo.

"Vuoi andare da un'altra parte?" chiese improvvisamente. Io annuii.

"Usciamo di qui, allora." disse piano.

Iniziammo a farci strada lungo l'affollato corridoio, prima di raggiungere le porte principali e uscire, lasciandoci la scuola dietro.

The Blue Rose [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora