6. (parte 1/2)

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Erano le 17:45 circa, fuori il cielo era grigio, sembrava piovesse a momenti. Alan se ne stava seduto davanti alla scrivania e fissava il cielo attraverso la finestra che stava alla sua sinistra. A differenza di molte persone che aveva conosciuto, Alan preferiva un cielo con nubi grigie e con pioggia al posto di uno azzurro e soleggiato, lo metteva di buon umore. Ma non riusciva a fare a meno di pensare al litigio di quella mattina: avrebbe voluto chiedere scusa anche subito, magari chiamando Luca al cellulare o inviandogli un messaggio, ma era troppo preso da se stesso e dal suo orgoglio

Perché devo essere sempre io a chiedere scusa agli altri? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato stavolta? No! Dev'essere lui a chiedermi scusa, i piedi in testa non me li faccio mettere!

Era questo il pensiero principale di Alan, ma di lì a poco gli arrivò un messaggio: era Luca

<<Stasera devo uscire con Elena e Jessica e ho pensato che sarebbe un buon modo per vederti con Elena. Fammi sapere se vieni. Ah, e scusa per oggi.>>

Alan dimenticò completamente ciò che era accaduto quel giorno, diede per scontato il fatto che avesse scusato Luca e subito rispose

<<Certamente! Quando ci vediamo?>>

<<Alle 20:00 davanti al monumento ai caduti in guerra>>

<<Ci sarò!>>

Rispose in fine Alan. Gettò il telefono sul letto alle proprie spalle ed esultò di gioia. Guardò l'ora sull'orologio a muro sopra la sua scrivania e disse entusiasta

<<Grazie Luca!>>.

In quel momento la porta si aprì timidamente e Alan voltandosi vide il fratello che chiedeva

<<Posso?>>

<<Si, entra.>>

Rispose Alan che ancora ce l'aveva con lui per la sua idea di trasferirsi a Roma. Michele prese una sedia di legno, accostata alla parete subito dopo la porta, e dopo essersi seduto di fronte al fratello disse

<<Come va a scuola? Ancora problemi con i compagni di classe?>>

<<No, va tutto bene.>>

rispose seccamente Alan, Michele sospirò e disse

<<So che il fatto che mi voglio trasferire ti dà fastidio, ma questo non cambia il fatto che siamo fratelli ed io ho tutto il diritto di preoccuparmi per te. Vorrei solo che mi dicessi se qualcosa non va. E potresti iniziare col spiegarmi perché cerchi sempre di nascondere il braccio sinistro.>>

Appena udì quelle parole, Alan, che non aveva incrociato lo sguardo del fratello nemmeno per un'istante, lo fissò con aria stupita mentre l'agitazione e la paura di essere stato scoperto iniziavano ad attanagliarlo. Vedendo la reazione del fratello, Michele accennò ad un sorriso soddisfatto e disse

<<Allora c'è davvero un motivo serio per cui lo nascondevi. Se ne sono accorti anche mamma e papà, non sei mai stato bravo a nascondere le cose. Mamma è davvero preoccupata per il fatto che ultimamente passi i pomeriggi chiuso qui da solo, evidentemente senza studiare.>>

Alan disse la prima cosa che gli venne in mente

<<Non nascondo nulla e non è vero che non studio, hai visto i miei ultimi voti?>>

<<Se non hai niente da nascondere non avrai problemi a mostrarmi il braccio sinistro, no?>>

Alan non si mosse non disse nulla, si era messo alle strette da solo. Ma dopo degli interminabili secondi, Michele chiese

Viaggio nel mondo intermedioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora