13.

45 5 20
                                    

Alan ed Eleonore stavano percorrendo la strada indicata loro dall'affabile cavaliere Argalìa, in silenzio e prestando l'orecchio ad ogni minimo suono proveniente dalla boscaglia, in una quiete quasi religiosa. Il paesaggio era lo stesso per quanto camminavano: alberi a destra e a sinistra, e il sentiero sterrato che stavano percorrendo, solo questi gli elementi che caratterizzavano quella parte del bosco. Fu Eleonore, stanca di tutto quel silenzio, a parlare per prima

<<Perché non ti fidi di quell'uomo gentile?>>

Alan rispose trattenendosi dallo sbuffare

<<Nessuno sbuca così all'improvviso minacciandoti e si offre di aiutarti dopo aver visto una bambina.>>

Il ragionamento di Alan era giusto, tuttavia quelli non erano i suoi veri pensieri, la sua diffidenza e il suo screditare Argalìa erano solo frutto del suo orgoglio ferito e del fatto che trovava fastidioso che qualcun'altro si immischiasse dicendogli cosa fare e come farlo, facendolo sentire non adatto a quel compito. La ragazzina borbottò

<<Non credi che qualcuno possa avere solo buone intenzioni? Gesù disse di aiutare sempre il nostro prossimo!>>

Alan sospirò pensando

Che sciocchezze...

<<Guarda che non troverai quasi nessuno che segue i valori cristiani, Eleonore. La gente, in genere, si è abbastanza evoluta per non credere più ciecamente a certe cose.>>

La ragazzina si fermò a fissarlo con sguardo mortificato, in quel momento Alan pensò che forse avrebbe potuto smussare le sue parole e tenersi per se i propri pensieri, così provò a dire qualcosa ma la ragazzina esclamò

<<Solo perché tu sei uno stupido che non capisce niente e che farebbero qualcosa solo per guadagnarci, non vuol dire che gli altri non possano essere diversi da te!>>

Alan rimase stupito, ma poi, senza nemmeno pensarci troppo, ribatté

<<Guarda che qui lo stupido non sono io! Non sono io che credo in qualcosa che non vedo e di cui non ho mai avuto alcuna prova! E di certo non sono io che utilizzo questa fede cieca come metro di misura per valutare le persone!>>

<<Vedi?! - esclamò Eleonore impuntando i piedi a terra e stringendo i pugni - Sei così stupido che non ti capisco nemmeno quando parli!>>

Detto questo prese a correre avanti ad Alan, incamminandosi da sola verso il ponte. Alan le urlò dietro di fermarsi, ma lei lo ignorò completamente. Il ragazzo calciò un sasso con fare arrabbiato e disse

<<Che bambina immatura!>>.

Fu solo in quel momento che, pensando a dove stesse andando la ragazzina, realizzò che, se Argalìa li avesse per davvero mentiti, Eleonore poteva star per cadere in una trappola. Senza esitare percorse con l'indice i contorni della stella a quattro punte che aveva sull'avambraccio ed ebbe una visione:

Davanti ai suoi occhi vi era una liscia parete di roccia, con qualche pittura lupestre e illuminata da una torcia che era setacciata alla cieca dalle minute mani di Eloeonore, sentì sguainare una spada e quando abbassò lo sguardo, vide che la lama trapassava di parte in parte il corpo della ragazzina.

Ritornato alla realtà, gettò al suolo la propria borsa da scuola, e corse a perdifiato per raggiungere la compagna di viaggio. Dopo non molto giunse ad un ponte di roccia chiara, ricoperto di muschio ai lati, e sospeso nel vuoto, a metà ponte vi era Eleonore che camminava con un'andatura lenta

<<Hey! Fermati!>>

Esclamò il ragazzo, lei si voltò a guardarlo con sguardo incattivito e lui disse con fare prudente

Viaggio nel mondo intermedioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora