Viaggio nel mondo intermedio

11.

Le tenebre non avevano ancora lasciato il cielo sopra il monastero ma Alan sapeva che dovevano essere passate delle ore da quando aveva accettato di scortare la strega al Santuario. Aveva dormito e mangiato ed era stato portato nella stanza di frate Roben dove avevano iniziato a discutere del percorso da seguire, mentre guardavano una mappa su cui era rappresentata una porzione del mondo.

<<Cerca di evitare l'interno del bosco, ci sono animali pericolosi, ma non preoccuparti, dopo essere passato per il vecchio arco in pietra, i dinosauri non saranno più un problema.>>

Alan annuì cercando di imprimere le informazioni nella propria mente, poi chiese

<<C'è qualche pericolo particolare da cui mi devo guardare?>>

Il frate ci pensò un attimo, poi rispose guardandolo negli occhi

<<I soldati del Re. Stai molto attento, non si vedono molto al di fuori del regno, ma la loro presenza cresce al diminuire della distanza dalla Città.>>

Alan aveva ormai capito che per i frati, qualsiasi cosa riguardasse il Re non era degna di essere pronunciata per nome.

<<Sono soldati comuni, no? Non possono sapere che io ho questo dono. Perché dovrebbero darmi problemi?>>

Roben avvicinò la testa pelata al viso di Alan e gli sussurrò all'orecchio

<<Non sappiamo fino a quanto il suo controllo si estenda su questo mondo. E i suoi soldati, non sono normali guerrieri.>>

Con uno scatto si allontanò da Alan, che iniziava a notare il suo comportamento strano, poi si avvicinò ad una pergamena fissa al muro e la indicò con l'indice

<<Questo è il tipo di soldati che il re ha nel suo esercito!>>

Alan si avvicinò al foglio e vide che vi era disegnata una strana figura magra, quasi scheletrica, con quattro occhi aguzzi e braccia lunghe che terminavano in una mano sproporzionatamente grande chiusa a pugno. Alan assunse un'espressione accigliata e stava per mettersi a ridere pensando

Nel passato non è mica esistito un qualcosa di simile e non credo esisterà nel futuro! È solo un'esagerazione, un'esagerazione con le mani di Gianni Morandi...

Ma frate Roben continuò

<<Sono mostri in grado di resistere a colpi che ucciderebbero all'istante un uomo! Sono esseri evanescenti! Incompleti! Qualcosa che NON doveva esistere! Stacci molto attento! Il Re vuole il tuo dono! Cercherà di portarti dalla sua parte come ha fatto con quelli prima di te! E ciò di cui abbiamo bisogno è un quinto apostata! - Gli mise una mano sulla spalla e disse - Stammi bene a sentire Alan, tu al momento puoi fidarti solo di noi. Porta quella strega al santuario e poi torna qui. Ma mi raccomando: non fidarti per alcun motivo di lei! Non lasciarti confondere dai suoi modi di fare affabili che potrebbero trarti in inganno! Lei è un male e va purificato! Non le accadrà nulla di spiacevole quando sarà al santuario, non preoccuparti. Chiaro?>>

Alan annuì con convinzione, era certo che quell'uomo dicesse la verità e di lui si fidava ciecamente. Un frate entrò in stanza con in mano un fodero rosso abbastanza semplice, con placche metalliche sulla punta inferiore e ai lati del foro di entrata della lama. Dal fodero sporgeva un'impugnatura di spada ma sembrava non esserci una guardia come quelle presenti nelle spade medioevali. Gli occhi di Alan si fecero sognanti nel vedersi consegnata una spada: ne aveva sempre voluta una come i personaggi dei libri che leggeva. Entusiasta e impaziente di saggiarla, il ragazzo prese la spada che il frate gli aveva portato e la estrasse dal fodero con un sorriso stampato sul volto: era un gladio romano dal discreto peso, con la lama di metallo lucido su cui, per buona parte della sua lunghezza, vi era inciso un lungo segno molto lavorato. La lama era molto affilata da entrambi i lati e il pomolo era molto bombato. Alan era così preso dall'ebrezza di ciò che stava vivendo che non si pose minimamente il problema che lui non aveva mai impugnato una spada prima di quel momento. Gli fecero indossare una cintura a cui assicurare l'arma e una leggera armatura, formata dalle spalline in cuoio, degli avambracci di metallo e da un busto in cuoio. Mentre i frati aiutavano Alan ad indossare l'armatura, frate Roben disse