17.

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Il vento soffiava forte, entrava nel vecchio granaio attraverso i buchi nelle mura di legno, Alan ed Eleonore si erano nascosti lì dentro per cercare di sfuggire ai propri inseguitori ma il ragazzo non era convinto di qualcosa

Quel tipo che mi ha quasi colpito con una freccia, ci ha visti sicuramente entrare qui, se avesse voluto uccidermi sarebbe potuto entrare...oppure potrebbe riferire alle guardie che siamo entrati qui...

I suoi pensieri si interruppero di colpo quando sentirono il grosso portone cigolare, qualcuno sussurrò

<<Noi andiamo avanti, voi cercate di non farvi sfuggire nulla.>>

Alan fece un respiro profondo, il piccolo gruppo di uomini camminava sulle punte, ciò rendeva difficile anche cercare di capire dove si trovassero senza vederli. 

<<Eleonore vai di lì, fai piano e stai bassa.>>

Le disse Alan cercando di tenere un tono di voce più basso possibile. La ragazzina fece di sì col capo e si diresse verso le stalle vuote

C'è una piccola finestra, possiamo passare da lì, io forse no ma lei di sicuro, in quel caso, spero se la sappia cavare.

Pensò Alan in agitazione. Quando la ragazzina si fu nascosta dietro ad una delle basse porte in legno Alan stava per partire, ma sentì un rumore alle sue spalle, si voltò di scatto e fu raggiunto da un pugno che lo colpì all'occhio sinistro. Il ragazzo cadde all'indietro, era intontito, si tenne con una mano la parte colpita e si tirò su col busto, iniziando ad arretrare e sentendosi subito come un topo in gabbia. L'uomo che gli si parava di fronte era alto, robusto, indossava una corazza in metallo bianco, con alcune piccole parti del corpo, quelle meno vitali, scoperte. Indossava una specie di casco con una visiera nera dalla forma triangolare ma con gli angoli arrotondati e un tubo non molto spesso collegava la nuca del casco ad una protuberanza, anch'essa vagamente triangolare, posta sulla schiena, un po' più in basso della base del collo. Alan, vedendo quella corazza, ebbe l'impressione che fosse qualcosa proveniente dal futuro rispetto al suo tempo e che il suo gladio non sarebbe mai riuscito fare qualcosa che sia più di scalfire una cosa simile. 

<<Ne ho trovato uno.>>

Esclamò l'uomo con voce distorta, Alan si mise in piedi di scatto ed estrasse il gladio con la mano sana che, per inciso, era la mano sinistra mentre lui era destròrso. L'uomo disse con voce autoritaria 

<<Abbassa quell'arma!>>

 <<E tu lasciami passare.>>

Gli rispose Alan, l'uomo dopo un istante scattò verso di lui e lo disarmò con una facilità imbarazzante.

<<Questo è un aggravante, lo sai vero? Hai minacciato una guardia.>>

Estrasse delle manette nere e si avvicinò ad Alan ma il ragazzo continuò ad opporre resistenza, la guardia afferrò un manganello telescopico e stava per colpire Alan, ma quest'ultimo sentì di dover reagire, avvertì una scarica percorrergli interamente la spina dorsale, passare per la spalla e inondargli il braccio, spinto dalla foga, colpì l'uomo in pieno viso: la visiera si frantumò, mentre il polimero di cui era composto l'elmo venne piegato dalla forza del colpo e l'uomo fu scaraventato a distanza, contro uno spesso pilastro di legno. Alan, mentre riprendeva fiato, esclamò

<<Eleonore! Vieni! Muoviti!>>

Prese da terra il proprio gladio e iniziò a correre verso la porta, in quel momento ebbe una rapidissima visione:

Alan usciva di corsa dal portone e una guardia sparava un colpo di avvertimento, mirando di proposito poco di fianco al ragazzo, colpendo invece Eleonore che in quel momento usciva dal portone.

Viaggio nel mondo intermedioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora