Neanche per sogno

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Io e le tre mie amiche camminavamo lungo il viale l'una stretta al braccio dell'altra, quasi come se fossimo parte di Gossip Girl o robe simili, l'infanzia passata tutte insieme ci rendeva molto unite e fiduciose nelle altre.

Tutte avevano fretta di concludere l'affare per tornare al proprio lavoro, a parte me, che un lavoro non l'avevo o meglio, non ancora.

Ero la più piccola delle quattro, vent'anni appena, e frequentavo ancora l'università sperando di diventare un giorno una famosa giornalista, anche se da piccola mi vedevo cantare sui palchi di tutto il mondo con un casino di gente che cantava i testi delle miei canzoni, poco ambiziosa eh?

Arrivate proprio davanti la meta Kelly e Selma smisero di ridacchiare e si voltarono verso Meggie e me, un passo dietro loro

"Chi entra per prima?" domandò Kelly, la riccia aveva un completo d'ufficio rosso sangue con tacchi abbinati e calze nere, molto 'Il diavolo veste prada' che la facevano sembrare molto più donna di quanto in realtà fosse a 23 anni appena compiuti

"Và tu per prima" rispose Meggie lasciando il mio braccio alla quale era stata aggrappata tutto il tempo, era alta e magra, indossava un jeans, una t-shirt e delle converse, per il lavoro da barista part-time per pagarsi gli studi il suo abbigliamento andava più che bene

"Ok, ho capito entro io" fece Selma, la più simile a me fisicamente, aveva lunghi capelli castani che le ricadevano sulla schiena, se non fosse stato che i miei erano leggermente ondulati sarebbero stati perfettamente identici, indossava una camicia a quadri, gonna di jeans con degli stivali borchiati neri, prestatigli dalla sottoscritta, era la più giovane dopo me e Catlin, la ragazza per cui noi quattro ci trovavamo in quel posto terribilmente imbarazzante.

"Salve dolcezze, posso esservi utile?" l'uomo sulla quarantina, alto e affascinante che si nascondeva dietro al bancone rosso fuoco ci metteva non poco in soggezione, tanto che prima di proferire parola ci spintonammo più volte tra di noi per decidere chi dovesse parlare

"Si, magari... ecco, siamo qui perchè tra qualche giorno, Catlin, una nostra cara amica compierà 21 anni, e sa come funziona no? vorremmo... vorremo farle qualcosa di particolare.." Kelly smise di parlare in attesa che l'uomo afferrasse le sue intenzioni

"Assolutamente, e che tipo di.. particolare desiderate? biondo? moro? alto? muscoloso? o tutti e quatto?" rispose l'uomo con nonchalance, d'altronde era il suo lavoro, chissà quante altre donne si erano presentate in quell'agenzia chiedendo di avere un tipo abbastanza figo da far andare gli ormoni di un gruppo di ragazze in palla.

Ci guardammo negli occhi a turno e a me non venne altro in mente di andare a sotterrarmi dalla vergogna, perché avevo rinunciato ad una mattinata di relax per ridurmi a quello? poi Kelly, finalmente ruppe il silenzio imbarazzante

"In realtà non importa molto, ci fidiamo ciecamente.. signor.." s'interruppe per leggere la targhetta attaccata alla camicia bianca

"Shon" poi ammiccò come solo Kelly sapeva fare

"Perfetto..." ci fu un attimo di esitazione poiché l'uomo, meglio conosciuto come Shon, ci guardò come per chiedere conferma di ciò che stavamo facendo e noi non facemmo altro che guardarlo imbarazzate e insicure, o perlomeno io lo feci. Se non fosse stato per Kelly che, ancora una volta, ruppe il silenzio intorno a noi

"Stia tranquillo Shon, non glielo sciupiamo mica..." chiunque abbia detto che l'età facesse l'esperienza di una persona in quel momento si sbagliava di grosso. Io, non sarei mai riuscita a dire una cosa del genere senza risultare una malata di sesso, mentre Kelly no, Kelly risultava terribilmente sexy e per niente impacciata.

Non finì i miei pensieri imbarazzanti riguardanti la festa, che mi nascevano uno dopo l'altro in testa, che nel negozio, per così definire un'agenzia per "affittare" spogliarellisti, entrò un tipo alto e non troppo muscoloso, aveva la carnagione chiara, ma non troppo, gli occhi di un verde brillante e dei ricci che spuntavano dal cappello nero che portava con la visiera all'indietro. Probabilmente era uno spogliarellista, e se non lo era dal fisico scolpito che si ritrovava, avrebbe potuto esserlo benissimo

"Ooooh, giusto in tempo Harry" disse Shon uscendo dal bancone e andandogli incontro

"Giusto in tempo per un nuovo lavoretto" continuò poi, facendo spalancare i miei profondi occhi azzurri. Lavorava lì, come avevo immaginato

"Andrà bene per la vostra festa?" chiese Shon indicando il ragazzo da capo a piede e soffermandosi su di me per qualche assurda ragione

"Oh.. io, io credo di si" risposi cercando di non risultare goffa.

Tananana, Missione fallita.

"Ragazze, io sono Harry" Harry ci parlava come se ci conoscesse da una vita, aveva la voce roca, indossava una T-shirt bianca e dei pantaloni neri con un enorme strappo sul ginocchio destro e degli orribili stivaletti marroni molto consumati. A parte per lo stile strambo era un tipo che non avrei dimenticato facilmente. Con la paga che riceveva non poteva comprarsi degli stivali decenti almeno?

"Perfetto, io sono Kelly, la rossa è Selma, lei è Meggie e questo amore qui è Niky" disse la mia amica cingendomi le mani sulle spalle come fa una madre orgogliosa della propria figlia. Ok che ero la più piccola, ma mi stavano trattando come una bambina o cosa? due o tre anni al massimo di differenza da loro non mi facevano mica la più ingenua, o forse si? Forse il fatto che indossassi un vestito a fiori blu con dei sandali aperti in confronto alla bomba sexy di Kelly vestita con il completo da ufficio dove lavorava per il padre mi rendeva una quindicenne, ma non lo ero!

"Passiamo a cose più importanti" fece d'un tratto Meggie

"Quanto ci costerebbe questo Harry per una serata?" continuò poi con mio stupore

"Solo 3000 dollari" la bocca delle altre si spalancò senza proferire parola mentre la mia cominciò a parlare senza avviso

"Cosa? Neanche per sogno!" inutile dire che gli sguardi di tutti i presenti si puntarono su di me e sulla mia sfacciataggine, mentre io mi rendevo lentamente conto della figuraccia che avevo fatto urlando in quel modo

"Voglio dire...cioé...3000 dollari.." non sapevo cos'altro aggiungere. Insomma quell'Harry era bello, affascinante, ed emanava un profumo abbastanza buono ma... era troppo, troppo esagerato un prezzo del genere solo per far urlare qualche ragazza e cacciare una mutandina o due a fine serata.

Per la festa di compleanno a sorpresa di Catlin avremmo dovuto divertirci, non rimurginare sulle nostre tasche vuote

"Credo che la mia amica abbia ragione" disse Selma schierandosi dalla mia parte.

"Il nostro budget si ferma ai 2.200 dollari, e dobbiamo pensare anche al cibo e tutto il resto, so che questo probabilmente non vi importa ma stiamo lavorando duramente per farla felice e uno sconto ci farebbe davvero comodo" oooh Selma, ma quanto era saggia? Vai così, diritto al cuore per farli intenerire.

"Bene Harry, a te la scelta" fece Shon indicando col palmo della mano il ragazzo

"Io.. beh, io credo che possa andare più che bene abbassare un po' la posta" quell'Harry mi stava fissando, mi stava fissando sorridendo e squadrando il mio corpo da capo a piedi, cosa diavolo.. perché? Pensava che non me ne fossi accorta per caso? non era me che doveva impressionare con le sue doti da "faccio tutto io bellezza", qualcuno lo avrebbe dovuto fare smettere all'istante. Per fortuna dopo qualche secondo quel qualcuno, cioé la mia amica Kelly, si decise a parlare

"Ok, non perdiamo tempo allora.. ho del lavoro da sbrigare, non mi vesto così tutti i giorni io.."

"Io devo scappare, sono venuto per dirti che tutto è andato perfettamente" si rivolse a Shon e poi a noi, o meglio, a me

"Sono sicuro che accetterete il mio numero da Shon, conto di sentirvi presto ragazze" disse poi guardando tutte

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"Devi chiamarlo tu" Meggie mi cinse il braccio e mi guardò seria mentre aspettavamo di attraversare la strada affollata

"Cosa? perché dovrei? non mi piace nemmeno l'idea dello spogliarellista alla festa!" feci corrugando la fronte

"Meggie ha ragione, hai visto come tu fissava? forse ti trovava interessante e magari se lo chiami tu sicuramente ci farà un ulteriore sconto"

"Vi siete bevute il cervello?" fu l'unica frase che riuscì a dire

"Non vorrai spendere tutti i tuoi risparmi per uno spogliarellista..." continuò Selma

"Oooh per l'amor del cielo, smettetela! siete ridicole" si erano messe tutte contro di me, uno contro tre, colpo basso ragazze.

Qualcosa mi diceva che avrei dovuto chiamarlo io.

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