Gran Dio dei miei coglioni

4.9K 272 38
                                    



ADE

Le labbra della Dea erano dolci come miele, dovevo stare attento altrimenti mi sarebbe venuta voglia di divorarle.

Strinsi ancor più saldamente la Dea e di conseguenza lei si arrese con un gemito avvicinandosi ancora di più, tutto quello stava seriamente rischiando di darmi alla testa.

Sapevo che non mi sarei potuto staccare per nessuna ragione al mondo.

E invece...

Lei mi spinse con forza costringendomi ad allontanarmi da ciò che desideravo.

"BASTA!" Urlò scossa guardandomi mentre cercava di riprendere fiato. Dal canto mio ero più sconvolto di lei.

Sbuffai.

Le donne che siano mortali o immortali chi le capisce è bravo, prima mi chiede di baciarla e poi mi respinge?!

Questo non faceva di certo bene per l'ego di un uomo.

"Ma cosa ti prende?!" Le chiesi ma nessuna risposta mi venne data.

La cosa iniziava seriamente a seccarmi così mi avvicinai rabbioso.

"Cosa fai?! Un attimo prima vuoi uccidermi e l'attimo dopo mi chiedi di baciarti come se non ci fosse un domani e adesso mi respingi?! Hai dato della cagna in calore ad Era, ma qua l'unica che sembra non avere la minima idea di quello che sta facendo sei tu! Stai giocando col fuoco ragazzina." Non era esattamente il modo giusto di affrontare l'inizio di una discussione, ma a dirla tutta... non me ne fregava un cazzo di cosa potesse essere appropriato o no.

Forse avrei dovuto sedurla e invece era lei a sedurre me, per la prima volta non avevo la più pallida idea di cosa dovessi fare.

Vaffanculo!

Sospirai e feci una cosa che andava assolutamente contro tutto il mio essere: Cercai di essere razionale e comprensivo.

Alzai la mano per posarla sulla sua spalla cercando di richiamare la sua attenzione, quando sollevò gli occhi verdi su di me rimasi di stucco.

Era paura quello che le leggevo negli occhi?!

Per tutto il fuoco dell'Erebo!

"Cosa succede Fiorellino?!" Le chiesi ma lei continuava a tacere.

Dopo un po' di tempo che parve infinito, lei distolse lo sguardo ponendolo verso il sole, era lì ma in realtà era molto lontana da me.

"Dobbiamo rimetterci in marcia, non abbiamo più molto tempo." Non aspettò nemmeno una risposta, e di contro non mi diede nemmeno il tempo di dire alcunché, si voltò e prese a camminare emettendo un fischio acuto per richiamare la sua cavalcatura.

La rabbia riprese il sopravvento... Piccola subdola Dea! Stava forse giocando con me?!

Le avrei insegnato che non si poteva scherzare col fuoco.

Ripresi possesso della mia armatura e poi richiamai Bucefalo, il mio cavallo rispose con un nitrito spaventoso rispecchiando in pieno le mie emozioni, come sempre del resto, era legato a me come io a lui.

Cavalcammo in silenzio per circa due ore prima di decidermi a chiarire le cose, in quel lasso di tempo la mia sopportazione si era ridotto al minimo storico.

"Che cazzo c'è che non va in te?!" Le chiesi cortesemente... Si forse non proprio, ma almeno ci provai, se fossimo stati nell'Ade questo non sarebbe mai accaduto, avrei ucciso chiunque mi avesse mancato di rispetto.

Stai rischiando grosso Fiorellino.

Lei cercando di calmare il suo cavallo spaventato dal mio si prese il tempo di squadrarmi come se fossi stato io ad avere un comportamento irragionevole.

"Davvero Ade nulla. Tu sei perfetto é tutta colpa mia." Disse in un tono talmente accomodante che anche un sordo avrebbe capito quanto quella fosse una presa per il culo.

Per tutto il fuoco dell'Ade!

Quella Dea mi avrebbe fatto impazzire.

Con ancora più rabbia in corpo scesi con una balzo fluido da Bucefalo e le andai vicino, lei alzò il sopracciglio come a dire: 'E adesso cosa vuoi?!'.

Adesso le avrei fatto vedere io chi comanda.

La trascinai giù dallo stallone costringendola a guardarmi negli occhi, la rabbia ardeva talmente forte, sapevo anche senza guardarla quanto la Dea poteva sentirsi impaurita per colpa dei miei occhi che stavano vorticando come tizzoni ardenti.

"STO PER PERDERE LA PAZIENZA PERSEFONE O MI DICI COSA CAZZO HAI DI TUA SPONTANEA VOLONTÀ OPPURE TE LO FARÒ DIRE IO!!" La mia voce uscì dalla mia bocca in modo amara e roca con un eco profondo delle ombre più oscure che desideravano uscire.

La Dea parve solo per un momento spaventata, tremava e fece per aprire la bocca...

Ecco adesso avrebbe parlato, nessuno riusciva a contraddirmi per troppo tempo.

"É forse una minaccia gran Dio dei miei coglioni?!" Mi urlò di rimando lei.

Cos..?!

Notando meglio la Dea capii che il suo corpo tremava sì ma di rabbia trattenuta non di paura e la sua voce era perfettamente ferma.

Lei non aveva paura di me.

Questa era proprio una novità... Uh e come mi aveva chiamato?!

Gran Dio dei miei coglioni.

Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.

Questo mio comportamento fece scattare il mio Fiorellino, vidi la sua rabbia farsi più accentuata fino a che non prese a divincolarsi dalla mia stretta.

"Lasciami andare o metti in pratica le tue minacce o penserò che il grande e potente Ade fa minacce che non può mantenere." Mi urlò contro.

Ero sconcertato, non volevo farle veramente del male ma non volevo nemmeno pensasse di essere libera di mancarmi di rispetto.

La baciai, un bacio punitivo preso con forza.

La sua resistenza fu immediata ma invece di lasciarla andare la strinsi costringendola ad arrendersi, dopo pochi secondi la sentii ricambiare il bacio.

"Bravo il mio Fiorellino ubbidiente." Le sussurrai prima di riprendere a baciarla.

E... Come la prima volta andò tutto a puttane.

Dovetti interrompere il bacio perché fui molto concentrato a boccheggiare piegato, come un coglione, in due.

La stronzetta mi aveva appena dato una ginocchiata lì dove si sarebbe dovuto essere solo gentili e delicati.

Volsi gli occhi furenti sulla Dea, adesso sorrideva soddisfatta ripulendosi la bocca con la mano.

"Bravo il mio Dio dei Morti ubbidiente." Mi sussurrò piegandosi su di me, ripetendo le mie parole di prima.

Cercando di salvare quello che restava della mia virilità e mi rimisi in piedi.

Presi una ciocca di capelli rossi e la strinsi con forza avvicinando il suo viso al mio.

"Colpiscimi ancora o mancami semplicemente di rispetto un'altra volta e ci saranno delle conseguenze." Detto questo ancora arrabbiato salii in sella al mio cavallo e ripresi il viaggio.

Nessuno dei due parlò più.

Quella sera mi addormentai con un'ansia che non avevo mai provato. Qualcosa sarebbe andato storto in quella missione e molto presto, qualcosa di cui ero certo non avere alcun controllo né avevo la certezza di poterlo impedire. La sensazione era tale da farmi svegliare nel cuore della notte e l'unica cosa che trovai fu i rimasugli di un fuoco spento e il silenzio della foresta a farmi compagnia.

La Dea se n'era andata.

Cazzo!

Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora