Sei mesi dopo...
Mi trovavo all'interno di una squallida locanda, le bevande alcoliche scadenti erano le uniche a farmi compagnia ormai da tanto di quel tempo da avermi fatto dimenticare quanto fossi caduto in basso.
Il chiacchiericcio delle persone mi infondeva una calma alla quale non ero più abituato. Scrutai in giro per capire il perché dell'interruzione del brusio fermatosi improvvisamente, notai una donna appena entrata nella taverna, gli uomini restarono tutti incantati mentre questa si muoveva sicura di se raggiungendo il bancone. I lunghi capelli rossi erano liberi di vagare e i piedi nudi sembravano troppo delicati per calpestare quello schifo di locale, non faceva nulla come le altre donne, non si nascondeva timida e non si curava degli sguardi ora lascivi degli uomini.
Si scambiò varie parole con l'oste da prima la conversazione sembrava tranquilla ma subito si trasformò, i toni si fecero più accessi di quanto non mi aspettassi da una donna all'apparenza così delicata.
Mi abbassai ulteriormente il cappuccio sugli occhi per dare meno nell'occhio anche se con la mia notevole stazza era parecchio complicato ma ormai ero diventato una maestro in quell'arte. Tenni sotto controllo ogni uscita e ogni cosa in generale, era più forte di me.
La caccia era la mia vita o così per lo meno era stato fino a poco tempo prima.
Gli uomini della sala ora si facevano più sfrontati rivolgendo alla ragazza apprezzamenti volgari e inopportuni ma dopotutto cosa si era aspettata entrando in quella locanda?!
La donna l'ignorò.
Sarebbe dovuta scappare come facevano tutte. Perché continuava ad insistere nel rimanere in quel luogo?
La curiosità mi aveva sempre cacciato nei guai fin da quando ero bambino.
Mi ero seduto in una posizione strategicamente privilegiata, mi piaceva avere tutto sotto controllo, continuai a bere il liquore annacquato e caldo cercando di tenermi in disparte.
Le conoscevo le donne come quelle e la mia esperienza mi diceva che portavano solo guai.
In più c'era il mio odio per le rosse, era a causa di una di loro se in quel momento mi ritrovavo a dovermi nascondere e a bere piscio.
Mi persi nei miei pensieri ripensando alla Cacciatrice con il solo scopo di farmi infuriare, perché ormai la rabbia era l'unica cosa che sapessi gestire e affrontare.
Pochi istanti dopo rialzai lo sguardo per capire cosa stesse succedendo nella sala e mi ritrovai davanti due occhi verdi iracondi, questi mi fissarono intensamente come se mi stessero in qualche modo studiando.
La ragazza si era seduta al mio tavolo e mi osservava.
Socchiusi gli occhi cercando di apparire quanto mai minaccioso, non ero in vena di compagnia.
"Non pago per quello che offri." Le dissi cercando di mancarle di rispetto insinuando fosse una puttana, dal modo di vestire supposi non essere così lontano dalla realtà.
"Non offro quel genere di servizi insulso mortale:" Mi disse lei con voce calda ma altrettanto dura.
Mortale?!
Ci misi pochi attimi a capire chi fosse: una Dea!
Oh cazzo, avevo chiuso con gli dei molto tempo prima.
"Allora cosa sei venuta ad offrirmi Dea!?"
"Una caccia."
"Una caccia?!"A quel punto non mi restava altro che ridere.
"Si." Disse semplice e lapidaria lei.
"Allora la mia risposta è no."
"Non sei nella condizione di rifiutarmi nulla Mortale."
"Oh io penso proprio di essere nella condizione di fare qualunque cosa io voglia."
"Non se ti importa della tua vita."
"Fortuna vuole che della mia vita non mi importi granché." Le dissi per nulla scherzoso.
"Meglio così, ma se davvero non ti importa della tua vita non potrai rinunciare alla caccia più gloriosa che ti sia mai stata offerta." Risi della sua affermazione, non sapeva nulla sul mio conto.
"Ho già fatto la mia gloriosa caccia e il risultato è stato un Dio arrabbiato con seri problemi di gestione della gelosia per sua sorella." Non sapevo perché le stessi dicendo tutto quello ma qualcosa mi portava a fargli capire che doveva lasciarmi in pace.
"So bene dei tuoi trascorsi con Apollo mortale, so anche quanto la Cacciatrice stessa ti abbia preso come suo prediletto invitandoti alle sue esplorazioni ma quello che offro io ora è la gloria."
Cosa cazzo?!
"Hai sbagliato persona Fiorellino." Feci per andarmene ma non mi fu possibile in quanto un minuto prima stavo tranquillamente in piedi e quello dopo la Dea mi aveva sbattuto al muro bloccandomi con... le assi di legno della taverna.
Cazzo di problemi aveva?! Ah si ora ricordo, tutti gli Dei sono folli allo stesso modo.
"Non chiamarmi mai più così!" Mi ringhiò contro lei.
"Uh siamo nervosetti!?"
"Non sai nemmeno quanto." Dopo quest'ultimo scambio di battute ci fissammo negli occhi, nei suoi vidi una rabbia cieca, probabilmente molto simile alla mia.
"Cosa ci guadagnerei ad accettare?" Le chiesi improvvisamente curioso.
"Tu cosa vuoi?"
"Vendetta."
"Benissimo avrai la tua vendetta, hai la mia parola." Mi disse seria lei, rimasi scioccato dalla semplicità con cui lo disse.
"Non sai nemmeno contro chi."
"Non è importante, vuoi la vendetta, l'avrai solo se mi aiuterai."
"Tutto questo per una semplice caccia, deve essere proprio un animale raro." Dissi ad alta voce ma fu più per me stesso.
"Non sai nemmeno quanto."
"Benissimo abbiamo un accordo mi sembra di capire, ti stringerei la mano ma vedi sono ancora bloccate da queste alquanto fastidiose assi di legno." Detto questo la Dea fece sparire la costrizione sui miei polsi lasciandomi libero, me li massaggiai guardandola male.
"Tu non mi piaci." Le feci sapere tranquillo.
" Tranquillo neanche tu mi sembri particolarmente simpatico con le tue manie autodistruttive ma adesso abbiamo un accordo." Disse la Dea facendo segno di sedermi nuovamente, quando l'ebbi fatto continuammo a parlare dei termini del nostro patto.
"Quale tipo di animale vuoi che ti porti?" Le chiesi curioso del perché una Dea come lei si fosse abbassata a chiedere ad un mortale una cosa del genere.
"Quello che voglio Mortale è una Dea, aiutami a trovarla e avrai la tua ricompensa, dicono in giro che sei il migliore cacciatore." Strabuzzai gli occhi alle sue parole.
"Cosa?! Non credo di aver capito bene."
" Oh penso invece tu abbia compreso benissimo Cacciatore."
Ed eccomi qua ancora una volta trascinato nelle questioni tra Dei, l'ultima volta avevo rischiato di morire, magari questa volta sarei stato fortunato e ci sarei morto per davvero.
Ah beh tentar non costa nulla.
Fissai nuovamente la Dea.
"Accetto." Le dissi risoluto.
Lei sorrise.
Mi alzai per andarmi a prendere dell'altro alcol schifoso, quella sera meritava di essere vissuta a pieno.
"Il mio nome comunque non è Mortale." La informai.
Lei mi rispose con un certo divertimento nella voce: "Lo so Orione."
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Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio
FantasyAde e Persefone, un mito e una storia che é stata raccontata in mille modi... Ma forse questa volta sarà diversa. (la storia presenta alcune inesattezze dalla mitologia originaria ma tranquilli é voluta :)) Questo è il primo libro della saga sugli D...