Regnerai come una Regina

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PERSEFONE

Ero scompostamente seduta al centro di una grande tavolata, circondata dal chiacchiericcio allegro dei presenti seduti. Ovunque guardassi scorgevo: Dei, semidei e altre creature.

Inarcai le sopracciglia guardando Dioniso che cercava di far spogliare Apollo con pochissimo successo.

Volsi il mio sguardo dall'altra parte e inarcai nuovamente il sopracciglio nella direzione di Ade, non aveva smesso un attimo di fissarmi dandomi sui nervi. Lui mi sorrise e mi fece l'occhiolino.

Oh no non te la caverai con così poco Dio dei Morti.

Aveva quel sorriso infantile tipico di tutti gli uomini che sembrava voler dire: 'Ti ho vista nuda!!'.

Quella situazione non mi piaceva, non sapevo proprio cosa mi avesse preso, dopotutto non era cambiato nulla.

C'erano ancora molte questioni in sospeso di cui avremmo dovuto parlare. Dovevo dirgli quanto avevo scoperto su Poseidone e su Zeus, ma non avevo ancora deciso sul da farsi per quanto riguardava mia madre.

Sospirai ricordandomi del mio risveglio e di tutto quello che era successo dopo.

Il mio corpo di contro non si trovava d'accordo, per lui era cambiato tutto.

Oh stupido corpo!

Anche la mia mente sembrava volermi boicottare dato l'ingente quantità di materiale pornografico del corpo del Dio dei Morti, tutto solo perché voleva vedere nuovamente nudo Ade, solo perché si desidera una cosa non vuol dire sarebbe successa, cercai di convincermi.

Mi voltai per ammirare i volti nuovi e quelli già noti.

Dioniso non aveva ancora capito che Apollo non avrebbe ballato per lui nudo come gli aveva già chiesto di fare più volte. Alzava il suo calice di vino brindando a solo lui sapeva cosa, chiedendo almeno una volta a tutti se erano disposti a passare la notte con lui... Persino ad Ade. Il Dio si era semplicemente messo a ridere e mi aveva guardato intensamente facendogli sapere di avere altri programmi per la nottata.

Guardai Apollo, il Dio del Sole biondo si era unito a questa combriccola sgangherata con l'idea di aiutarci, così aveva richiamato le sue conoscenze per chiedergli di combattere al nostro fianco, in molti avevano risposto al suo appello e per questo gli ero grata, perché dopotutto non ce l'avremmo mai fatta da soli, ormai quella situazione riguardava tutti noi. Il Morbo era diventato un nemico comune.

La guerra era l'ultima cosa volessi ma la vita era ingiusta e per questo sarebbe stata l'unica cosa che avrei avuto, la mia mente giunse per l'ennesima volta a mia madre, di certo non sarei potuta tornare alla mia vita e nemmeno gli altri che noi lo volessimo o meno.

Fissai gli Dei posizionati alle spalle di Ade, questi si sussurravano frasi che data la mia posizione lontana non riuscivo ad udire.

Thanatos non sembrava appartenere a questa dimensione, il suo strano modo di muoversi era inquietantemente affascinante, guardai gli altri accorgendomi di una cosa: per quanto fossimo Dei eravamo ancorati ad un piano fisico e terreno mentre il Dio della Morte sembrava essere distante anni luce da noi, mi metteva i brividi. I suoi occhi erano limpidi e splendevano tanto quanto quelli di Hypnos suo fratello gemello con cui stava parlando. Lo scintillio dei suoi capelli di quest'ultimo richiamava l'attenzione più che mai, oro puro, splendente come la polvere del sonno con cui conduceva i mortali tra le braccia di Morfeo.

Il Dio dei Sogni era appoggiato alla finestra non molto distante dagli altri, rimirava con sguardo lontano un fiore di Papavero, le dita lunghe e affusolate rigiravano il fiore tra le sue mani delicate. Il Dio era il custode di ogni passione conscia e inconscia, di ogni segreto oscuro e non solo dei mortali, dopotutto anche gli immortali sognavano. I capelli erano incolore come se qualsivoglia pigmento fosse troppo indegno per adornare la testa.

Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora