Capitolo 34 Damon

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Raccogliamo i frammenti che ci lasciamo alle spalle per poter sentire le stesse emozioni di quegli attimi.

I suoi capelli mi solleticano il volto, il suo corpo è accoccolato contro il mio inebriandomi. Guardo i suoi occhi socchiusi, ascolto il suo respiro che mi culla mentre il sole deve ancora sorgere in questo nuovo giorno, in questa nuova vita, dove le ombre del passato sembrano essere state sepolte.

dopo aver accompagnato April al terminal che l'avrebbe ricondotta a Los Angeles, siamo partiti da Indianapolis con il padre di Allyson. Ci siamo promessi di rimanere in contatto e ci spero con tutto me stesso.

Lei è tutto ciò che mi è rimasto di Cindy; guardare nei suoi occhi è come ritrovarla, in qualche modo. È strano come il peso che mi abbia accompagnato in tutti questi anni si sia sciolto come un pezzo di ghiaccio al sole. Goccia dopo goccia non ne è rimasto più nulla. Mi sento leggero, libero, e con la consapevolezza di non aver liberato solo la mia anima, ma anche quella di Cindy. La immagino con quel sorriso da furba e il suo sguardo da dura che, sdraiata su un tetto fatto di nuvole, osserva un intero universo.

Mi scosto lentamente da Al cercando di non svegliarla, mi soffermo appena sul bordo del letto mentre il mio sguardo scorre su di lei un'altra volta. Derek mi ha ospitato per la notte, con la promessa che avrei occupato la stanza degli ospiti; quindi, è bene che me la squagli prima che se ne accorga, mi vesto senza far rumore. Apro piano la porta della camera richiudendola alle mie spalle e mi dirigo verso la stanza opposta al corridoio. Un aroma di caffè proveniente dalla cucina mi invade le narici, scendo le scale e trovo il padre di Al già in piedi.

«Caffè?», chiede mostrandomi una tazza vuota. Annuisco, sedendomi su uno degli sgabelli di fronte all'isola che occupa il centro della stanza. «Dormito bene?», aggiunge.

«Sì... benissimo», mi appresto a rispondere evitando di aggiungere che solo con lei al mio fianco i miei incubi si tramutano in sogni che non hanno mai sfiorato la mia mente. «Grazie per tutto», dico prendendo tra le mani la tazza fumante con il suo aroma che si sprigiona per tutto l'ambiente.

«Non devi, ho fatto solo il mio lavoro. Sono contento che tu ti sia rivolto a me e non sia incappato in qualche guaio», spiega continuando a osservarmi. Aveva capito che la mia disperazione mi avrebbe condotto a fare qualche altra cazzata pur di tenere lontano Sebastian dalla vita di Al, sacrificando la mia, senza doverci pensare due volte.

«Perché?», chiedo portando la tazza alla bocca e sorseggiando quel liquido caldo e scuro che mi scivola in gola, dandomi la prima scarica di energia mattutina.

«Perché, cosa?», ribatte sedendosi di fronte a me.

«Perché mi aiuta, perché non mi detesta come qualsiasi padre farebbe al suo posto?».

Conosco i miei errori, so quanto mi sono spinto oltre ogni limite con Allyson, come l'ho annegata con il mio mondo perverso che stava risucchiando entrambi e anche se ora tutto questo fa parte del passato, ciò che ho fatto non cambia. L'ho ferita, mi sono preso gioco di lei umiliandola senza avere un briciolo di rimorso. Nessuno vorrebbe che uno come me stesse al fianco della propria figlia.

«Sarò sincero, Damon», dice puntando dritto il suo sguardo su di me. «Non mi sei mai piaciuto, da quando quella notte ti sei presentato qui per riportare Ally a casa. C'era qualcosa nel tuo sguardo che non mi convinceva. Ma ciò che mi piaceva ancora meno era come lei guardava te. Conosco mia figlia, e sapevo che tu, per qualche strana ragione a me sconosciuta, avevi fatto un passo di troppo nella sua vita. Allyson non ha mai avuto molti amici...», si interrompe per un istante come se stesse raccogliendo tutti i pensieri, mentre il suo sguardo si volge oltre la vetrata che si affaccia sul giardino. «Non aveva accettato l'abbandono della madre, il suo corpo stava cambiando perché lei voleva che cambiasse. Aveva preso talmente tanto peso che a scuola veniva schernita facilmente dai suoi compagni», sento lo stomaco aggrovigliarsi in una morsa per le sue parole. Sapevo che era stata male per colpa della madre, che la bulimia l'aveva rapita in un mondo dal quale uscirne per lei era stata una lunga battaglia, ma non conoscevo la Allyson che veniva ferita e presa di mira, messa all'angolo ogni giorno della sua adolescenza.

Un Amore Proibito 2 - Vite LontaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora