EDWARD POV'S
Dopo un paio di squilli, Irene rispose al telefono.
<<Edward cos'è successo?>> mi chiese subito in tono allarmato. Doveva essere molto sorpresa dalla mia chiamata e di sicuro aveva già pensato al peggio.
<<Tranquilla, non è successo niente di grave. Più o meno, ho bisogno di un tuo consiglio.>> le dissi sperando di sembrare calmo e controllato cosa che invece non ero affatto. Non sapevo da dove iniziare a raccontare quello che era successo, se si fosse arrabbiata con me? Non avrei potuto biasimarla, anche se non mi pentivo di quello che ho scelto di fare. Avevo salvato una vita e conoscendola mi avrebbe aiutato a risolvere questo problema. Decisi di iniziare dall'inizio dicendogli che oggi aveva nevicato per poi continuare con il furgoncino.
<<Vedi Irene, oggi ha nevicato molto forte e le strade erano scivolose. Stavamo per tornare a casa, io aspettavo gli altri appoggiato alla Volvo guardando da lontano Bella Swan vicino alla sua macchina. Quando sentii un rumore metallico, voltai lo sguardo verso la direzione da cui proveniva e c'era il furgoncino di un certo Tayler che aveva perso una lastra di ghiaccio e si stava per schiantare su Bella. Non ci pensai neanche e ho corso nella sua direzione bloccando il furgoncino. Il fatto è che lei mi ha visto e molto chiaramente anche, non so cosa fare. Ho parlato con Carlisle e mi ha detto che devo essere io a decidere. Io mi fido di lei, però non voglio mettere a rischio la nostra famiglia. Ora che sono tornato e cambiato tanto, soprattutto il mio rapporto con Rose. Non voglio rinunciare a tutto questo per un'umana.>> lei mi lasciò sfogare e capii che ne avevo davvero bisogno.
<<Edward, non devi pentirti di quello che hai fatto. Hai fatto la cosa giusta, lei ti ha visto però sono sicura che non dirà niente e, nel cuor tuo, ne sei sicuro anche tu. Non devi mai pensare che così facendo perderai tutto, perché non è vero. Ci sono cose per cui vale la pena lottare e l'amore è una di quelle, non si può scegliere chi amare e il destino che lo sceglie per noi. Per quanto tu potrai opporti alla fine cederai. Non conosco Bella, ma suo padre mi ha parlato molto di lei e so che non si arrenderà quindi che senso ha provarci? Sappi comunque che io ci sarò sempre per voi, anche quando non mi vedi io ci sono.>> finito di dire questo mi sentii più leggero.
<<Grazie>> fu l'unica cosa che riuscii a dire. Lei non rispose e attaccò. Presi un bel respiro e andai nella stanza di Bella per parlarle. Quando entrai lei stava parlando con un infermiera. Appena mi videro, l'infermiera come se avesse capito che avevo bisogno di parlarle da sola con una scusa se né andò. Restammo un po' in silenzio non sapendo cosa dire, era frustante non sentire cosa pensare. Fu lei a spezzare il silenzio.
<<Grazie, per avermi salvato>> la sua voce era melodiosa e fui preso in contropiede con i suoi ringraziamenti, mi aspettavo che volesse sapere subito come avevo fatto a salvarla essendo molto distante da lei.
<<Non c'è bisogno che mi ringrazi.>> gli risposi. Non sapevo come comportarmi e non sapere cosa le passava per la mente rendeva tutto più difficile. Quello che mi disse dopo, però, mi sconvolse ancora di più.
<<So cosa siete e non ho paura, non dirò nulla a nessuno come ho già fatto in questi ultimi 5 anni.>> disse come se quelle parole non riuscissero più a restare dentro. Non capivo cosa significasse questo, ma in un certo senso mi spaventava. Credevo nella sua parola e nel fatto che non avrebbe detto a nessuno, però avevo paura che qualcuno lo scoprisse. Sapevo che non sarebbe stato facile, in quel momento c'era solo una cosa da fare. Mi girai e le feci cenno di seguirmi.IRENE POV'S
Non mi piaceva mentire alle persone, ma non avevo altra scelta. Non gli potevo ancora rivelare che conoscevo Bella da prima di conoscere loro. Era sempre stata un'amica eccezionale e mi aveva aiutato a nascondermi agli occhi degli umani senza che i Volturi sapessero che le sapeva. All'inizio la nostra amicizia era vincolata alle estati che passava a Forks, poi iniziammo anche a sentirci tramite suo padre. E, alla fine, scoprì cos' ero ma non aveva paura. Non sapevo se raccontare o meno questa parte della mia storia a Max e gli altri. I licantropi non vogliono il coinvolgimento di umani nel mondo vampiro. Alla fine presi un bel respiro e ritornai nella altra stanza dove c'erano tutti. Tutti, quando tornai, voltarono lo sguardo verso di me come se dovessi spiegare cosa era successo e il perché di quella telefonata. Odiavo quando il peso del mondo sembrava essere sulle mie spalle. Volevo aiutare Edward, ma al tempo stesso avevo anche i miei problemi. Non riuscivo ancora ad aprirmi con gli altri come facevo con lei. Lei era unica e rara è... Basta! Mi dissi, non dovevo pensarci. Aveva fatto la sua scelta e io la mia, nessuna delle due poteva tornare indietro potevamo solo andare avanti contando solamente sulle nostre forze. Tornai a pensare alle cose importanti, dovevo decidere se dire o meno ai licantropi l'argomento della conversazione telefonica tra me e mio fratello. Alla fine decisi di farlo e loro si dimostrarono molto comprensivi, non mi dissero niente del fatto che un'umana venga coinvolta in"faccende vampire" come le definivano loro. Scoprii che erano molto simpatici e che, a differenza di molti della loro specie, non avevano nulla contro i vampiri. Conoscendo, però, la mia specie mi avevano attaccato per proteggere Jenny la compagna di Max. Fui stupita nel vedere un vampiro che viveva con dei licantropi, ma avendoli appena conosciuti non osai chiedere per non sembrare ficcanaso. Scoprii, anche, che conoscevano Beck e gli altri licantropi con cui vivevo. Lasciai casa loro con la promessa di ritornare l'indomani e mi avviai verso casa. Quando arrivai a una decina di metri mi fermai sentendo la presenza degli altri in casa. Mi accorsi che il cielo stava assumendo un colore che era a metà tra il rosa e il rosso. Da quello che potevo dedurre dalla posizione del sole dovevano essere circa le sei di pomeriggio. Ero stata da Max tutto il pomeriggio e non me n'ero neanche accorta. Era da tempo che non succedeva con qualcuno ed era una bella sensazione. Meglio, di sicuro, di quello che mi sarebbe toccato di lì a poco. Non avevo avvertito nessuno e si sarebbero arrabbiati abbastanza, non volevano che andassi in giro da sola per i boschi. All'inizio non capivo perché, ma avendo conosciuto Max e la sua indole iperprotettiva potevo benissimo immaginarlo. Molte volte questi atteggiamenti mi ricordavano la mia vera casa. Soprattutto i miei fratelli erano molto protettivi nei miei confronti, sarà stato perché ero la più piccola; fatto sta che a volte erano anche parecchio rompiscatole. Non avrei mai pensato che un giorno tutto quello mi sarebbe marcato moltissimo. Cacciai indietro anche quei ricordi e mi avvicinai alla casa, molto più lentamente di come facevo di solito. Quando arrivai davanti alla porta non ebbi il tempo di prendere le chiavi dalla tasca che si aprì. Davanti mi trovai un Paul tra il preoccupato e l'arrabbiato, nonostante cercasse di non mostrare sentimenti vidi nel suo sguardo il sollievo vedendomi sana e salva.
<<Dove eri finita ci hai fatto preoccupare?>> mi disse senza neanche salutarmi.
<<Sì, scusate vi spiegherò tutto>> fu così che quando entrai in casa li raccontai del mio incontro con Max.
STAI LEGGENDO
Edward Cullen twilight
FanfictionEdward Cullen pensava che non sarebbe mai riuscito ad amare qualcuno e pensava che nessuno l'avrebbe mai amato. Finché non conosce Bella Swan una ragazza molto simile ad una persona molto importante per lui... Anche se non dovrebbe Edward, un vampi...