Capitolo 1- istinto predatore

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2 mesi dopo...

Il giorno in cui cambio tutto iniziò come al solito. Eravamo appena arrivati a scuola ed io parcheggiai la mia Volvo al solito posto vicino alla segreteria. Quando mi accorsi che c' era qualcosa di strano nelle menti dei ragazzi che stavano andando a lezione, scavando più a fondo scoprii che quel giorno sarebbe venuta nella nostra scuola la figlia dell' ispettore capo Swan. Li per li non mi sembrò una notizia importante. Le lezioni passarono in fretta e presto arrivò l' ora di pranzo, mentre ci incaminavamo verso la mensa mi si avvicinò Alice con una strana espressione. Sapevo che voleva che gli leggessi la mente, allora mi concentrai e lo feci. In un primo momento non vidi niente di strano, ma frugando nella mensa della sua visione vidi una ragazza che non conoscevo e mi vidi tentare di leggerle la mente senza riuscirci. Ma non solo, il suo odore mi stava facendo impazzire era molto più forte degl'altri e mi suscitava dei sentimenti strani che non avevo mai provato. Quella visione presto si sarebbe realizzata e dovevo prepararmi per non distruggere tutto quello che Carlisle aveva costruito per noi e per farci vivere una vita da normali ragazzi. Cercai di rallentare il passo, non ero ancora pronto, quando infine arrivai alla porta della mensa trattenevo il respiro per evitare che l' odore fosse troppo forte. Fu lì che rividi dopo tanti anni lo sguardo che avevo sempre cercato da quando Lei se n'era andata. Era lì, che mi guardava con un pizzico di curiosità e, al tempo stesso, anche lei nascondeva dei segreti come me. In un'altro momento ne sarei stato felice e mi sarei presentato però lei era diversa, emanava un' odore fuori dal comune e, anche se trattenevo il respiro ne fui subito invaso. Strinsi i pugni, abbassai in modo impercettibile la testa e preseguii per la mia strada. Anche quando mi sedetti al tavolo con i miei fratelli, lei mi rendeva la vita impossibile continuava a fissarmi e a cercare il mio sguardo anche quando scoprì che la odiavo pur non sapendo il motivo continuava imperterrita. La fine della pausa pranzo fu un sollievo per me, l' ora seguente avrei avuto biologia. Quando arrivai in classe mi sedetti al mio solito posto, la lezione stava per cominciare e il professore era appena entrato in classe finché alla porta fece la sua comparsa Mike Newton l' ultimo che mancava all' appello. Ma appena dietro di lui c' era un' altra persona. Non ebbi bisogno di vederla per capire di chi si trattava. Bella Swan. Non ci potevo credere, tra tutte le persone che mi potevano capitare proprio lei? Mike si mise a sedere vicino alla sua compagna di esperimenti e il professore, non avendo altra scelta, disse a Bella di sedersi accanto a me. Sembrava un incubo. Dovunque andassi c' era sempre quella ragazza e il suo odore inebriante. Quando finì la lezione mi precipitai in segreteria per vedere di cambiare il mio orario settimanale. Quando arrivai la segretaria mi accolse con un sorriso caloroso e, per un motivo che non sò spiegare, mi sembrava di essere di fronte a Esme. Ricacciai indietro tutti quei pensieri e decisi di andare. <<Ciao, cosa posso fare per te Edward >> mi salutò la signora.
<<Ho avuto dei problemi dovrei spostare l' ora di biologia ad un' altro giorno >> le dissi indicandole il mio orario. La donna digito qualcosa sul computer e guardò se ci fosse disponibilità in qualche altro corso. Proprio mentre stavamo discutendo sul fatto che qualsiasi corso fosse pieno essendo già a metà semestre, entro lei. Di nuovo lei, Bella Swan. A differenza dell' aula di biologia, la segreteria era molto più calda e questo non faceva che aumentare il suo odore. Dovevo andarmene. E subito. Salutai velocemente la segretaria e uscii dall' edificio. Finalmente all' aria aperta potei rilassarmi. Mi diressi verso la macchina dove i miei fratelli mi aspettavano impazienti.
<<C' è ne hai messo di tempo >> commento Rosalie acida. Dalla sua mente capii che l' oggetto del suo malumore era Bella Swan, ma per qualche motivo che non riuscivo a capire mi teneva all' oscuro dai suoi pensieri e gl'altri non sapevano niente.
<<Scusa, l' ultima lezione è durata più del previsto >> mi giustificai aprendo la macchina e mettendola in moto. Quando furono tutti saliti decisi di partire. Si sentiva che qualcosa non andava in macchina c' era un' aria irrespirabile... Ma fu in quel silenzio innaturale, per noi, che presi la mia decisione. Non fu facile, però lo dovevo fare per il bene della mia famiglia. Me ne sarei andato di casa, anche se questo mi faceva soffrire. Dopo aver accompagnato i miei fratelli a casa dissi loro che dovevo parlare di una cosa urgente con Carlisle e che sarei andato all' ospedale. Non avrei mai avuto il coraggio di dirlo a Esme, mi avrebbe supplicato di restare e alla fine avrei ceduto. Dagli sguardi dei miei fratelli capì che se lo aspettavano, ma non avevo tempo di dilungarmi in spiegazioni. Andai hai 200 km/h nell'autostrada e iniziai a rallentare soltanto quando fui arrivato in prossimità della città. Quando arrivai all' ospedale parcheggiai nel posto più vicino all' entrata. Quando entrai fui investito da un' odore fortissimo di sangue, ma dovevo resistere. Al bancone si trovava Camelia, chiamata da tutti Cammy, un' infermiera che conobbi quando Lei ed Esme lavoravano ancora lì. Esme smise di lavorare dopo che se ne andò. Le dissi velocemente che avevo bisogno di parlare con Carlisle e lei lo chiamo all' altoparlante, poi mi disse di aspettare nel suo studio e che sarebbe arrivato a momenti. Entrando nel suo studio ebbi un tuffo nel cuore. Era tutto rimasto com' era un tempo. La stanza era piena di nostre foto, anche quelle in cui c' era Lei prima che se ne andasse. Riguardandole mi ricordai com' eravamo felici un tempo. Allora facevamo molte cose insieme e Rosalie non aveva mai pensato di andarsene. E soprattutto ci volevamo molto più bene di adesso. Jasper in quelle foto era sorridente come non lo era mai stato, Lei aveva operato il miracolo nella nostra famiglia. No, basta. Non dovevo pensare a quello ch' era stato All' improvviso senti la porta aprirsi e comparve Carlisle. Dai suoi pensieri capì che anche lui era molto preoccupato e il fatto che al centro della sua preoccupazione ci fossi io mi fece soffrire. Carlisle, per me, era più del mio creatore. Era mio padre a tutti gli effetti. Anche se non glielo avrei mai detto gli volevo un bene dell' anima e sapevo che in cuor suo me ne voleva anche lui e questo mi bastava. Sapevo che dopo la mia rivelazione avrebbe sofferto come avrebbe sofferto Esme, ma dovevo farlo per il bene delle persone che amavo di più al mondo. <<Ciao Edward, c' è qualcosa che non va? >> mi saluto lui.
<<Me ne vado di casa...>> sapevo che quelle parole l' avrebbero fatto soffrire, quindi decisi che per far si che la cosa fosse definitiva per tutte e due avrei dovuto scavare più a fondo <<sono stanco di questo stile di vita e non voglio più avere nessuno tra i piedi, chiaro? >>
<<Ok, va bene. La vita è tua.>> dalla sua faccia si capiva che non se lo aspettava. <<Prendi la mia macchina ho appena fatto il pieno. >>mi disse in tono completamente neutro. Feci come mi aveva detto e un'ora dopo ero sull' autostrada per Denali.

Edward Cullen twilight Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora