Capitolo extra (parte 3)

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IRENE POV'S
Fui un po' sorpresa dalla rivelazione di quella ragazza, ma non c'era da stupirsi. Edward mi aveva detto il suo passato e, forse, era proprio quello che mi aveva spinto ad aiutarla. Uscita dalla stanza mi diressi immediatamente alla biblioteca, la c'erano tutti i libri di scuola dei miei fratelli e i miei. Per via delle tante scuole che avevano frequentatore, ormai occupavano un intero ripiano. Arrivata in biblioteca mi misi a cercare dei libri che mi potessero tornare utili. Sapevo che soffriva per non saper leggere e scrivere, si sentiva inferiore. La capivo perché anche a me era successo molto tempo prima.
<<Per quanto tempo pensi che resterà quì? Sai benissimo che è pericolosa, non capisco perché ci tieni tanto a lei...>> mi disse Edward sbucando dal nulla. Lui non approvava la mia scelta di aiutarla, però si fidava di me abbastanza da non dire nulla agli altri. Non volevo tenerlielo nascosto, però era meglio se fosse stato lei a dirglielo.
<<Io, invece, non capisco perché c'è l'hai tanto con lei... D'altronde anche Jasper non ha avuto un passato facilissimo, ma tu non gli sei stato così ostile.>> mentre parlavo continuavo a guardare i libri cercando quello che mi serviva. Non mi piaceva mettere in mezzo Jasper nelle nostre discussioni, sapevo che soffriva ancora per quello che aveva fatto in passato. Per quello evitavo di parlarne soprattutto quando eravamo a casa, così che non potesse sentire. Quando finalmente trovai i libri che stavo cercando mi girai verso mio fratello e gli sorrisi rassicurante.
<<So che ti preoccupi per me, ma non c'è né motivo. Non mi farà niente e di questo né sono sicura. Mi ricorda un po' me prima di conoscervi. Per colpa di persone che la vogliono solo sfruttare ha preso la fiducia verso il prossimo e io gliela la farò recuperare.>> non mi aspettavo che capisse le ragioni che mi spingevano ad aiutarla, ma se c'era una cosa che avevo capito da quando conoscevo Edward era che non si potevano prevedere le sue azioni. Quella fu una di quelle volte in cui sapeva stupirmi. Infatti mi sorrise e mi abbracciò fortissimo tenendomi stretta a se.
<<Mi fido di te, sorellina>> mi disse vicino al mio orecchio. Ci mancò poco che non mi mettessi a piangere, perché ero sicura che non avrebbe capito. <<Grazie, ti voglio un mondo di bene, fratellino>> gli dissi tutto d'un fiato. Lui si distaccò e mi guardò negli occhi.
<<Io di più>> mi rispose. Poi mi accorsi che c'era sopra Iris che mi stava aspettando e allora mi affrettai ad andare da lei insieme a Edward che voleva conoscerla. Quando rientrai per poco non mi misi a ridere vedendola affogarsi nel cibo preparato da mia madre. Comunque non potei evitare di sorridere a quella scena. Mi avvicinai silenziosamente e mi sedetti sul letto, lei appena si accorse della mia presenza smise di mangiare, imbarazzata. Io le sorrisi comprensiva e iniziai a parlare.

IRIS POV'S
Che figuraccia, non mi ero minimamente accorta che Irene era ritornata e mi aveva visto mangiare in quel modo. Il fatto è che non toccavo cibo umano da 4 anni e vedendo tutto quel ben di Dio né ho approfittato. Se prima non mi aveva deriso quando le avevo confessato di non saper leggere, in quel momento l'avrebbe fatto di sicuro. Invece, contro ogni logica, mi sorrise e iniziò a parlare.
<<Scusa, se prima me ne sono andata via di fretta, ma mi ha stupito quello che mi hai detto allora ho pensato di rimediare.>> Ooookkaayy... Non. Può. Essere. Lei si sta veramente scusando con me. Posai il mio sguardo sul mucchio di libri che mi aveva indicato e che prima non c'erano. Di sicuro li aveva portati lei da qualche altra stanza. Poi il mio sguardo finì sul ragazzo che stava sulla soglia della porta senza entrare. Appena si accorse che lo guardavo anche lui mi fece un piccolo sorriso.
<<Ah, lui è mio fratello Edward>> disse Irene presentandoci. Non so perché, ma quel ragazzo mi metteva in soggezione. Sapevo che mi poteva leggere nel pensiero e, per questo, aspettavo solo il momento che mi avesse smascherato. Per l'ennesima volta da quando mi ero svegliata rimasi stupita, non disse niente riguardo il mio passato ma mi tese la mano.
<<È un piacere conoscerti>> mi disse. Io gli strinsi la mano dopo un attimo di esitazione.
<<Iris,... mi chiamo Iris>> non so perché dirli il mio nome mi dava la sensazione di essere nuda. Come se non avessi più segreti. A riportarmi alla realtà fu Irene che sbatte le mani una contro l'altra e mi disse:
<<Bene, Iris. Ho pensato che, visto che non sai leggere, ti avrebbe fatto piacere imparare. Quindi ho pensato di portarti questi!>> e indicò i libri che aveva posato sul letto. La guardai interrogativa e lei spiego meglio.
<<Quando mi hai detto che non sapevi leggere, ho visto nel tuo sguardo che ne soffrivi... Allora te lo insegnerò io, che ne dici?>> in un attimo mi dimenticai come si parlava. Questi vampiri erano molto diversi da tutti quelli che avevo incontrato fino a quel momento. Ci misi un po' a rispondere, ma alla fine annuii.
Passò il tempo ed io iniziai a leggere e scrivere. I Cullen erano una famiglia bellissima e dopo un po' iniziai a considerarli come la mia famiglia. Mi ero affezionata tantissimo a loro e avevamo un rapporto splendido. Alla fine senza accorgermene passò un anno da quando ero entrata nella famiglia e arrivò la data di scadenza della mia missione. Non avevo detto a nessuno il perché ero lì, avevo troppa paura che non mi volessero più e che sarei stata cacciata da casa. Tutto avvenne esattamente una settimana dopo la data di scadenza. Io e Irene eravamo a caccia e io la distanziavo di qualche metro. All'improvviso sentii un grido allora mi girai per vedere cosa le fosse successo. Irene era a terra circondata da neonati vampiri, sapevo che la colpa era mia e che non sarei mai dovuta uscire a caccia finché non sarei stata sicura che nessuno mi cercasse. Non pensai alle mie azioni e neanche alle loro possibili conseguenze. Fu come un istinto, saltai in mezzo al cerchio di neonati che si era formato e spinsi Irene dandole una via di fuga.
<<Scappa>> fu l'unica cosa che le dissi e lei lo fece. Sapevo che non ne sarei uscita viva da lì, però preferivo sapere che Irene era salva della mia vita non importava niente a nessuno.

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