EDWARD POV'S
Nuotai per ben 6 giorni, seguendo quel poco di odore che era rimasto impresso nell'acqua. Arrivai in una piccola spiaggia circondata da boschi, ma non mi ci volle tanto per capire che mi trovavo a Londra. Sulla spiaggia nonostante fossero passate due settimane c'era ancora un odore forte. Iniziai a seguirlo come un pazzo per riuscire a trovarlo, nel mentre pensavo a cosa dirgli quando lo avessi trovato. Sapevo che un semplice "scusa" non sarebbe bastato, io più di tutti sapevo quanto si sentisse a disagio nella nostra famiglia. Non per via della dieta, ma era come se non si sentisse parte della famiglia. Inoltre, pensava di essere l'anello debole perché aveva problemi ad adattarsi. Io gli avevo detto che non era affatto vero, ma con quelle parole ho smentito tutto. Era stato stupido litigare per una cosa del genere. Intanto mi inoltrai nella foresta, capii che aveva cacciato prima di uscire dalla foresta. Pensai che fosse una buona idea visto che neanch'io bevevo da circa due settimane. Fui fortunato e riuscii a prendere ben 2 puma, ma fu proprio mentre mi stavo gustando la mia seconda preda che lo sentii. C'erano dei rumori strani nel bosco, ma non ebbi nemmeno il tempo di capire da dove provenissero che qualcosa di appuntito centro perfettamente il mio cuore. Solo dopo capii che era una freccia, ma il problema non era questo. La freccia era di argento e imbrattata di un veleno mortale per i vampiri. Mi accasciai a terra aspettando che spraggiungesse la morta. L'unica cosa che mi dispiaceva di non aver fatto era chiedere scusa a Jasper.JASPER POV'S
Ero a caccia con Xenia quando sentii dei rumori provenienti da una raduna poco distante da dove ci trovavamo. Annusai l'aria e Xenia fece lo stesso, l'odore che si sentiva era umano e mi ricordava niente in particolare ma per Xenia non doveva essere lo stesso perché sgranò gli occhi come impaurita.
<<Alchimista>> mi disse con la voce che le tremava, ci arrivò un altra folata di vento che portò con sé un odore nuovo. Quello l'avrei riconosciuto tra mille, purtroppo. Edward. Non capivo che ci facesse là, ma di sicuro era lui.
<<Xenia, vai a casa... Io devo fare una cosa>> non aspettai la sua risposta che corsi verso Edward. Quando arrivai la scena che mi si presentò davanti fu delle più raccapriccianti.
Edward era disteso a terra con un proiettile conficcato nel petto, non sapendo cosa fare mi avvicinai al suo corpo immobile. Non potevo credere che fosse successo veramente, la mia mente non lo accettava. Scossi la testa più e più volte cercando di trattenere le lacrime, non ero una persona che piangeva spesso però in quel momento non potei farne a meno. Nonostante quello che mi aveva detto io non lo odiavo affatto e non avrei mai potuto farlo. Era mio fratello e gli volevo bene, quando sentii una mano sfiorarmi la spalla quasi sobbalzai. Quando mi voltai vidi Xenia con un sorriso amaro in bocca. Sapevo che c'erano poche speranze che sopravvivesse, ma sapevo anche che lui non era tipo da arrendersi e non lo avrei fatto neanche io. Ad una velocità impensabile anche per i vampiri presi Edward e corsi verso casa. Non sapevo se mia madre sarebbe riuscito a curarlo, ma in quel momento era il posto più vicino. Durante il tragitto Xenia continuava ad urlarmi di rallentare, ma ormai non l' ascoltavo più. Quando mia madre mi vide arrivare con Edward nei suoi occhi lessi tutto l'orrore che, molto probabilmente vi era anche nella mia faccia. Entrai è distesi Edward nel mio letto, poi mia madre mi disse di uscire un attimo perché doveva parlarmi.
<< Non posso aiutarlo- mi disse con gli occhi pieni di dolore- non sono un medico e non me ne intendo>> dopo che ebbe finito abbassò la testa colpevole. Ma in quell'ultima frase mi diede la soluzione. Lei non era un medico, ma io né conoscevo uno molto bravo. Presi il telefono e selezionai il primo numero che avevo in rubrica. Il telefono iniziò a suonare 1...2...3...4...5 alla fine al sesto squillo rispose.
<<Pronto?>> disse la voce angelica dall'altra capo del telefono. Solo in quel momento mi accorsi di quanto mi era mancata.
<<Alice... sono io>>ALICE POV'S
<<Alice... sono io>> in quel momento il nostro cuore perse un battito. Da quanto tempo era che non sentivo la sua voce? Sembrava passato un secolo invece erano solo 2 settimane.
<<Alice...ci sei ancora?>> capii di aver impiegato troppo tempo a rispondere.
<<Sì, dimmi>> mi affrettai a riprendermi.
<<È un'emergenza, chiama papà e gli altri... Poi venite immediatamente in Inghilterra, si tratta di Edward.>> la sua voce era ferma e non tradiva nessuna emozione, se non lo avessi conosciuto avrei pensato che non ne avesse. Ma quello che mi stupì di più era che avesse chiamato papà Carlisle, da quando abitavamo con loro non lo aveva mai fatto. Ma in quel momento non importava, doveva essere successo qualcosa di veramente molto grave ad Edward per spingerlo a chiamarmi. Jasper mi disse che si trovava a Londra e mi diede l'indirizzo, io trascrissi tutto e andai a chiamare gli altri. Carlisle era andato all'ospedale insieme ad Esme e così andammo a chiamarli. Arrivati all'ospedale dicemmo all'infermiera che era un emergenza e dovevamo parlare con i nostri genitori. L'infermiera non fece in tempo a chiamarli che loro sbucarono da dietro l'angolo con un espressione che era a metà tra il sorpreso e il preoccupato.
<< Ragazzi, che cosa è successo?>> ci chiese Esme visibilmente preoccupata.
<<Non c'è tempo, venite con noi... Vi spiego tutto in macchina>> loro annuirono semplicemente e partimmo. Avevo prenotato un jet privato che sarebbe partito da lì a poco, durante tutto il viaggio li spiegai la situazione e loro capirono. Arrivammo a Londra che era sera e seguii le indicazioni di Jasper per arrivare alla casa.EDWARD POV'S
Buio, soltanto buio. Ecco cosa vedevo da, ormai avevo perso la cognizione del tempo, ma mi erano sembrate settimane. Però sentivo tutto, sentivo che era arrivata la mia famiglia in qualsiasi posto fossi e a volte sentivo anche delle voci che non conoscevo. L'unica che mancava era quella di Jasper, ma sapevo che ovunque fossi c'era anche lui perché gli altri pesando che non li sentissi parlavano spesso di lui. Avevo tanta voglia di aprire gli occhi, ma erano come sigillati. Un giorno, c'era troppo silenzio e questo mi preoccupava ed improvvisamente senti la porta aprirsi e qualcuno sedersi vicino a me. Il suo odore precese le parole che stranamente erano rivolte direttamente a me, cosa che nessuno aveva ancora fatto.
<<Edward- iniziò a parlare Jasper con una nota di incertezza nella voce- so che mi senti. Lo capito quando gli altri parlavano, sentivo il cambio di emozioni. So che per te non sono nessuno, ma per me te conti tantissimo se il mio fratellino d'altronde mi dispiace che per colpa mia te sia in queste condizioni. Se non me ne fossi andato come un codardo, quell'alchimista non ti avrebbe sparato, ma ti prego apri gli occhi. Non devi farlo per me, ma gli altri stanno sofferdo tantissimo. L'unica cosa che ti voglio dire e anche quella che ti avrei dovuto dire tempo fa: ti voglio bene.>> mentre parla si sente che sta piangendo e la cosa mi stupisce. L'unica persona che l'abbia mai visto piangere e Irene, deve davvero soffrire molto. Non pensavo che si sentisse così, quello che dovrebbe chiedere scusa sarei io non lui. Se solo potessi aprire gli occhi... Dopo svariati tentativi falliti riuscii finalmente ad aprirli, ma sui costretto a chiuderli per la troppa luce. Sbattei più volte le palpebre per mettere bene a fuoco e alla fine ci riuscii. Mi alzai dal letto davanti allo sguardo stupito di Jasper. Non sentivo l'odore degli altri nella abitazione e intuii fossero a caccia. Jasper cerco di parlare ma lo bloccai iniziando io.
<<Ti sbagli, quando hai detto che per me te non sei nessuno, mi dispiace tantissimo per quello che ti ho detto ed ero venuto quà proprio per chiederti di scusarmi e tornare a casa insieme a me. Ci stai, fratellino?>> lui mi fece un piccolo sorriso e mi abbracciò. Io all'inizio fui stupito, ma poi ricambiai. Restammo così per un po' fin quando lui non rispose alla mia domanda.
<<Certo che torno>>
<<Ti voglio tanto bene>> gli dissi con un sorriso, non c'è l'avevamo mai detto ma in quel momento ne sentii il bisogno.
<<Anche io>> mi rispose semplicemente.NOTA AUTRICE:
Finalmente sono riuscita a pubblicare un altro capitolo scusate se non mi sentite da un po'però questo periodo è stato veramente pesante tra scuola e vita privata. Spero che il capitolo vi piaccia.
By irenegarda
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Edward Cullen twilight
FanficEdward Cullen pensava che non sarebbe mai riuscito ad amare qualcuno e pensava che nessuno l'avrebbe mai amato. Finché non conosce Bella Swan una ragazza molto simile ad una persona molto importante per lui... Anche se non dovrebbe Edward, un vampi...