Capitolo 11-Loredana (Lulù)

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LOREDANA POV'S
Non avrei mai pensato che il passato potesse tornare, anche a distanza di anni. Noi Alchimisti dovremmo essere impassibili a qualsiasi cosa ci accada, ma per me non è mai stato così. Da quando mi ero affezionata a una vampira, tutto quello che mi avevano detto su di loro mi sembrava quasi surreale. Quel giorno mi avevano affidato il compito di portare la documentazione di un caso successo anni fa alla corte dei vampiri. Non sopportavo andarci perché faceva riaffiorare vecchi ricordi che volevo seppellire. Stavo tornando alla mia auto quando sentii una voce fin troppo famigliare.
<<Grazie mille Adrian, mi sei stato di grande aiuto>> disse Irene a un ragazzo alto e biondo che identificai come Adrian Ivascov nipote, si fa per dire, della regina dei vampiri. Non potevo credere che dopo tre anni l'avrei ritrovata proprio dove l'avevo lasciata. Però sembrava che non abitasse più là perché, vicino a lei c'era una piccola 500L bianca con tre porte. Infatti, dopo aver salutato il ragazzo, mise in moto la macchina e se ne andò. Da quel momento la sua immagine contigua a tormentarmi, come il suo tradimento.

2 settimane dopo

Erano passate due settimane in cui andai spesso alla corte, ma di lei non c'era traccia. Non capivo neanche perché mi preoccupassi tanto. D'altronde lei nel momento del bisogno non c'era stata, perché ci sarei dovuta essere io per lei? Però ogni volta che pensavo a questo mi veniva in mente la nostra promessa prima della tragedia. "Qualunque cosa succeda, dovunque c'è né andremo sempre su l'altra conteremo"
Alla fine quella promessa era da bambini e non aveva nessun significato, ma io ci avevo creduto veramente come... come una stupida. Per me Irene era la sorella che non avevo mai avuto, mentre io per lei non volevo niente. Da quando era successa quella tragedia ero molto cambiata, non mi aprivo agli altri per non soffrire. Quel giorno, come era di abitudine da due settimane a questa parte, andai alla corte però quel giorno fu diverso. Sentii parlare da dei guardiani di un vampiro che aveva iniziato a vivere con dei licantropi e loro non approvavano. All'improvviso sentii il mio nome e mi fermai ad ascoltare, quello che sentii fu poco ma essenziale. Quella vampira era andata lì per sapere dove potermi trovare perché voleva parlarmi. Mi sembrò strano che proprio in quel momento mi sarebbe venuta a cercare e mi preoccupai.
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EDWARD POV'S
Accompagnai Bella per i corridoi dell'ospedale fino ad arrivare allo studio di Carlisle. Non sapevo cosa fare con lei per quello l'avevo portata lì, Irene aveva detto di fidarmi del mio cuore però avevo paura di sbagliare. La situazione che avevamo in casa era molto cambiata e, per questo, avevo paura di rovinare tutto. Per la prima volta dopo tanto tempo sentivo che avevo un posto al mondo e qualunque cosa sarebbe successa sarei rimasto con la mia famiglia. Quando arrivammo alla porta decisi di bussare anche se sapevo che ci avevano già sentito. Entrammo dentro e sia Carlisle che Rosalie furono stupiti di vedermi con la mia cantante. Rose era preoccupata che volessi rivelarle tutto, ma non sapeva ancora che la situazione era molto peggio.
<<Carlisle, Rosalie lei è Bella. Lo portata quì perché penso che sia meglio avere anche un vostro parere.>> feci un cenno alla ragazza che capì e iniziò a parlare.
<<Mi chiamo Isabella Swan, mio padre è l'ispettore Swan però questa è solo una copertura. In realtà io sono un' alchimista di stato, perciò so tutto di vampiri. Nella mia vita, oltre ad averli studiati sui libri, ne ho incontrati relativamente pochi. So che voi non siete una minaccia quindi non avete motivo per temermi.>> disse tutto d'un fiato. Non sapevo di queste persone di cui parlava e da quello che sentivo neanche Rosalie. Però Carlisle sembrava sapere qualcosa e fidarsi di Bella quindi rivolsi la mia domanda a lui.
<<Carlisle, chi sono gli alchimisti?>> mi guardò dispiaciuto di averci tenuta nascosta una verità che ancora iggnoravo.
<<E meglio se ne parliamo con gli altri a casa.>> disse voltandosi verso la porta. Noi lo seguimmo senza obbiettare, arrivammo alla macchina. Durante il viaggio nessuno osò parlare e nell'aria si sentiva la tensione. Ma il massimo arrivò quando arrivammo a casa.

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JASPER POV'S
Tornati a casa spiegammo quello che era successo alla mamma, lei era molto preoccupata per Edward ma alla fine riuscimmo a tranquillizzarla. Andammo in biblioteca aspettando il ritorno di Edward e Rosalie. Stavo leggendo un libro molto interessante quando ebbi una strana sensazione. Uscii di corsa dalla biblioteca e mi diressi all'ingresso. Non. Potevo. Crederci.
<<Che ci fai qui alchimista?>> le chiesi disprezzate.
<< Привет, ты Джаспер, не так ли?>> mi rispose lei incurante del mio tono. Fui sorpreso che mi avesse parlato di russo, sicura che io avrei capito. Cercai di calmarmi e addolcire il mio tono di voce. Non sapevo perché, ma con quella semplice frase avevo capito che di lei potevo fidarmi anche se non sapevo ancora come avesse fatto a sapere il mio nome.
<<Ciao, potresti dirmi il motivo per cui sei qui? E come sai a sapere il mio nome?>> cercai di trattenermi il più possibile. Non mi erano mai piaciuti gli alchimisti e l'odio era reciproco. Nessun alchimista sarebbe andato a casa di qualche vampiro senza una ragione logica o senza che avesse una missione precisa. In qualche modo, però mi ricordava qualcuno.
<< Una mia amica mi ha parlato molto di te, per quello sono riuscita a riconoscerti e sono quà perché è il caso di raccontarvi la mia storia così capirete che non sono pericolosa.>> io annuii semplicemente. Nel frattempo mi accorsi di Carlisle, Rosalie ed Edward che ci guardavano stupiti non capendo che cosa stesse succedendo. La facemmo entrare in casa e ci sistemammo insieme a tutti in sala. Mi sedetti sul divano vicino alla ragazza in caso di emergenza. C'era ancora una cosa che mi insospettiva su di lei. Aveva detto che sapeva il mio nome perché una sua amica le aveva parlato di me. Il problema era che non conoscevo nessun alchimista, anzi cercavo di starli più lontano possibile. Ammeno che la sua"amica" non fosse un vampiro; anche se era quasi impossibile come noi cercavamo di stare lontani da loro, loro cercavano di non avere niente a che fare con noi. Iniziò a raccontare la sua storia mi fù tutto più chiaro. Ci disse che era nata a Forks, ma che viveva in Arizona. Un giorno mentre giocava in un parco vicino casa incontrò la sua amica. Lei poi scoprì che era una mezza vampira, nessuno tranne me ed Emmett riuscì a collegare quello che ci stava dicendo. Noi in quel periodo non eravamo a Forks, però quella bambina non si era spostata dalla città come tutti iniziarono a presupporre. Ora capivo perché non mi preoccupasse quella situazione. Era come se dentro di me sapessi già che dietro a tutto si nascondesse Irene.

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